Rassegna stampa corposa, quella relativa alle pagine de Il Tempo, che dedica un ampio servizio alla massiccia presenza di baresi nella Capitale per assistere all’incontro tra Roma e Bari. Si parla di oltre diecimila spettatori ospiti che dovrebbero essere posizionati nel settore canonico e in matà curva nord. L’articolo:
L’avversario
Bari sogna: Roma è crocevia per ambizioni da Big
Il Bari a Roma. Per giocarsela alla pari. Trasformare l’Olimpico in un’aia e farlo diventare casa propria. Un’impresona, altrochè. Ma i Galletti ci credono – ora come ora – di non essere inferiori ai giallorossi e poter pensare ai tre punti. Più di un elemento accomunano Bari e Roma, senza dubbio: il Mezzogiorno, le quattro lettere del nome, il fatto di essere patria di buonumore, terre di ottimo cibo, il rosso dei colori sociali delle due squadre di calcio (accompagnato dal bianco nell’un caso, dal giallo nell’altro), il fatto che siano luoghi impreganti di storia e di commercio. Gli scambi marittimi e gli scali ferroviari – lo dice la Storia – ma pure quegli altri scambi. Calcistici.
Che si sono fatti importanti con l’avvento nella Capitale di Antonio Cassano, uno che inosservato non c’è mai passato e che dietro di sè ha saputo portare una simpatia barese per la città capitolina. Che da lì in avanti, Bari l’ha apprezzata finchè Madrid s’è portata via buona parte di quell’affetto (e pure Cassano). Nella stagione in corso, il forte legame di amicizia tra Luciano Spalletti e Giampiero Ventura aveva ricreato un ambiente armonico tra le due società calcistiche: quando Lucianone se n’è andato, Ventura era già riuscito a strappargli gli acquisti di Edgar Alvarez e Souleymane Diamoutene.
Il Bari ha un nuovo possibile acquirente: il gruppo Meleam
Il Bari ha un nuovo possibile acquirente: il gruppo Meleam.
Kutuzov verso Roma-Bari: “Ranieri, un grande; giallorossi, attenti che vi faccio gol”
Vitali Kutuzov si appresta a continuare la sua personalissima striscia positiva contro la Roma, visto che il bielorusso non ha mai perso contro i giallorossi.
Una vittoria e quattro pareggi, accumulati con le maglie di Sampdoria e Milan.
L’attaccante in quota ai Galletti si dice pronto alla sfida contro gli uomini di Claudio Ranieri, nel corso della quale sa che il Bari potrà contare sul supporto incondizionato di oltre cinquemila tifosi.
Kutuzov ha parlato della gara ai giornalisti de Il Corriere dello Sport.
Testuale:
Diamoutene verso Roma-Bari: “Brighi e Vucinic gli amici, i tifosi giallorossi li porto nel cuore”
Souleymane Diamoutene, maliano classe 1983. Difensore arcigno a cui le stagioni passate in Italia (11 tra gli anni all’Udinese, alla Lucchese, al Lecce, alla Roma e al Bari) hanno regalato 197 presenze e sei reti all’attivo (tutte con la maglia del Lecce). Attualmente in quota ai Galletti, Diamoutene è uno degli ex giallorossi che si appresta a vivere la sfida di domenica in programma all’Olimpico con uno spirito particolare.
Quello di chi ha voglia di mettere in luce tutte le proprie qualità contro i compagni di una volta. Sempre che Giampiero Ventura decida di schierarlo da titolare: finora, infatti, il maliano non ha collezionato alcuna presenza nel corso della stagione 2009/10 e, con il Bari in assetto ottimale, rischia di partire nuovamente dalla panchina. Lo racconta con sincerità:
Barreto su Roma-Bari: “Noi Galletti ci esaltiamo con le grandi squadre”
Manca una settimana all’appuntamento dell’Olimpico quando, alla tredicesima giornata di campionato, si affronteranno Roma e Bari e il primo a prendere la parola rispetto alla gara tra giallorossi e Galletti è uno degli attaccanti in quota ai pugliesi, artefice, a suon di gol, della promozione del Bari in serie A. Quest’anno non ancora esploso in maniera convincente, eppure costante spina nel fianco delle difese avversarie.
