Taddei: “Possiamo vincere, Julio Sergio è sempre stato forte. Qui per sempre”

 Da Forza Magica:

Siamo un gruppo forte, abbiamo tutte le caratteristiche per vincere, ma dobbiamo restare concentrati, fare la politica dei piccoli passi, senza commettere errori e sono convinto che quest’anno un trofeo lo conquisteremo, non ho voglia di ritrovarmi a mani vuote al termine della stagione”: Rodrigo Taddei lo dice con umiltà ma con la convinzione dei propri mezzi. E’ scaramantico ma la voglia di vincere è più forte e infatti si lascerà scappare più di una volta nel corso di questa intervista la parola vincere.
La sua convinzione parte dalla qualità e dalle potenzialità di questo gruppo:

Siamo forti, lo siamo sempre stati e lo abbiamo dimostrato in questi anni, anche quando c’era Spalletti in panchina, abbiamo cambiato poco in ogni stagione, più o meno il gruppo è sempre stato questo. Forse potevamo vincere di più. Pensate all’anno dello scudetto vinto per un punto dall’Inter, abbiamo commesso degli errori anche noi, troppi pareggi, ancora oggi non riesco a spiegarmeli, ci hanno portato via punti preziosi e questi svarioni li abbiamo pagati alla fine. Questa volta non voglio correre il rischio di cadere negli stessi errori, per questo dico di affrontare le gare di domenica in domenica con grande concentrazione e sono sicuro che alla fine della stagione potremo gioire tutti insieme, noi calciatori ma anche e soprattutto i tifosi, se lo meritano per tutto quello che ci danno. E’ questa la giusta mentalità da osservare quando si sta lottando per lo Scudetto. Per vincere poi secondo me è importante che all’interno di un gruppo ci siano uomini di esperienza e giovani talentuosi, come noi insomma”.

Juan: “Attenta Inter, la Roma sta arrivando”

 Da La Gazzetta dello Sport:

L’ambiente giallorosso pare stanco dei suoi brasiliani eccellenti. «Juan, Doni e Baptista pensano solo al Brasile», urlava l’etere locale tre mesi e mezzo dopo, è l’ora del trionfo, perché sulla rimonta il marchio di Juan è inconfondibile. E lui ce lo racconta così.
Juan, che cosa è cambiato? «Prima eravamo più o meno tutti infortunati e queste critiche ci amareggiavano. Comunque ho sempre avuto la coscienza tranquilla. Certo, la Nazionale è importante. A chi gioca dà fiducia, per il club è un valore, senza contare che nel Brasile siamo così in tanti che, se rinunci, ci metti un attimo a perdere il posto».
E lei che pareva infortunarsi sempre, ora è fra i top. «Devo ringraziare lo staff per avermi consentito di curarmi con il fisioterapista Luigi Novello (titolare della Fisiotonik, in Calabria, ndr). Ha scoperto che avevo un problema posturale e me l’ha risolto. Poi sono cambiati anche gli allenamenti. Con Spalletti si facevano più partitelle, lui ti chiedeva di più a livello di contrasti e c’era rischio di farsi male, ma correvamo tanto come adesso».

Con Ranieri all’Olimpico non passa lo straniero, come lui nessuno mai

 “Campo Testaccio, c’hai tanta gloria, nessuna squadra ce passerà. Ogni partita è ‘na vittoria…” recita Campo Testaccio, l’inno sulla gloriosa casa romanista fino al 2 giugno 1940. Nei giorni nostri i gladiatori giallorossi combattono sul terreno dell’Olimpico, tornato finalmente fortino (quasi) inespugnabile da quando Claudio Ranieri, testaccino di nascita, ha preso le redini della formazione di Trigoria. Il feeling tra l’impianto che sorge all’interno del Foro Italico e la Roma, in questa stagione, era iniziato tra alti e bassi: in piena estate prima il Gent e poi il Kosice dovettero arrendersi agli uomini di Luciano Spalletti nelle prime gare di Europa League. Dieci gol all’attivo (di cui 5 siglati da Francesco Totti) e solo 2 al passivo. Un trend positivo subito ribaltato all’esordio stagionale del campionato italiano di serie A: il 30 agosto, infatti, la Juventus di Ferrara violò lo stadio con un secco 1-3. Gara fatale per il destino giallorosso del tecnico toscano e punto d’inizio per la nuova avventura di Ranieri alla Roma. E per l’imbattibilità (quasi) perfetta dell’Olimpico. Da allora, infatti, sono 16 i successi casalinghi in 17 apparizioni sul terreno amico. Dieci in campionato, tre in Europa League ed tre in Coppa Italia. Trentacinque boati della Sud contro i dieci gol subiti dai giallorossi sotto il proprio pubblico. Un cammino casalingo che ha fatto risorgere la squadra capitolina lanciandola ai sedicesimi di finale della coppa europea, alle semifinali nel trofeo nazionale e nelle zone nobili del campionato italiano. L’unica macchia la sconfitta per 0-1 contro il Livorno di Serse Cosmi; il perugino (ma romanista di fede) che ha dato l’unico dispiacere casalingo al tecnico di San Saba.

Roma, Totti e Toni i migliori rinforzi

 Da La Gazzetta dello Sport:

Rispetto a lui, parevano di un altro pianeta. Compagni e avversari, andavano a velocità supersonica, mille valvole nei motori, palloni come raggi missili. E lui, mai visto così spaesato, incapace di trasformarsi nel solito ipergalattico. Reduce dall’ennesimo infortunio, ricaduto per lo sforzo imprevisto con la Juventus, ancora un po’ arrugginito. Oppure, non gli basta più schiacciare il pulsante magico, e oplà, un tacco, un assist, un cucchiaio è servito. Impotente, nervoso e, logica conseguenza, sostituito nell’intervallo. Non così logica, però, trattandosi di Francesco Totti. Scherza con i fanti ma lascia stare i santi. Gli allenatori della Roma più recenti si sono adeguati al proverbio senza fiatare, Spalletti in primis. Anche perché rare sono state le occasioni di trattarlo come un comune mortale. Totti era e resta il calciatore più forte della Roma.

