Montali: “Roma, il coraggio paga. Lazio, zittisci i detrattori”

 Il pensiero di Gian Paolo Montali, coordinatore e ottimizzatore delle risorse umane dell’area sportiva della Roma, dalle colonne del Messaggero:

Non è tempo di bilanci. Ed io sono abituato a farlo sempre al termine di una stagione. Ma quello che ci aspetta nelle prossime 4 gare (3 di campionato e la finale di Coppa Italia) merita una riflessione. Ciò che ha fatto questa squadra è sotto gli occhi di tutti. Nessuno potrà mai togliercelo. La qualificazione già alla fase a gruppi in Champions League, la Finale di Coppa Italia a Roma, e la finale di SuperCoppa italiana. Ma c’è di più. Ed è ciò che questo gruppo di persone ha saputo accendere nell’immaginario collettivo dei suoi tifosi e degli sportivi italiani.

La Roma scende in piazza

 Da Il Messaggero:

Venerdì, intorno alle ore dieci, appuntamento a via Allegri, davanti alla sede della Federcalcio. O – per evitare eventuali problemi di ordine pubblico – a Trigoria, anche se avrebbe un peso diverso. Una protesta? Forse una rivolta. Diciamo una manifestazione per la Roma che, secondo la piazza, contro la Sampdoria è stata derubata. La protesta coinvolge molti tifosi, singoli o gruppi, televisivi, radiofonici o da stadio. Ognuno andrà per conto proprio, qualcuno in rappresentanza della Curva. La cosa è di tale portata, che è difficile far finta di nulla, con la Questura che sta monitorando attentamente la situazione in attesa di avere una richiesta ufficiale.

Lazio-Roma, si gioca alle 18.30. Biglietti, rimane solo la Monte Mario

 ROMA – La sicurezza, innanzi tutto. Il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha deciso di anticipare l’orario di inizio del derby tra la Lazio e la Roma per motivi legati all’ordine pubblico. La partita comincerà, dunque, alle 18.30 di domenica, e non alle 20.45 come inizialmente previsto. La prefettura, le due società, la Lega Calcio e Sky hanno trovato un accordo, scegliendo l’orario delle 18.30 per ragioni correlate ai diritti televisivi. 

Sacchi: “Scudetto? Roma favorita, l’Inter pagherà lo scontro col Barça”

 Dalle colonne de La Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi parla della corsa scudetto e di quanto possa influire il doppio confronto di Champions League fra Inter e Barcellona sulla vittoria del campionato:

È successo quello che alcuni mesi fa nessuno avrebbe previsto: la Roma ha superato l’Inter ed è prima. Un’incredibile rincorsa, culminata con 5 vittorie consecutive. L’avvento del bravo Ranieri e di Montali ha dato equilibrio e maturità a un gruppo che aveva perso convinzioni e morale. La squadra forse gioca in attacco un calcio meno fluido e spettacolare dell’era spallettiana, ma è più equilibrata e compatta. E l’arrivo di Burdisso ha dato attenzione e determinazione a un reparto che ne era carente. Ma Claudio è stato anche bravo nel risvegliare motivazioni e valori sopite. Ora la Roma non dovrà essere colpita dalla sindrome del successo, né avere rilassamenti.

Ranieri e Montali: le scelte azzeccate di Rosella Sensi

 Da Il Corriere della Sera:

Il lavoro della squadra «vera» è sotto gli occhi di tutti: primo posto in classifica; 14 punti recuperati all’Inter da fine novembre a oggi; 23 risultati utili consecutivi in campionato; 15 giocatori diversi mandati in gol; divisione dei gol segnati – 31 dagli attaccanti, 18 dai centrocampisti e 10 dai difensori- che dimostra un gioco di squadra, corale, e non soltanto grande attenzione tattica e pallone in avanti per Totti, Toni e Vucinic. Dietro il primato della Roma, che non era in testa da sola nel girone di ritorno dal 10 febbraio 2002, c’è però anche il lavoro della squadra che non si vede, quella formata dallo staff tecnico e dai dirigenti. E alla presidentessa Rosella Sensi, piaccia o non piaccia, va almeno riconosciuto il merito di aver scelto bene le persone per costruire un modello di società che deve fare ameno di un elemento fondamentale: tanto cash da investire in giocatori.

