“Chi tifa Roma, non perde mai”

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 Dal Tempo:

Condannata dal destino a illudersi, sperare e poi piangere, la Roma a Verona accarezza lo scudetto per diciannove minuti più il quarto d’ora d’intervallo, ma ancora una volta si deve piegare all’Inter. Come due anni fa, Vucinic è l’uomo del sorpasso, un attaccante dell’Inter – allora Ibra, ieri Milito – trasforma l’incubo nerazzurro in una festa. Il campionato delle mille emozioni e polemiche finisce nel modo più crudele per i giallorossi. Ottanta punti e una rimonta strepitosa non bastano per regalarsi il quarto scudetto della storia. Sarebbe stato il più bello e il più significativo. L’Inter ha rischiato davvero di perdere lo scudetto: Ranieri ha fatto due punti in più di Mourinho, ma sarebbe ingiusto per gli uomini giallorossi parlare di rimpianti. Impensabile fino all’addio di Spalletti, dopo la seconda giornata con zero punti in classifica, ipotizzare che questa squadra potesse lottare fino all’ultimo secondo del campionato per lo scudetto. Il secondo posto è comunque un miracolo. È finita con il giusto ringraziamento della muraglia giallorossa seduta sugli spalti ai giocatori stremati e delusi. «Chi tifa Roma non perde mai», c’era scritto su uno striscione del Bentegodi. Si è visto ieri.


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