Inter: offese a Totti

Dal Messaggero: Cori, fumogeni, striscioni, bandiere: l’invasione è stata graduale

“Chi tifa Roma, non perde mai”

 Dal Tempo:

Condannata dal destino a illudersi, sperare e poi piangere, la Roma a Verona accarezza lo scudetto per diciannove minuti più il quarto d’ora d’intervallo, ma ancora una volta si deve piegare all’Inter. Come due anni fa, Vucinic è l’uomo del sorpasso, un attaccante dell’Inter – allora Ibra, ieri Milito – trasforma l’incubo nerazzurro in una festa. Il campionato delle mille emozioni e polemiche finisce nel modo più crudele per i giallorossi. Ottanta punti e una rimonta strepitosa non bastano per regalarsi il quarto scudetto della storia. Sarebbe stato il più bello e il più significativo. L’Inter ha rischiato davvero di perdere lo scudetto: Ranieri ha fatto due punti in più di Mourinho, ma sarebbe ingiusto per gli uomini giallorossi parlare di rimpianti.

“Nun è successo, ma semo contenti lo stesso”

 Dal Corriere della Sera:

Cori, applausi. I flash di digitali e cellulari che lampeggiano davanti agli hangar. Tante bandiere. «Nun è successo, ma noi semo contenti lo stesso». Il piccolo striscione sventola orgogliosamente tra la folla che attende l’arrivo dei calciatori della Roma a Fiumicino. Lo regge Daniela, una signora sulla cinquantina che racconta di aver pensato a cosa scrivere su quel lenzuolo mentre «venivo in aeroporto, assieme a mia figlia. Lei a un certo punto mi ha detto: “A ma’, sai che c’è? Non è successo, e vabbè. Ma io sono contenta lo stesso”. Ci siamo guardate e abbiamo capito che quelle parole erano il senso della nostra giornata».

Chievo-Roma: De Rossi, il gladiatore

 Dal Romanista:

“Gioca male”, “ha problemi personali”, “non è più lui”, “se ne va”, “per forza, hanno offerto mille miliardi di euro”. La risposta di De Rossi alle ciarle, alle parole al vento, al fantamercato, è contenuta tutta in quella frazione di secondo in cui il piede destro di Daniele esplode la sventola. Il fragore che fa il settimo gol in campionato, l’undicesimo stagionale, è un’eco che si spegne, muore, solo alla notizia del gol di Milito. De Rossi è scosso. Ha pianto anche lui.

Roma: il miracolo dura meno di venti minuti

 Dal Romanista:

Serviva un miracolo. E il miracolo non c’è stato. Ma questo sposta poco o nulla dal punto di vista dell’impresa che la Roma è riuscita a compiere in questa stagione. Da Claudio Ranieri fino all’ultimo dei giocatori, dal presidente Rosella Sensi fino all’ultimo dei magazzinieri di Trigoria, complimenti vanno fatti a tutti. Perché tutti se li meritano. La partita di ieri non è stata un partita: nel senso che il Chievo per un po’ ci ha provato, ma la Roma era troppo più forte e motivata per non vincere e ha chiuso la pratica nel primo tempo grazie ai gol di Vucinic (il quattordicesimo in campionato, gli stessi di Totti) e De Rossi.

Totti: “Abbiamo dato tutto”

 Dal Romanista:

«Abbiamo fatto tutto quello che potevamo. Abbiamo dato tutto quello che avevamo». Inizia così il breve messaggio che Francesco Totti, attraverso il suo sito personale, ha inviato ai tifosi giallorossi poche ore dopo il termine del campionato. Quando erano appena finiti i cori dei 20mila avevano sostenuto la squadra al Bentegodi e stavano per cominciare quelli che l’hanno scortata da Fiumicino fino a Trigoria. «E’ il momento di ringraziare i nostri sostenitori ancora una volta – ha detto il capitano -, perché non è mai abbastanza. Le emozioni di questa stagione sono da dedicare interamente a loro. Sono tifosi speciali… anzi di più, sono unici. Loro sono il vero cuore della Roma. Loro sono la Roma. Grazie…». Ringrazia Francesco, ma quel “grazie” il popolo giallorosso lo rivolge volentieri a lui. «Grazie capitano».

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