Roma-Inter, Cordoba: “Il gioco dei giallorossi ci ha fatto male”

 Nella giornata in cui la Roma ha ufficializzato il rinnovo del contratto di Daniele De Rossi, c’è stato poco spazio per parlare della roboante vittoria contro l’Inter.

Spazio che inconsapevolmente ci fornisce Ivar Ramiro Cordoba, che ai microfoni Inter Channel ha detto: “È stata una partita dove non abbiamo messo la lotta, la voglia di prendere ogni pallone: quando manca questo è difficile”.

Il difensore colombiano ha fotografato così la partita di ieri all’Olimpico:

“Sembrava che non riuscissimo a capire bene quale fosse il loro modo di giocare, arrivavamo in ritardo da tutte le parti, ma al di là di questo riuscivamo a chiudere bene e se forse avessimo avuto un pizzico di fortuna in più avremmo anche potuto fare male. Poi quando prendi un gol su palla inattiva ti cambia tutto. In generale loro hanno impostato un tipo di gioco che ci ha fatto male”.

Cordoba è entrato all’inizio del secondo tempo e per questo è come se avesse visto due match: uno dalla panchina e uno in campo.

De Rossi: “Rinnovo? Quello di cui ho bisogno sta a Roma”

 Daniele De Rossi ha firmato il rinnovo del contratto con la Roma fino al 2017. Compenso lordo di 10 milioni all’anno per 5 anni più bonus, senza la clausola.

Il centrocampista giallorosso si riappropria così di quell’etichetta di Capitan Futuro, che in alcuni momenti sembrava proprio poter lasciare la Capitale.

Roma-Inter 4-0 e il rinnovo di De Rossi, per Luis Enrique è “una giornata perfetta”

 Perfetta”. Così Luis Enrique ha commentato la giornata di ieri, in cui i suoi giocatori hanno strapazzato l’Inter per 4-0 e la sua dirigenza gli ha regalato il rinnovo di Daniele De Rossi, centrocampista al centro del suo progetto tattico.

Sul campo dell’Olimpico, la Roma ha dominato in lungo e in largo una partita, che non è mai stata in discussione. Due soli i tiri (innocui) dei nerazzurri verso la porta (entrambi bloccati da Stekelenburg), il primo di Milito dopo il vantaggio di Juan e il secondo di Obi, poco prima del poker di Bojan, che ha realizzato un gran gol, sperando che gli serva per sbloccarsi definitivamente.

Ufficiale, Roma-Inter si gioca domenica 5 febbraio alle 15

 Roma-Inter si giocherà alle ore 15 di domenica 5 febbraio. Un’altalena di orari ha contraddistinto questa partita. In calendario il match fra giallorossi e nerazzurri si sarebbe dovuto giocare alle ore 20:45 di sabato 4 febbraio.

Poi a causa delle cattive condizioni del tempo, si è deciso di anticipare la gara alle 15 di domani.

La tempesta di neve che si è abbattuta questa mattina sulla Capitale ha portato il prefetto Giuseppe Pecoraro a rinviare l’incontro. Prefetto che pochi minuti fa ha deciso che Roma-Inter si disputerà domenica 5 febbraio alle ore 15.

Roma-Inter, Luis Enrique spera in De Rossi

 Le speranze di vedere in campo Daniele De Rossi contro l’Inter stanno aumentando sempre di più.

Il centrocampista si è fin qui allenato due volte in questa settimana e tutto lascia pensare che Luis Enrique lo schiererà domani all’Olimpico (ore 15) contro la squadra dell’ex Claudio Ranieri.

Nella seduta odierna si scioglieranno le ultime riserve sulla presenza di Danielino contro i nerazzurri.

Senza De Rossi in campo la differenza è stata netta. Il pur bravo Gago non ha fornito lo stesso rendimento del numero 16. 

Per Marquinho ci sono problemi di visto

 I problemi di visto stanno bloccando Marquinho, l’unico acquisto della Roma nel mercato di gennaio. Il centrocampista brasiliano, ex Fluminense, non si sta allenando con il resto del gruppo per motivi burocratici, che la società giallorossa ha detto di risolvere nei prossimi giorni.

Ci vorrà del tempo per vederlo ai livelli del gruppo”, ha sottolineato il direttore generale, Franco Baldini.

A Marquinho è legata anche una questione economica. Dove per questione economica, leggasi i 500 mila euro di bonus fissati per il raggiungimento di 12 presenze da almeno 45 minuti del verdeoro con la maglia giallorossa.

Cagliari-Roma 4-2, la delusione di Luis Enrique e Totti

 I presagi contro la Juve sono diventati avvisaglie con il Bologna. Avvisaglie che sono diventate veri e propri campanelli d’allarme ieri a Cagliari, dove una Roma sciupona e disorientata soccombe per 4-2 contro una squadra, che fino a poche ore fa aveva segnato solo 6 gol fra le mura amiche.

Vecchi fantasmi sono tornati ad aleggiare sulla formazione di Luis Enrique, che a fine gara ha ammesso:

“Sono molto deluso. Ho visto venti minuti incredibili e altri venti patetici. Così dispiace tantissimo, non è questo che io voglio. Ricominciamo col discorso atletico? La squadra ha corso, abbiamo avuto palle gol e dovevamo essere più cattivi. Loro hanno fatto quattro gol e noi due, questo conta nel calcio. Non è nemmeno un problema psicologico ma solo tattico: sono dei professionisti, non possono avere problemi psicologici. Sarebbe incredibile”.

