Concentri sul closing, sul mercato e sulla rivoluzione attuata da Luis Enrique, abbiamo perso di vista un giocatore che per la Roma è fondamentale: Juan. Dall’inizio della preparazione, il difensore brasiliano non si é mai allenato con continuità e spesso il problema al tendine rotuleo l’ha costretto al differenziato.
Problema che il verdeoro si porta avanti dalla scorsa stagione. Problema che si riflette sulle scelte di mercato del duo Sabatini-Luis-Enrique, tanto da costringere il tecnico spagnolo a far giocare nel ruolo di centrale difensivo il giovane Antei, lo spaesato Cassetti e altri giocatori non di ruolo.
La classe e la forza di Juan non sono in discussione, semmai lo è la sua effettiva possibilità di riversarle in campo. Con l’insediamento in panchina di Ranieri nel 2009 e una dieta ad personam, Juan sembrava essere rinato, tanto da diventare determinante nella rincorsa allo scudetto 2010 fallita in casa contro la Sampdoria.
Nell’esordio brillante di Bojan, nella conferme di Totti e De Rossi e nel giovane Viviani che avanza, Luis Enrique ha avuto la conferma: la strada è quella giusta. Perché contro il Vasas i nuovi José Angel e Heinze hanno dimostrato affidabilità, i vecchi, tranne alcuni casi, hanno dato la sensazione di aver capito cosa vuole il tecnico asturiano.
Il futuro della società Roma è ancora tutto da scoprire. Così come i progressi della squadra di Luis Enrique. È vero i problemi ci sono e sono di diversa natura, ma guardare Trigoria con i soli occhi del pessimismo oltre che non è utile e anche sbagliato.
Fra l’attesa del closing e un mercato tutt’altro che chiuso, stasera la Roma torna in campo a Budapest contro il Vasas (ore 20 e 15). Dopo la deludente prova nel torneo di Innsbruck, nell’amichevole di oggi la squadra di Luis Enrique deve far vedere sul campo di aver assimilato, almeno in parte, i dettami tattici del tecnico asturiano o se non altro non incappare in brutte figure come quella contro il PSG.
Quando Claudio Ranieri disse ai giocatori della Roma “si gioca in base a come ci si allena”, lui rispose: “No mister, si gioca come si vive”. Il lui in questione è Nicolas Burdisso, il difensore argentino che oggi è stato intervistato da Roma Channel e come sempre è stato determinato.
La Roma vuole tenere Daniele De Rossi. Il centrocampista di Ostia è considerato al centro del progetto da Luis Enrique, che ne ha bloccato la possibile cessione.
DiBenedetto è atterrato questa mattina a Roma per trovare un accordo definitivo con UniCredit per l’acquisizione della società (60%?). Non staremo qui a dirvi che la trattativa doveva già essere conclusa tempo fa, visto che il closing (parola che va tanto di moda) era previsto per la fine di luglio.
E’ un reparto di cui se ne parla poco. Qualche indiscrezione di mercato, ma nulla più. Stiamo parlando del centrocampo della Roma, che stando alle parole del tecnico Luis Enrique ha due punti fermi: Daniele De Rossi e Simone Perrotta.
“Roma non si è fatta in un giorno”. L’espressione vale più che mai per la Roma di Luis Enrique, che nel primo vero test della stagione contro il Psg ha incassato tre reti in 45’.
Fra il closing per la cessione della società e il mercato che impazza c’è la Roma di Luis Enrique, che stasera (ore 20 su Sky Sport e Sky Supercalcio) affronterà Psg e Wacker nel triangolare di Innsbruck.
Menez al Psg, Julio Sergio al Lecce e Vucinic fra Juventus e Premier League. E’ questa la fotografia del mercato in uscita della Roma. Il francese è con un piede e mezzo in patria e le parole di ieri di Sabatini non fanno altro che “ufficializzare” la conclusione della trattativa.
Bojan Krkic è ufficialmente un giocatore della Roma. Nelle casse del Barcellona andranno 12 milioni di euro. La società blaugrana nella stagione 2012-2013 sarà obbligata a riscattare il giocatore per 13 milioni di euro, operazione che la dirigenza giallorossa può sbloccare, esercitando il diritto del contro riscatto fissato a 40 milioni di euro.
Nell’altalena dei portieri, oggi riprende quota l’ipotesi Viviano, giocatore che l’Inter ha ottenuto alle buste dopo il clamoroso e ormai noto errore del dirigente del Bologna.