In occasione della festa di addio (magari, giusto un arrivederci) di Adriano dal Flamengo, non è solo accaduto che l’Imperatore e Wagner Love abbiano avuto una lite per una ragazza ma pure che ciascuno dei calciatori rossoneri – chi più, chi meno legato all’attaccante – abbia rilasciato parole di elogio nei confronti dell’attaccante. In molte frasi pronunciate tornano i due ritornelli più gettonati: “Buona fortuna” e “E’ maturato, stupirà l’Italia”. Da La Gazzetta dello Sport:
Addio con lite fantasma. Adriano lascia il Flamengo e Rio de Janeiro, ma le voci sul suo conto continuano. È di ieri la notizia, lanciata da un sito internet brasiliano, di una lite tra l’attaccante e il suo ex compagno Vagner Love. Il tutto a causa di una ragazza, alla festa di addio organizzata venerdì proprio a casa di Adriano. Che la lite ci sia stata o no, poco importa, perché di sicuro non ha lasciato il segno. Proprio Vagner Love, infatti, è tra i primi giocatori a presentarsi, venerdì sera, nell’hotel di Barra da Tijuca dove il Flamengo prepara la sfida con il Gremio. È il primo evento del dopo Adriano. Il ritiro è blindato ma tutti hanno voglia di dire qualcosa sul loro ex trascinatore, tutti eccetto uno: Ramon.
John Arne Riise ne è convinto: l’Inter senza Josè Mourinho è una squadra più vulnerabile per il fatto che le viene meno uno dei riferimenti inequivocabili dell’annata appena trascorsa. L’attimo prima della partenza per le vacanze: il pensiero di Thunderbolt va già alla prossima stagione, quando la Roma cercherà di vincere lo Scudetto. Da Il Romanista:
La Roma oltre che pensare agli attaccanti, si sta guardando intorno per rinforzare anche il reparto difensivo. Per quanto riguarda la situazione portieri c’è molto movimento, Doni partirà quasi sicuramente a meno di clamorose svolte, Artur e Lobont sembrano non convincere il tecnico Claudio Ranieri e allora l’unica certezza rimane la sorpresa Julio Sergio Bertagnoli che quest’anno ha vissuto l’annata migliore della sua carriera. Tuttavia la società giallorossa si sta muovendo sul mercato per affiancargli un collega all’altezza della situazione. Ultimamente i nomi più in “voga” circolati nei corridoi di Trigoria sono stati quelli di Sorrentino e Amelia. Tutti e due sono titolari nei loro rispettivi club, il Chievo e il Genoa, e difficilmente sarebbero disposti (soprattutto Amelia) a venire a Roma per guardare le partite dalla panchina.
UN CONTE A TESTACCIO – In una giornata dell’autunno del 1935 a Roma soffiò un’aria di cambiamento. Anzi, di stabilità. Perché dopo
Sono arrivati a Roma come rinforzi di qualità, la realtà è stata, per loro, decisamente più amara del previsto. Simone Loria e Gabriel Antunes, dopo non aver sfruttato le occasioni concessegli pima da Luciano Spalletti e poi da Claudio Ranieri (per il portoghese), sono stati “dirottati” su ben altri lidi. Il primo questa stagione è approdato in prestito al Torino dove ha disputato una ottima stagione guadagnandosi una maglia da titolare e un posto nella griglia dei play-off. Al portoghese è andata decisamente peggio: mai rientrato nei piani dell’allenatore testaccino, il terzino classe ’87, arrivato a Roma dal Paços de Ferriera per 1,2 milioni di euro ha collezionato un numero indefinito di presenze in tribuna. Antunes sperava, e credeva, di potersi giocare le sue chances nella formazione di Trigoria, ma prima Spalletti e poi Ranieri lo hanno tenuto segregato negli ultimi posti delle gerarchie preferendogli nell’ordine Riise, Burdisso, Tonetto, Cassetti, Motta e Andreolli.
Stefano Sorrentino–Roma: il portiere del Chievo, accostato ai colori giallorossi ha commentato le voci di un suo possibile passaggio a Trigoria a Teleradiostereo:
Mercato Roma, dopo Adriano la società giallorossa ha tre priorità per completare la rosa della prossima stagione, secondo Repubblica.it: il riscatto di Burdisso, l’acquisto di tre esterni ed alcune cessioni che consentano di arricchire il budget a disposizione per il mercato.
Strage dell’Heysel. Tragedia del calcio. E chi l’ha dimenticato, il 29 maggio del 1985: Juventus e Liverpool si stavano preparando per giocare la finale di Coppa Campioni (la Champions si chiamava ancora così) presso la sede designata. Bruxelles, stadio Heysel. In verità, va detto che entrambe le società criticarono aspramente la scelta della Uefa, evidenziando le carenze strutturali dell’impianto belga e la scarsa funzionalità delle vie di fuga. Accadde che lo stadio venne assegnato alle due tifoserie seguendo la solita divisione: una curva ai Reds e una ai bianconeri. Tuttavia, molti tifosi juventini – che acquistarono il biglietto in maniera autonoma – finirono nel settore Z dell’Heysel. Ovvero, quello immediatamente prospicente all’ubicazione indivisuata per i supporters inglesi. A un’ora dall’inizio della gara, furono quelli del Liverpool a cercare lo sfondamento del settore per venire a contatto con i rivali: si assieparono nell’estremo opposto ma il muro di contenimento cedette. Ebbe inizio, in questo modo, la tragedia: paura, terrore, voglia di scappare. Un bilancio alla fine drammatico: morirono 39 persone, di cui 32 italiane e ne rimasero ferite oltre 600. Tra le vittime anche 4 belgi, 2 francesi e 1 irlandese.
1. Una lattina, a volte, è tutta la vita che hai
La nazionale di calcio giapponese, Nihon Daihyō, così la chiamano in patria, negli ultimi anni è stabilmente al vertice del calcio asiatico in quanto ha il punteggio più alto nella classifica FIFA.
Claudio Ranieri, nella Top 11 del Corriere dello Sport, è stato indicato il miglior allenatore dell’anno. Ecco l’intervista rilasciata dal tecnico romano nell’edizione odierna del giornale: