Roma – Fabio Simplicio: giochi cromatici. Da rosanero a giallorosso (?)

 Fábio Henrique Simplício (San Paolo del Brasile, 23 settembre 1979) centrocampista brasiliano, potrebbe essere l’ennesimo sudamericano a vestire la maglia giallorossa della Roma. Da tempo si vociferava del suo addio alla maglia del Palermo, ufficializzato dallo stesso Simplicio il 15 maggio scorso, quando in una conferenza stampa, ha annuncia l’addio alla maglia rosanero, ringraziando il presidente Maurizio Zamparini per come è stato trattato, il mister, i dirigenti, tutto lo staff e anche a tutti i suoi tifosi, finendo col dire che rimarrà a giocare in Italia. Ulteriore indizio che porta direttamente alla Capitale.
Primi passi
– Fin da piccolissimo inizi,a come tutti i bambini brasiliani, a coltivare la passione per il calcio e ben presto si fa notare dagli osservatori della storica squadra della sua città, il San Paolo, che lo ingaggia inserendolo nel vivaio della squadra. Nelle giovanili si trova a giocare fianco a fianco con talenti dal sicuro avvenire e che si troverà come avversari nella Serie A italiana: Kaká e Julio Baptista, dei quali tra l’altro è molto amico.
Il debutto e gli anni al San Paolo
– L’occasione di mettersi in mostra davanti al grande pubblico di San Paolo, gli arriva nel 2000. Infatti il Sao Paulo, dopo la deludente stagione del 1999 decide di cedere in blocco, l’intero pacchetto di centrocampo che ha deluso le aspettative dei dirigenti brasiliani: Beto (ex del Napoli) venne ceduto al Flamengo, Edmílson al Lione, Vágner (ex della Roma) al Celta Vigo e Marcelinho al Marsiglia. Dopo questa epurazione, l’allenatore decise quindi di puntare sui più motivati e promettenti giovani del vivaio: nel giro di una stagione Simplicio si ritrovò titolare con Kaká e Julio Baptista. Il ringiovanimento però, non cambiò le ambizioni del San Paolo, che anzi, disputò un buon campionato, in cui Simplicio si mise in mostra totalizzando 25 presenze e 5 reti. Nelle stagioni successive (dal 2001 al 2003), il centrocampista brasiliano realizzò 8 reti in 85 presenze. Richiestissimi dai più importanti club europei, Kaká e Julio Baptista lasciarono il San Paolo nel 2003. per trasferirsi rispettivamente come in molti ricorderanno al Milan e al Siviglia, mentre Simplicio rimase ancora in Brasile. Tra il 2003 e il 2004 infatti, giocò 48 volte in campionato segnando 9 reti, e giocando quasi sempre da titolare (11 partite su 12) la Coppa Libertadores 2004, venendo finire il sogno venendo eliminato con la sua squadra in semifinale. In questi 5 lunghi ed intensi anni al San Paolo, Simpliciò collezionò anche 19 presenze in Coppa del Brasile.

Barcellona, David Villa il primo acquisto. E Ibrahimovic?

 David Villa, attaccante del Valencia, è il primo acquisto del Barcellona che ha preferito non attendere l’andamento dei Mondiali 2010 e chiudere in tutta fretta l’affare. 40 milioni di euro per cotituire un attacco da favola nel quale il folletto valenciano va afd aggiungersi a Lionel Messi e Pedro. Mesa così, tuttavia, la stonatura sarebbe legata a Zlatan Ibrahimovic il quale non ha vissuto un’annata particolarmente brillante dal punto di vista del rendimento. Occorre adattarsi alla nuova squadra – certo – ma con un concorrente diretto (e che concorrente) in più, lo svedese rischia di trovare ancora meno spazio. Che possa diventare il nome nuovo del mercato estivo?

Tommasi: “Brighi è fondamentale, tifare Italia a prescindere dalle scelte di Lippi”

 Damiano Tommasi è stato l’A.S. Roma per lungo tempo. Roba che, lo dice la Storia, il nome del centrocampista veneto, rimarrà per sempre accostato a quello della società capitolina. Nonostante il tempo passi e quelli che un tempo erano bandiere sul rettangolo di gioco finiscano poi per continuare a esserlo – bandiere – nella memoria. Ecco: dall’alto dei suoi 9 anni vissuti nella Capitale con all’attivo 263 gare in A, 14 reti e uno scudetto, Tommasi è uno di quei giallorossi da ascoltare con attenzione ogni volta che capita di incrociarne le parole. Non solo romanista ma anche grande uomo di sport a cui venivano – e vengono – riconosciute qualità tecniche e umane fuori dal comune. Intervenuto a LaSignoraInGiallorosso.it, l’attuale calciatore del Sant’Anna, formazione di seconda categoria veneta, ha risposto in maniera puntuale a una serie di domande inerenti la stagione calcistica appena conclusa e l’imminente Mondiale. Si comincia, tuttavia, riprendendo l’episodio che ha interessato Francesco Totti nel corso della finale di Coppa Italia contro l’Inter: quel fallo su Balotelli di cui si è parlato, detto, scritto. Testuale:

