Da La Gazzetta dello Sport:
Dalle stalle alle stelle. Perché essere romanisti è tornata una condizione da ostentare: a scuola, in ufficio, in metrò, perfino in un seggio elettorale. Il tifoso esce di casa con la sciarpa legata al collo non per andare allo stadio, ma a lezione. Da qualche mese, alla sciarpa il romanista abbina un sorriso smagliante. Ora sono tutti felici e giallorossi, senza variazioni di tonalità. Tifosi sempre presenti, tifosi occasionali, simpatizzanti: la Roma ha riconquistato il suo popolo.
Olimpico già due volte esaurito, Trigoria sempre una festa, il pullman della squadra che sabato pomeriggio faceva fatica a percorrere l’ultimo tratto tra due ali di folla perfino commossa. Eppure, appena pochi mesi fa, l’Olimpico era semideserto e quei pochi che c’erano fischiavano e sparavano petardi, o depositavano corone di fiori per celebrare il funerale della squadra.
Da La Gazzetta dello Sport:
Gian Paolo Montali è intervenuto alla trasmissione Rai, Radio Anch’io Lo Sport. Ecco le parole del dirigente giallorosso:
Da Il Romanista:
Luca Toni e Daniele De Rossi. Pittori a tinteggiare un quadro che si sta componendo in maniera imprevista. Il campionato di serie A più incerto degli ultimi anni – con tre squadre racchiuse in tre punti – ha circoscritto le candidate al tricolore. Inter, Roma, Milan. Che arrivano alla volata finale in condizioni fisiche e mentali diametralmente opposte. I nerazzurri hanno un vantaggio misero ma anche la garanzia che, dovessero riuscire a sfruttarlo, i risultati delle altre due sarebbero superflui. Un punto in più sulla Roma, tre sul Milan (che contro la Lazio ha fatto 1-1).
Che Edimio Morganti sia stata una scelta azzeccata o meno, è argomento che appartiene al passato. Di certo è stata scelta contestata e discussa. Roma-Inter la si è archiviata da quasi 24 ore e il risultato finale ha evitato qualunque tipo di polemiche. Che, in caso di punteggio differente dalla vittoria giallorossa, sarebbero state veementi, aspre, a tal punto dure da tenere banco per settimane e settimane. Del resto, Morganti è scelta partorita nella mente di Collina. Il tifo più scalmanato avrebbe avuto vita facile a trapassare quell’appellativo – ladri – da chi ne è titolare nell’immaginario collettivo (e non così tanto a torto, insegna la storia più recente) a chi è stata spesso vittima di angherie arbitrali. Dalla Juventus all’Inter. Sarebbero bastati – avanzavano pure – due episodi: il gol di Milito in netto fuorigioco (nel nascere dell’azione) e il contatto tra Julio Cesar e Matteo Brighi in area nerazzurra che Morganti ha giudicato in maniera inequivocabile. Simulazione e giallo per il giallorosso, in realtà toccato per davvero dall’estremo nerazzurro.
Carlo Mazzone è un giallorosso verace, uno di quelli che crede nella Roma in tempi di tempesta. Figuriamoci poi se la classifica vede i giallorossi in lizza per la conquista dello scudetto. Accorato e passionale come suo solito, Sor Carletto esorta a non mollare perchè “può succedere di tutto”. La certezza dell’ex tecnico giallorosso, inoltre, è che Claudio Ranieri sia sinonimo di onestà e lealtà oltre che di grande professionalità. Da Ansa:
Mancano manciate di minuti per l’inizio del posticipo di serie A (31^ giornata) tra Milan-Lazio. Terzi in classifica i rossoneri, a 4 punti dall’inter e a 3 dalla Roma; quartultimi i biancocelesti, appaiati con l’Udinese a 32 punti e in piena zona play out. Messa così, ne siamo certi, è un dubbio amletico: per chi si tifa stasera? O meglio, contro chi si tifa? Il ragionamento lo si fa in ottica scudetto o sulla scia della romanità?