Menez ha la fiducia di Ranieri

 Da La Gazzetta dello Sport:

L’abbiamo scampata bella. Visto il repertorio di critiche e ironie che gli sono piovute addosso nei primi venti mesi di soggiorno a Roma, se Jeremy Menez fosse stato in qualche modo parente con Nicola Sarkozy e avesse potuto beneficiare delle furie presidenziale in stile Elise, i licenziamenti dei giornalisti non farebbero più nemmeno notizia.
Ma il vento è cambiato e così il talento francese -classe 1987 proprio come Benzema, Nasri, Ben Arfa, le tre speranze del calcio transalpino- adesso ha conquistato la piazza e si trova ad essere l’asso nella manica della Roma a caccia dello Scudetto, tanto più che adesso Claudio Ranieri si è votato al tridente offensivo.

De Rossi: “Scudetto? La Roma ci crede”

 Dalla Gazzetta dello Sport:

Centro sportivo «Fulvio Bernardini», interno giorno. Gian Paolo Montali si avvicina a De Rossi e gli dice: «Daniele, mi dispiace, ma lo sai anche tu ciò che devo dirti, vero?». Il ragazzo allarga subito le braccia e dice: «Direttore, so tutto. La multa me la merito». La Roma aveva appena pareggiato a Livorno e, causa squalifica in arrivo, avrebbe dovuto giocare la difficile partita interna contro l’Udinese senza De Rossi e Pizarro, ammoniti stupidamente per proteste. Male regole valgono per tutti, soprattutto quando c’è un sogno da coltivare, così Daniele ha pagato ed è tornato a volare alto.

Roma: scatta l’operazione Bari

 Da La Gazzetta dello Sport:

Cena fuori consentita sabato sera, ma senza esagerare. Ammessi tete-à-tete, gruppi di tre o quattro persone, non di più. Grandi tavolate considerate eccessive. Se proprio insistete, una capatina in discoteca. Ma la domenica in famiglia, a riposo. Ottimi cinema, teatro, musei, parco con i bimbi, tv in salotto. Consentita pure la visione di Milan-Lazio, ieri sera. Ma al fischio finale, subito a letto. Oggi si ricomincia. Anzi, «comincia la settimana più importante della stagione— dice un dirigente —, quella in cui dovremo confermarci». Scelte di vita Entusiasmo tutto sommato contenuto. Caroselli sì, ma senza bloccare la città.

Montali: “Scudetto? La Roma ci crede, ma non ci sono tabelle”

 Gian Paolo Montali è intervenuto alla trasmissione Rai, Radio Anch’io Lo Sport. Ecco le parole del dirigente giallorosso:

Quale è il suo ruolo all’interno della Roma? “La definizione è molto particolare, sono il coordinatore dell’area sportiva. In realtà sono uno dei tre direttori che si occupa dell’organizzazione della società, io mi occupo della gestione della prima squadra, quindi giocatori allenatore e parte organizzativa”.

Il futuro del calcio ha bisogno di manager? “Non spetta a me dirlo, di sicuro la Juventus è stata la prima chiamandomi, poi lo ha fatto la Sensi dandomi questa opportunità. E’ un alibi dire che nel calcio ci vogliono solo persone ‘del calcio’. Mourinho, Capello o Benitez, se li mettessero in una società di basket, farebbero bene lo stesso, sono abituati a comandare e vincere”.
Il risultato della Roma è frutto anche di questo progetto?
“All’inizio il mio arrivo era visto un po’ così, anche per questa definizione strana. Il mio ruolo è quello di manager a tutto tondo, è chiaro che ho un passato di allenatore, ma non sono solo un motivatore. Avevo bisogno di entrare in punta dei piedi, io ho accettato questo lavoro non per apparire, ma per essere.

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