Calciomercato Roma: Giuseppe Rossi, Amauri

 I nomi caldi per l’attacco giallorosso si infittiscono sempr di più. Giuseppe Rossi e lo juventino Amauri sono le recentissime novità di mercato che potrebbero incrociare il proprio percorso calcistico con quello della squadra capitolina. Di quanto Claudio Ranieri apprezzi al piccola punta del Villareal si sa da parecchio tempo e, ultimamente, ha imparato a riconoscergli parecchio talento anche Marcello Lippi, che nel corso del Mondiale 2010 potrebbe decidere di usufruire dei servigi dell’attaccante. A confermare l’interesse della Roma verso Rossi, ci pensa Andrea Pastorello, agente del calciatore, intervenuto a calciomercato.it: “Ci sono molte probabilità che il Villareal prenda in considerazione una sua cessione, anche perché questa è stata una stagione di ridimensionamento per gli spagnoli. In Italia piace a parecchie squadre. Juventus e Roma, ma anche Fiorentina e Napoli sono delle piazze che mi piacciono“. Poi, si diceva, Amauri: è, tra tutti, il nome dell’ultimo giorno, venuto fuori perchè – dopo una stagione poco esaltante – la Juventus potrebbe anche decidere di venderlo per fare cassa.

Sorrentino: “Indossare la maglia della Roma sarebbe un onore”

 Stefano Sorrentino è reduce da una stagione importante: il suo Chievo si è salvato con buon anticipo anche grazie al rendimento eccellente del portiere clivense. Ora, come succede da qualche anno a questa parte, il nome di Sorrentino viene accostato in maniera evidente alla Roma. Puntuale come la cambiale, il meccanismo si sta ripetendo anche stavolta: già si parla di uno scambio tra estremi difensori. Curci a Verona e il clivense, appunto, a Roma. L’ottimo campionato non è servito per fargli conoscere il giro della Nazionale ma, intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport, Sorrentino dice di non aver preso male la mancata convocazione.
SCAMBIO CON CURCI.Questo non lo so. So di piacere alla Roma come so che Curci piace al Chievo. Ma non posso dire che c’è una trattativa. Posso parlare per me, il fatto di piacere alla Roma è un piccolo tormentone di alcuni estati, vediamo se sarà qualcosa di più reale“.

Allenatori Roma: Baar,Kovacs,Barbesino e Ara i 4 prima della guerra

Jonas Baar, Lajos Kovacs , Luigi Barbesino e Guido Ara furono quattro allenatori che guidarono la Roma negli anni antecedenti lo scoppio della seconda guerra mondiale. In questi nove anni (1932/1940) la squadra giallorossa si posizionò sempre nelle prime dieci posizioni della classifica di Serie A.
Il primo di questi, Jonas Baar, si sedette sulla panchina della Roma alla 10° giornata della stagione 31/32 prendendo il posto dell’inglese Herbert Burgess. In realtà Baar era già parte dell’organigramma della Roma in quanto era stato ingaggiato per allenare le riserve. Fu Consigliato alla Roma dal santone del calcio austriaco Hugo Meisl in occasione della partita di Coppa Europa persa dai giallorossi contro il First Vienna.
La Roma terminò quella stagione classificandosi al 3° posto. Jonas Baar rimase alla guida della Roma fino alla 6° giornata della stagione successiva (1932/1933), dalla 7° a prendere il suo posto fu l’ungherese Lajos Nems Kovacs fresco di promozione in serie A sulla panchina del Padova. Quella di Kovacs fu una stagione tutt’altro che esaltante che la Romà concluse  al 5° posto collezionando 14 vittorie, 11 pareggi e 9 sconfitte.
All’inizio del campionato 1933/1934 a sedersi sulla panchina della Roma fu Luigi Barbesino che rimase al timone fino alla stagione 1936/1937 al termine della quale raggiunse la finale di Coppa Italia.
Barbesino conquistò quella finale ma in realtà a disputarla e a perderla per 1-0 con il Genoa fu l’allenatore piemontese Guido Ara che dopo aver allenato la Fiorentina guidò i giallorossi per tre stagioni fino al 1940. Dopo una serie di risultati altalenanti e l’eliminazione dalla Coppa Italia ad opera della Juventus, alla 26esima giornata fu esonerato e a prendere il suo posto fu l’ungherese Alfred Schaffer.
Anche quest’ultimo fu un campionato fallimentare al termine del quale i giallorossi si posizionarono al 7° posto della classifica. Fu inoltre, l’ultimo anno della Roma a Campo Testaccio, tana dei lupi destinata ad entrare nella leggenda.

Guido Ara

Jonas Baar, Lajos Kovacs , Luigi Barbesino e Guido Ara furono quattro allenatori che guidarono la Roma negli anni antecedenti lo scoppio della seconda guerra mondiale. In questi nove anni (1932/1940) la squadra giallorossa si posizionò sempre nelle prime dieci posizioni della classifica di serie A.

Mondiali 2010 – GRUPPO E: la Danimarca, da Sophus Nielsen ai giorni nostri

 La Nazionale di calcio danese è una delle nazionali più longeve della storia del calcio mondiale. Ha come colori il bianco e il rosso, che si richiamano al cromatismo della bandiera nazionale. Nella sua bacheca, spicca l’incredibile vittoria ottenuta all’Europeo del 1992. L’altro trofeo presente in bacheca ha anche vinto la seconda edizione della FIFA Confederations Cup nel 1995.
Alle Olimpiadi
– Le prime partite disputate dalla Nazionale danese, risalgono al lontano 1908 alle Olimpiadi di disputate a Londra: il 19 ottobre vi fu infatti l’esordio assoluto dei biancorossi contro la seconda squadra francese, sconfitta con un sonante 9-0. Il 22 ottobre però, fu affrontata la squadra “A” dei transalpini, sfida che terminò con la clamorosa vittoria per 17-1, rimasta negli annali come la miglior prestazione di tutti i tempi per i danesi, nella quale Sophus Nielsen realizzò addirittura 10 reti, che gli permisero, insieme a quella della prima gara, di laurearsi capocannoniere dei giochi olimpici. I danesi furono poi sconfitti per 2-0 dalla Gran Bretagna in finale. Quattro anni dopo, ai Giochi di Stoccolma, la situazione ricalcò quella dei Giochi precedenti: la Danimarca sconfisse prima la Norvegia per 7-0, quindi per 4-1 i Paesi Bassi in semifinale, per doversi accontentare del secondo argento consecutivo contro la Gran Bretagna, contro la quale persero per 4-2. Fra il 1924 e il 1928 la nazionale danese vinse i campionati nordici su Svezia e Norvegia, vittoria che sarà poi ripetuta anche nelle edizioni 1978-80 e 1981-83.
Alle Olimpiadi del 1948, che si disputarono ancora una volta a Londra, la Danimarca conquistò l’ennesima medaglia, questa volta il bronzo, imponendosi sulla Gran Bretagna nella finale per il terzo posto dopo la sconfitta con la Svezia in semifinale. A Roma, nel 1960, conquistò la terza medaglia d’argento olimpica, perdendo in finale con la Jugoslavia.

Julio Sergio idolo di Roma: finalmente, dopo Franco Tancredi, un gran portiere

 L’annata strepitosa di Julio Sergio fa il paio con il campionato da incorniciare dei capitolini. Anzi, forse è anche per il fatto che un estremo difensore giallorosso tanto affidabile e puntuale non lo ricordiamo nel recente passato, che l’annata giallorossa si è rivelata così importante. C’è stato l’anno di grazia di Alexander Doni – quello precedente – ma poi il brasiliano (con tanto di convocazione ai Mondiali 2010 quale bottino inatteso e consolatorio) si è gradualmente perduto tra errori grossolani e prese di posizione nei confronti della società (al fine di rispondere alle chiamate di Carlos Dunga) che hanno logorato il rapporto tra lui, la Roma e i tifosi. Chi se l’immaginava, tuttavia, di avere in casa uno dei migliori portieri della stagione: non perché Julio Sergio, in precedenza, fosse scarso ma per il fatto che – con Luciano Spaletti alla guida del club – il carioca è sempre stato considerato come il “miglior terzo portiere del mondo”. Insomma, ci si fidava di Spalletti. Che, almeno in questo, si è sbagliato di grosso. Lo abbiamo capito giornata dopo giornata: da quando Ranieri ha deciso di farne il titolare inamovibile, Julio Sergio si è conquistato coi fatti la fiducia di tutti. In un istante, sono spariti i patemi di una tifoseria che, nella prima parte di stagione, tremava al solo pensiero che un attacco qualunque potesse avvicinarsi all’area di rigore giallorossa.

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