Brighi come Adriano: “Alla Roma al 90%”

 Fabio Simplicio in giallorosso sembra allontanare – almeno un po’ – Matteo Brighi da Roma. Il centrocampista centrale è uno dei pezzi pregiati del mercato capitolino in una estate che si preannuncia in tal senso caldissima. Terminato il valzer degli allenatori, si saprà sicuramente di più anche sugli obiettivi di quelle squadre che aspettano ancora di assegnare le proprie panchine dopo il cambio al timone. Prima tra tutte l’Inter che, orfana di Mourinho, ha tra i principali obiettivi il centrocampista della Roma, in virtù soprattutto della volontà del club di Rosella Sensi di riscattare definitivamente Nicolas Burdisso: Matteo potrebbe essere la contropartita da inserire nella trattativa e soddisfare la volontà di entrambe le parti. Altro nodo cruciale della posizione dell’ex juventino è rappresentato dall’affaire De Rossi. Se Capitan Futuro venisse sacrificato sull’altare del bilancio, allora per Brighi potrebbero addirittura spalancarsi le porte di una maglia da titolare nella prossima stagione al fianco di David Pizarro. In caso contrario, sarebbe proprio lui il sacrificato, e le pretendenti – in questo momento – sono tantissime. Ne avrebbero forte bisogno il Milan (squadra da svecchiare), la Samp (in ottica Champions League), il Napoli e la Fiorentina (ambizioni di rilancio). In questi giorni se ne saprà di più, quello che è certo è che il futuro rimane ancora nebuloso nell’orizzonte del mediano di Rimini.

Francia Europei 2016: Platini, Abete, Chiellini. Le reazioni

 Italia terza. Su tre. Francia sul gradino alto del podio di una sfida tanto importante quanto annunciata nel verdetrto conclusivo. Gli Europei 2016 di calcio si svolgeranno nella Nazione transalpina dopo che, per un voto sulla Turchia, lo Stato rappresentato da Nicolas Sarkozy ha messo le altre due pretendenti in fila. Inevitabile attendersi emozioni differenti e stati d’animo discrepanti tra i referenti dei tre Paesi che sono intervenuti ai microfoni dei media a giochi fatti. Il sorriso smaliante di Michel Platini – Presidente Uefa e emblema dello Stato francese – è quello di chi capisce quanto l’occasione sia da cogliere a braccia aperte: “Euro 2016 è un gran sollievo per la Francia, che ne aveva bisogno per rifare gli stadi e competere con gli altri Paesi. Avevamo tre straordinarie candidature, questa elezione dimostra che la Uefa è democratica. Se il presidente fosse un despota, il risultato sarebbe stato 13-0-0“. Dalla gioia all’amarezza: è un attimo. Il tempo di passare da Le Roi a Giancarlo Abete, Presidente Figc:

La confessione di un ex-hooligan: “Heysel, cercavamo vendetta dopo Roma-Liverpool”

 Che vuoi aggingere. Niente, solo leggere con rammarico le parole di chi – all’Heysel in quel lontano ma indimenticabile 29 maggio 1985 – c’è stato. Era uno degli hooligans inglesi che – a quanto pare – avevano tutta l’intenzione di creare disordini, scompiglio e arrivare allo scontro con gli italiani. Il motivo? Nessuno, tra gli inglesi, aveva dimenticato il trattamento ricevuto a Roma l’anno prima (finale Coppa Campioni tra giallorossi e Reds), quando i tifosi del Liverpool – dice  Tony Evans, oggi scrittore e giornalista sportivo del Times – vennero aggrediti con armi, rabbia e ferocia. ” Ci eravamo detti che la storia non si sarebbe ripetuta“, continua Evans, “Della partita non ricordo nulla. Del dopo-partita ricordo la paura di essere accoltellato dagli juventini“. Non seppero nulla – della tragedia – e metabolizzarono in seguito. “Solo dopo, sulla Manica, cominciò a spargersi la voce. A casa cominciammo a trovare antidoti per la nostra vergogna, raccontandoci le solite bugie“. L’intera intervista rilasciata da Evans a La Stampa:

Un muro è crollato, tutto qui. Io queste parole le ho sentite e le ho ripetute tantissime volte. Ma sono menzogne. C’è un momento di quel giorno a Bruxelles che più di qualsiasi altro continua a tormentarmi. Il nostro treno era da poco arrivato alla stazione di Jette e una lunga colonna di tifosi del Liverpool si era incamminata giù dalla collina verso il centro. Mi fermai a guardarli, bandiere a scacchi rossi e bianchi al vento… Dissi tra me e me: «Oggi possiamo fare tutto ciò che ci pare. Nessuno può fermarci». Era un giorno caldo e soleggiato, ma nell’umore generale si captava un sottofondo oscuro. Quelle bandiere a scacchi le avevamo preparate per la finale dell’anno precedente, contro la Roma allo Stadio Olimpico. E nonostante la conquista della quarta Coppa dei Campioni nessuno, tra quelli di noi che erano stati a Roma, ricorda con affetto quel giorno. Prima della gara, gruppi di giovani in motorino avevano dato la caccia ai nostri tifosi, coltelli in mano. E, dopo la partita, fummo vittima della rabbia di Roma, tra sangue, angherie e umiliazioni. Ci eravamo detti che la storia non si sarebbe ripetuta.

Euro 2016: il declino dell’Italia, anche la Turchia ha maggiore credito

Ancora una delusione, ancora un fallimento. Il calcio italiano scrive un’altra pagina amara della sua decadente storia con la mancata assegnazione degli Europei 2016. Una sconfitta forse ancora più grave di quella del 2012 (quando a soffiare l’organizzazione della rassegna furono le sfavoritissime Ucraina e Polonia),

Balotelli-Ibrahimovic tra Inter, Milan e Barcellona

 Mario Balotelli e Zlatan Ibrahimovic: accomunati da una stagione poco felice, da un legame e un rispetto che lo stesso bresciano – qualche giorno fa – ha rimarcato dicendo che proprio lo svedese è stato per lui un riferimento professionale importante per serietà e qualità, dal fatto di avere lo stesso procuratore. Mino Raiola: storico agente di Ibra e – di recente – nuovo rappresentante degli interessi di Balotelli. Il prossimo destino dei due attaccanti – a questo punto- potrebbe implementare gli elementi di comunanza: entrambi in bilico nei rispettivi club, entrambi non soddisfatti dell’annata archiviata, entrambi cercati da grandi squadre. Vero che, sia Ibra che Balotelli, giocano in squadre di primo piano e con le quali hanno proseguito la propria striscia personale di vittorie ma pare altrettanto concreto poter pensare all’eventualità che possano essere allettati da proposte alternative. Le parole fresche di giornata di Mino Raiola, in tal senso, paiono le solite di chi cerca di fare il proprio mestiere: dico non dico, apro e chiudo porte.

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