Vito Barreto ha le idee chiare e sa molto bene quali siano le reali capacità del gruppo di cui fa parte che, già in precedenza, ha mostrato di poter fare male alle squadre più blasonate. Il Bari è la rivelazione del campionato e Barreto mostra coerenza nel fare una disamina rispetto alle ultime gare, proprio quelle in cui il reparto offensivo non è sembrato così puntuale come in precedenza:
L’avversaria: l’Inter si prepara per la Roma
Questa mattina, dopo il programmato giorno di riposo, l’Inter è
Bologna 2009/10: difesa colabrodo (18 gol subiti), attacco sterile (9 reti, Osvaldo e Adailton a quota 3)
Il Bologna è avversario rispettabile, ma in questo momento alla Roma poteva andare peggio. I rossoblu, infatti, continuano a stazionare nei bassifondi della classifica (terzultimi a 9 punti in condivisione con Livorno e Atalanta dopo un avvio di stagione nel quale hanno pagato – e lo sa bene Giuseppe Papadopulo che ne ha fatto le spese per tutti con l’esonero di tre turni or sono – la scarsa vena dell’attacco (solo 9 reti all’attivo, con Marco Di Vaio non certo nello stesso stato di forma dello scorso anno) e le troppe disattenzioni in retroguardia (15 gol subiti, peggio hanno fatto solo Napoli, Genoa e giallorossi). Dopo aver prolungato il contratto al vice cannoniere dello scorso anno, il club ha impostato la campagna acquisti su rinforzi a basso costo e esperienza garantita. Una sorta di usato sicuro che ha permesso agli emiliani di annoverare nelle proprie fila calciatori del calibro di Cristian Zenoni, Salvatore Lanna, Daniele Portanova, Giacomo Tedesco e Marcelo Zalayeta. Ai quali va aggiunta la bravura del giovanissimo estremo difensore Emiliano Viviano e la permanenza di riferimenti di reparto quali sono Davide Bombardini, Massimo Mutarelli, Gaby Mudingayi, Francesco Valiani.
Anticipi 11^ giornata: dopo il Napoli (doppio Hamsik, Juve k.o) riparte anche il Milan (Borriello doppietta)
In attesa dello svolgimento della giornata odierna, Milan e Napoli avevano dato spettacolo – spartendosi un tempo per uno nel corso del turno infrasettimanale di mercoledi disputato al San Paolo e finito in parità, 2-2 – e sono riuscite a ripetersi anche negli anticipi dell’undicesimo turno, che hanno visto impegnati i partenopei a Torino e i rossoneri in casa contro il Parma.
La prima sorpresa – con annessa marcia estremamente positiva di Walter Mazzarri sulla panca del Napoli, che abbia davvero trovato la ricetta magica? – la regala proprio il Napoli, andando a vincere in rimonta contro i bianconeri di Ciro Ferrara. Uno show, quello ospite. Si può tranquillamente parlare di impresa, visto che Lavezzi e compagni sono riusciti in una rimonta che ha dell’incredibile: sotto di due gol, reti di David Trezeguet nel primo tempo e di Sebastian Giovinco a inizio ripresa, e con Fabio Quagliarella in panchina per scelta tecnica, gli Azzurri hanno ribaltato il punteggio in 30′.
Udinese Calcio: dai fallimenti a Pozzo. Da Dal Dan a Di Natale. 113 anni di storia
O soi furlan, o ven di Udin, al friulano. Lo immaginiamo seduto a sorseggiare un bicier di liquore della Valle del Lumiei a base di frutta ed erbe della vallata carnica. Il grande vecchio che è più di una memoria storica. Esiste ovunque, da che mondo è paese. Ricorda il passato, indovina il futuro. Guarda lontano senza vedere in maniera nitida alcunchè.
Ma così, riesce a inquadrare ogni cosa. Sta a Cjamin di Codroip (Camino al Tagliamento), un comune della provincia udinese che non arriva a duemila anime. Passa i pomeriggi dirimpetto alla Chiesa arcipretale di Ognissanti, nel bar di paese. Mangia lecai (lumache) e brindul (prugna) con cadenza settimanale. Mastica di balon. Del calcio giocato non gli è sfuggito nulla e certe memorie, se allenate, non perdono colpi neppure se intravedono in lontananza Matusalemme.
