
Claudio Ranieri ha cambiato i destini della Roma. In meglio e in tutti i sensi. Un cammino da scudetto che ha portato i giallorossi dall’ultimo posto in classifica alla qualificazione diretta in Champions League. Alla base della trasformazione, una inversione di tendenza che ha interessato la retroguardia (Philippe Mexes e colleghi hanno smesso di essere perforabili come burro), il centrocampo (Daniele De Rossi mai così decisivo) e l’attacco (capace di concretizzare le occasioni prodotte). L’analisi dettagliata è de Il Corriere dello Sport:
I Numeri – Il tecnico romano è sulla panchina giallorossa da un girone esatto, 19 partite, in cui ha totalizzato 38 punti, a una media di 2 a partita, roba da Champions League facile facile. In queste 19 gare ha incassato 19 reti, giusto giusto, si fa per dire, un gol ogni 90 minuti, riuscendo a dimezzare quello che era stato il rendimento difensivo della squadra che nei primi 180 minuti di questo campionato aveva incassato sei pappine, 3 a Marassi contro il Genoa, altrettante all’Olimpico contro la Juventus. In questo periodo di gestione Ranieri soltanto il Milan ( 16, ma ha una gara da recuperare) e Inter (18) hanno incassato meno gol dei giallorossi, un rendimento che basta confrontare le due classifiche per capire quello che vuole dire nella rinascita romanista.