Ranieri: “Spalletti? Con lui c’era assuefazione”

 In un’intervista a “Radio Anch’io Lo Sport“, Claudio Ranieri tiene alta la concentrazione e parla del suo predecessore, Luciano Spalletti: Da Il Romanista:

«Sostengo sempre che il campionato dice la verità. Abbiamo ripreso queste grandi squadre, il Milan deve recuperare una partita, mentre noi dobbiamo recuperare i nostri infortunati. Toni è venuto qui determinato e c’è da assemblare la coppia con Francesco Totti. Perché all’inizio della stagione i risultati erano altalenanti? Con Spalletti c’era assuefazione, era venuto meno l’entusiasmo da ambo le parti. Noi abbiamo perso un po’ di tempo, poi però abbiamo ritrovato tutto e dobbiamo mantenere la strada sino alla fine. Ho più di vent’anni di carriera alle spalle, la gavetta l’ho fatta.

Roma-Inter, corsa per lo scudetto?

 Da La Gazzetta dello Sport:

Non è ancora un incubo per l’Inter, potrebbe diventarlo presto: la Roma. Ancora tu, ha ripreso a cantare negli spogliatoi della Pinetina Javier Zanetti, maestro nel Karaoke e appassionato di Lucio Battisti Lui, Cordoba, Cambiasso, Stankovic, Materazzi, Julio Cesar… insomma i veterani della squadra, non hanno di certo dimenticato le apprensioni generate dall’ultima rimonta giallorossa. E del resto è cosa recente l’atto conclusivo del torneo 2007-08, con la Roma scudettata per quasi un’ora e l’Inter che batte il Parma nella ripresa grazie a Ibrahimovic e fa festa sotto il diluvio.

Perrotta: “Ora la squadra è più compatta ed i risultati si vedono. Possiamo ambire a traguardi importanti”

 Simone Perrotta ha commentato il momento positivo che sta vivendo lui e la sua Roma, al canale tematico della società giallorossa Roma Channel:

Oggi non ti sei allenato. Tutto bene?
“Niente niente, stanchezza generale. Piccolo pit stop che ogni tanto fa bene. Giocare fa sempre piacere, sempre partite belle e importanti. Se giochi è segno che il mister ti tiene in considerazione”.
Bel momento per la Roma. Lo avresti dopo la sconfitta con la Juve all’andata?
“Era un momento momenti difficili. Per tutto l’ambiente. A Trigoria si viveva il passaggio da Spalletti a Ranieri con grande tristezza. Abbiamo avuto la fortuna di trovare un’altra persona per bene, romana e romanista. All’inizio per il campo ci sono state difficoltà per metodi completamente diversi. Ha avuto la bravura di non forzarci subito imponendo il suo credo. Ci ha lasciato giocare come sapevamo per poi aggiungere il suo credo. Ora i risultati si vedono. La squadra è più compatta del passato. Difficilmente riescono a farci gol e con gli attaccanti che abbiamo un gol lo facciamo sempre”.

Vucinic: “Ranieri mi ha dato subito fiducia”

 Da Il Corriere dello Sport:

Per tanto tempo, da quando è arrivato alla Roma, il suo nome ha diviso la tifoseria. Mirko Vucinic un campione o un attaccante di seconda fascia? Negli ultimi tempi sembra aver messo tutti d’accordo. Non segnerà quanto un bomber di razza, non sarà in corsa per il titolo di capocannoniere, ma in questa Roma si è ritagliato uno spazio importante. Al punto che anche con l’arrivo di Toni ( che comunque ora è infortunato e ne avrà per un mese) il montenegrino non rischia il posto. Anzi, pur di non rinunciare a lui, Ranieri potrebbe anche prendere in considerazione più avanti l’idea di schierare il tridente.
Mirko Vucinic, la Roma adesso vo­la. Ha raggiunto il terzo posto in campionato, è in piena corsa in Eu­ropa League, ha conquistato la se­mifinale in Coppa Italia. Dove può arrivare?
«Il più avanti possibile, senza pre­cluderci nessun traguardo. Speria­mo di continuare così».
Ma se dovesse scegliere?
«Non saprei. Sono tre obiettivi im­portanti e quando si vince un trofeo è bellissimo, qualsiasi esso sia. In campionato il nostro traguardo è tornare in Champions League. Ci so­no tante squadre che ci puntano. Per questo dobbiamo continuare a gio­care con una certa grinta e con la vo­glia di lottare e sacrificarsi».

Ranieri ha cambiato la Roma

 Da Il Tempo:

Da Siena al Siena. Un girone dopo è tutta un’altra Roma. Diversa, rinata e col vento in poppa sorridente. Una metamorfosi completa, insomma. E la prima tappa della trasformazione risale proprio alla gara d’andata, la prima con Claudio Ranieri in panchina. Da quel momento, era il 13 settembre, la Roma ha cambiato pelle. Nel frattempo, dal primo vagito dell’era ranieriana alla ormai sana e robusta costituzione attuale, ci sono stati 27 test che hanno confermato la «mutazione». Lo dicono i grandi numeri: 17 vittorie, 6 pareggi e 4 sconfitte.

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