Collina ha tifato Roma. Contro l’Inter. Per 25′ circa

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 Che Edimio Morganti sia stata una scelta azzeccata o meno, è argomento che appartiene al passato. Di certo è stata scelta contestata e discussa. Roma-Inter la si è archiviata da quasi 24 ore e il risultato finale ha evitato qualunque tipo di polemiche. Che, in caso di punteggio differente dalla vittoria giallorossa, sarebbero state veementi, aspre, a tal punto dure da tenere banco per settimane e settimane. Del resto, Morganti è scelta partorita nella mente di Collina. Il tifo più scalmanato avrebbe avuto vita facile a trapassare quell’appellativo – ladri – da chi ne è titolare nell’immaginario collettivo (e non così tanto a torto, insegna la storia più recente) a chi è stata spesso vittima di angherie arbitrali. Dalla Juventus all’Inter. Sarebbero bastati – avanzavano pure – due episodi: il gol di Milito in netto fuorigioco (nel nascere dell’azione) e il contatto tra Julio Cesar e Matteo Brighi in area nerazzurra che Morganti ha giudicato in maniera inequivocabile. Simulazione e giallo per il giallorosso, in realtà toccato per davvero dall’estremo nerazzurro.

In quei frangenti, va detto a chiare lettere, a Pierluigi Collina non è rimasta che un’opzione unica: sperare che la Roma rimettesse le cose a posto con una rete. In quei frangenti, va detto, il designatore arbitrale deve aver sudato parecchio immaginando gli incubi a cui stava per andare incontro. Luca Toni lo ha accontentato, trafiggendo i nerazzurri con il gol partita. Poi, 10′ minuti di sofferenza e il triplice fischio di Morganti. Solo in quell’istante, non lo ammetterà mai ma ne siamo certi, Collina è tornato imparziale nei panni di giudice sommo. Con una mano sulla fronte ad asciugare il sudore e l’altra a stringere in palmo quella della sorte. Che gli è venuta in soccorso.


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