La Curva Sud non tradisce mai

 Dal Romanista:

Senza retorica: chi tifa Roma non perde mai. Meno che mai ieri sera. Perché se mentre Montella parla in conferenza stampa 300 tifosi lasciano lo stadio cantando (ore 23.15) non può che essere così. Loro questa fase non la supereranno mai. Anche adesso che la Roma fa di tutto per non farsi amare. Ci aveva provato la Curva Sud a essere quella marcia in più per spingere la squadra verso l’ultimo traguardo ancora possibile: era stata, tanto per cambiare, l’unico settore pieno di tutto l’Olimpico. Aveva preparato una coreografia con cartoncini bianchi, rossi e gialli. Senza scritte, solo bandiere. Vecchie maniere, loro della Sud. Che espongono soltanto lo striscione “no fax” perché al calcio moderno si dice no. Non fosse altro perché il calcio moderno fa sì che in una semifinale di Coppa Italia ci siano appena 23mila presenze allo stadio: Nord vuota, Tevere con ampi buchi, Monte Mario neanche a parlarne. Un’ora prima della partita lo stadio offre uno spettacolo tristissimo.

All’olimpico mai così male dal 2004-2005

 Dal Romanista:

E’ una stagione maledetta che somiglia molto a quella 2004-05 in cui i giallorossi cambiarono ben quattro allenatori (Prandelli, Voeller, Sella, Delneri e B.Conti) chiudendola con la mozione degli affetti in panchina (B.Conti) proprio come accaduto quest’anno con Montella. L’unica analogia che finora non si era verificata era quella delle sconfitte di seguito in casa. Fino a tre partite fa la Roma 2010-11 aveva retto bene allo stadio Olimpico, dove invece è crollata nell’ultimo mese, collezionando tre sconfitte consecutive contro Juventus, Palermo e Inter. Le prime due in campionato, la terza ieri sera in Coppa Italia. Era proprio dal 2004-05 che la Roma non incappava in una serie casalinga così nera. Anzi, in quel periodo fece anche peggio, visto che dal 5 marzo al 20 aprile (in primavera, proprio come oggi) mise insieme addirittura quattro stop di seguito all’Olimpico, dove perse 2-1 con la Juve (ancora con Delneri come allenatore), 2- 0 con il Milan nel giorno dell’esordio in panchina di B.Conti, 2-1 con la Reggina e 2-0 con il Siena. Quattro sconfitte casalinghe consecutive in gare ufficiali che rappresentano il record negativo degli ultimi tempi che ora questa Roma derelitta affidata a Montella “rischia” di eguagliare sabato contro il Chievo. L’augurio, ovviamente, è che ciò non avvenga e che la squadra si riprenda, anche perché sfumata la Champions (pensare di riagguantare il quarto posto sembra davvero un’utopia) e probabilmente anche la Coppa Italia (ma davvero pensiamo che i nostri possano ribaltare la sconfitta di ieri a S.Siro?) bisogna pur sempre difendere la partecipazione alla prossima Europa League, che sempre una coppa continentale è.

Roma – Inter, tutte le interviste. Montella: “Con un pò di fortuna possiamo ribaltare il risultato”. De Rossi: “La società? Non è facile rimanere indifferenti”

 Montella a Rai Sport, Roma Channel e in conferenza stampa al termine dell’incontro:
Non sono convinto che l’ Inter abbia meritato, ma se si sbagliano dei gol così facili. Il calcio è questo però la squadra ha cercato di proporre gioco, creando molto,spesso però è mancato l’ultimo passaggio. E’ difficile commentare episodi come gli errori sotto porta, Vucinic ha fatto giocate buone, altre un po’ meno, ma si vede che non è tranquillissimo. Noi abbiamo finito in crescendo, alla fine anche se in modo disordinato siamo cresciuti e abbiamo provato ad attaccare e pareggiare. Per me la squadra non è sulle gambe, individualmente si può soffrire la situazone difficile, per esempio oggi fai un buon primo tempo e per un tiro bellissimo, tra l’altro il primo verso la porta,vai in svantaggio, ma la squadra non voleva perdere, si è visto. Le voci socetarie forse disturbano qualcuno, ma un giocatore di alto livello, un giocatore da Roma, non dovrebbe risentire di questa cosa. Per il ritorno io ci credo, la squadra è convinta di potercela fare se giochiamo al massimo, e anche se dovessimo avere un pizzico di fortuna in più”.

All’Inter ci pensa Burdisso

 Da La Gazzetta dello Sport:

Non è la prima volta da ex, ma giocare contro l’Inter non sarà mai una cosa normale per Nicolas Burdisso. Cinque anni in nerazzurro, la malattia della figlia Angelina -una leucemia acuta -per fortuna poi guarita, il passaggio dalle stagioni delle beffe a quelle dei successi, la famosa rissa di Valencia, il privilegio di essere l’ultimo giocatore dell´Inter ad indossare la maglia numero 3, quella di Giacinto Facchetti. Poi, nel 2009, il trasferimento alla Roma, in prestito.
OTTO MILIONI – Il 28 agosto 2010 l’annuncio, tra squilli di tromba e la felicità delle casse interiste per la conclusione della vertenza: Burdisso definitivamente alla Roma per la modica cifra di 8 milioni.

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