LA STORIA. Nel 1911 non era ancora nato ma di quel che accadde il 5 luglio di quell’anno sa tutto: un gruppo di ginnasti della Società Udinese di Ginnastica e Scherma (1896) fondano l’Associazione Calcio Udinese con iscrizione regolare alla FIGC e debutto ufficiale nel corso di un’amichevole contro la Juventus Palmanova vinta dai friulani per 6-0. A capo della società, Luigi Dal Dan, padre di un certo Antonio che per i friulani è un personaggio indimenticabile: capitano della squadra di studenti delle scuole tecniche udinesi che fece da apripista all’Udinese Calcio, il pioniere del calcio bianconero.
I fotogrammi del primo, storico momento, il grande vecchio li vede invece scorrere nitidi davanti agli occhi: era il 1922 e l’Udinese raggiunse la finale di Coppa Italia, persa in finale per 1-0 contro il Vado. Fu un fuoco di paglia: nell’anno 1922-23 la squadra crolla in campionato arrivando ultima nel proprio girone e subendo la doppia onta della retrocessione in Seconda Divisione e della scissione per debiti.
Il Livorno viola l’Olimpico giallorosso dopo 62 anni (per la seconda volta in assoluto)
Giornalisti non certo morbidi nei confronti di una squadra che ha mostrato enormi lacune. Di gioco e di carattere. Il giorno dopo Roma-Livorno, i quotidiani vivono il risultato della gara dell’Olimpico nel modo in cui vengono analizzate le sorprese. La 9a di serie A ne ha avute almeno un paio: tolta la vittoria del Livorno, ha stupito il successo del Napoli in terra gigliata, dato che la Fiorentina al Franchi non aveva ancora perso.
Dopo 62 anni, anche ai labronici riesce di invertire la tendenza nel corso delle sfide nella Capitale e portarsi a casa tre punti che, in questa fase del campionato, consentono ai toscani di respirare e lasciare al Siena l’ultimo posto in graduatoria. La legge dei numeri insegna che, prima o poi, ciascun episodio deve accadersi ma in un pezzo apparso su Il Tempo – edizione odierna – è ben comprensibile almeno un dato. Quello, cioè, secondo cui i giallorossi sono tornati a somigliare alla squadra delle prime gare del 2009. E la preoccupazione non può che salire. Testuale:
Livorno 2009/10: rosso il cuore, in rosso la classifica
AVANTI LIVORNO, ALLA RISCOSSA – La rossa Livorno, città operaia che ha dato i natali al Partito Comunista Italiano (1921, alla presenza di Antonio Gramsci), è uno degli ultimi baluardi di una fetta d’Italia in via di estinzione. Affacciata sul mar Ligure e specchiata su un porto che con il passare dei decenni è diventato riferimento imprescindibile e attributo fondamentale – la portuale Livorno – non solo per delinearne i confini geo-fisici ma anche per evidenziare caratteristiche socio-economiche della provincia toscana (il porto che dà da mangiare e che conserva miracolosamente intatta una classe sociale, proletaria, altrove già svanita da un pezzo).
La politica e l’economia; la quotidianità e il calcio giocato: ogni dettaglio labronico riconduce all’altro in un connubio inossidabile. Centosessanta mila abitanti (boom demografico negli anni ’70, poi un inesorabile spopolamento che non si è ancora arrestato), patria di numerosi personaggi celebri – si comincia con Amedeo Modigliani e si arriva fino a Carlo Azeglio Ciampi – la città si sviluppa su una superficie di quasi 105 km quadrati ed è suddivisa in cinque frazioni (Castellaccio, Gorgona, Limoncino, Quercianella, Valle Benedetta).
Cosmi, basta cappellino: “Roma-Livorno, firmo per il pari”
Serse Cosmi sulle pagine de Il Tempo. Concentrato e sicuro di dover dare il massimo affinchè il Livorno possa porre fine a questo periodo difficile, nel quale i risultati non sono arrivati e il gioco neppure, il neo tecnico labronico dovrà già vedersela – all’esordio – con la sua squadra del cuore: quella che, se non fosse stato per un dirigente che mise i bastoni tra le ruote, sarebbe potuto essere la squadra di Cosmi.
E’ lo stesso tecnico a raccontarlo, annunciando che con tutta probabilità smetterà per sempre l’uso del cappellino, diventato un peso per il fatto che lo si ricorda come l’allenatore col cappellino prima ancora che come un tecnico capace di fare il proprio mestiere:
L’avversario: doppia seduta di allenamento per il Livorno
Il sito Livornocalcio.it informa che la squadra amaranto è arrivata