Roberto Rosetti da Torino: le gare, la storia e le polemiche con la Roma

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 “Gli errori possono verificarsi, gli arbitri possono sbagliare”. Giancarlo Abete, presidente della Figc è stato chiaro: gli errori possono capitare. Ma quando le sviste si verificano di continuo si può pensare a qualcosa di più grande e di più vergognoso che un semplice errore. Questa è la storia di Roberto Rosetti da Torino, una lunga vicenda piena di sbagli, errori e decisioni che hanno cambiato il cammino giallorosso. Quella di ieri sera non è stata la prima partita insufficiente dal miglior arbitro italiano (incoronazione avvenuta nel 2006 e nel 2007) e del numero uno al mondo per la federazione internazionale di statistica nel 2008. Con la Roma il fischietto internazionale ha una storia ricca di precedenti: sono 32 le sue direzioni con gli uomini in giallorosso in campionato e altre due tra Coppa Italia e Supercoppa. Le statistiche dicono che dal primo arbitraggio (Roma-Bari 3-1 del 6 gennaio 2000) a quello di ieri, la Roma con Rosetti ha vinto 15 volte (2 a San Siro), 10 sono i pareggi ottenuti e 7 le sconfitte subite; 59 sono i gol segnati, 37 quelli incassati. Favorevole anche il conto dei rigori: 14 per la Roma, 4 contro, mentre in parità è quello delle espulsioni (8 a 8). Alla direzione di gara del fischietto piemontese si lega anche il ricordo del derby vinto 5-1 con quattro gol di Montella e il quinto di Totti su pallonetto a Peruzzi. Numeri alla mano si direbbe che il fischietto piemontese sia un portafortuna per i colori giallorossi. E allora perché il dopo gara di Milan-Roma è stato animato dalle dichiarazioni roventi del gruppo romanista? Perché numerosi sono gli arbitraggi contestati dai giallorossi e innumerevoli gli episodi eclatanti ai danni della Roma.“L’arbitro era sempre lui, quando abbiamo perso lo scudetto due anni fa“, è stata l’esternazione della squadra riportata da Ranieri in conferenza stampa. I giallorossi non hanno dimenticato Rosetti: “Se parlo mi danno dieci anni di squalifica“, afferma Pizarro, “Il rigore su di me? Certo che c’era“, la precisazione di Menez. E ancora, Mexes: “Su certi episodi non si può far nulla. Le persone devono essere competenti“. Si è fatto sentire anche Pradè: “Non mi piace parlare degli arbitri ma si rischia di passare per fessi. Il rigore per il Milan è molto dubbio. Senza quell’episodio porti la partita a casa“. Incredulo Vucinic: “Sempre la stessa storia, a Milano ormai non sappiamo più che pensare: è uno scandalo”. Dulcis in fundo anche la dottoressa Rosella Sensi ha voluto esternare tutta la sua rabbia: “Esigo, sottolineo esigo, rispetto per la squadra e i tifosi della Roma. Per quanto sia un eccellente arbitro internazionale Rosetti con la Roma sbaglia troppo spesso. A San Siro con Rosetti abbiamo gia’ perso uno scudetto”.
I PRECEDENTI
– È datata 31 maggio 2003 la prima svista di Rosetti: a San Siro si giocò la finale di ritorno di Coppa Italia tra il Milan di Ancelotti e la Roma di Capello. Finirà 2-2 con due espulsi tra le fila romaniste: prima Totti per somma di ammonizioni, poi Cassano per proteste dopo un fallo di Laursen non fischiato. Il talento di Bari Vecchia, uscendo per il rosso sventolato da Rosetti,  fece le corna al direttore di gara. Da allora, però, arrivarono solo successi con le milanesi: il 7 marzo 2004 la Roma superò l’Inter in campionato per 4-1 (ma Rosetti annullò 3 gol alla squadra di Trigoria); l’anno successivo Inter-Roma 2-3; il 15 gennaio 2006 Roma-Milan 1-0; Inter-Roma 0-1 in Supercoppa il 19/08/07, anche se Rosetti sorvolò su due contatti in area ne­razzurra molto dubbi tra Materazzi e Giuly e tra Cordoba e De Rossi prima di assegna­re un penalty per fallo di Burdisso su Totti. Oltretutto Perrotta venne espulso prima di entrare in campo per sostituire un compagno, la sua colpa fu di aver protestato per la mancata concessione di un rigore a favore della Roma. Poi fu il turno di Milan-Roma in campionato il 28/10/07, con un rigore a favore dei giallorossi fallito da De Rossi. La partita delle polemiche per eccellenza, però, si giocò il 27 febbraio 2008: Inter-Roma. Totti aprì le marcature al 38esimo ed i tifosi romanisti cominciarono a credere nella possibile rimonta verso lo scudetto. Ma i giallorossi non fecero i conti con Rosetti: Mexes viene prima ammonito per essere rientrato da un infortunio tagliando il campo di gioco, poi subì un altro cartellino per un presunto fallo su Crespo: Rosetti ristabilì così la parità numerica dopo aver graziato Burdisso per un’entrata su Taddei (l’argentino era già ammonito). Allo scadere, poi, Zanetti trovò l’1-1 e la polemica scoppiò. Il finale di stagione fu da cardiopalma, la Roma vide svanire la speranza scudetto solo all’ultima giornata dopo aver assaporato per mezz’ora il tricolore. Ma questa è un’altra storia.
LONGHI
“Ieri Rosetti mi ha lasciato perplesso, è un arbitro internazionale e da lui ci si aspetta una prestazione migliore di quella che ha fatto”. A parlare è Carlo Longhi, ex fischietto della serie A, commentatore e moviolista televisivo. “La prestazione di Rosetti non è soddisfacente continua Longhi in una intervista ad AsRomaLive.com non si vede solo da questo episodio ma da tutta la direzione della partita, di tutto l’insieme gestito malamente. Non è solo l’episodio singolo che porta a dire che non ha arbitrato bene, ci sono una serie di decisioni che non mi hanno convinto”. Come il rigore negato a Jeremy Menez: “C’è una serie di decisioni che lasciano perplessi, da una parte è stato fiscale, dall’altra meno, servirebbe un comportamento omogeneo. E’ mancato di uniformità nell’applicazione delle regole”. Rosetti però con la Roma ha una storia lunga e piena di polemiche, specialmente a San Siro, per Longhi però sono solo coincidenze: “No assolutamente nessuna sudditanza. In questi casi un arbitro cerca di non inasprire il suo rapporto con le società, è stata una prestazione insufficiente e basta”.
LA MALEDIZIONE SAN SIRO
Claudio Ranieri e la maledizione di San Siro. Il tecnico giallorosso ieri sera ha raggiunto la 445esima gara da allenatore (313 nel massimo campionato italiano). In campionato ha colto il successo in 130 incontri, mentre 104 sono le partite finite con il segno X in schedina. Delle 79 sconfitte in carriera, sette sono ad opera dei rossoneri contro cui le sue squadre hanno giocato in 14 occasioni. Quattro sono i pareggi ottenuti contro il Milan e tre le vittorie, l’ultima delle quali avvenuta il 14 dicembre 2008 a Torino, nella sfida terminata sul 4-2 per la Juventus allenata dal tecnico romano. La prima volta che Ranieri entrò a San Siro da allenatore è datata 6 gennaio 1992, giorno della disfatta del Napoli per 5-0. In diciassette anni di carriera il tecnico trasteverino non ha mai vinto alla scala del calcio contro i diavoli rossoneri. E la maledizione continua anche per colpa del fischietto di Rosetti.


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