Julio Baptista: l’uomo dai gol pesanti. L’avventura romana per Júlio César Clement Pereira Baptista, noto semplicemente come Baptista (o la Bestia) sembra essere arrivata al capolinea; è imminente, infatti, il suo passaggio alla corte di Moratti. A Milano si porterà in dote i suoi nove gol in maglia giallorossa in campionato (in 38 incontri); 12 reti complessive, se si contano anche le coppe (2 in Champions League ed una in Coppa Italia martedì scorso). Giunto a Trigoria il 14 agosto 2008 direttamente da Madrid firmò un contratto quadriennale con la Roma, percependo circa 4,5 milioni di euro lordi. Il club dei Sensi sborsò nelle casse delle merengues 9 milioni di euro (pagabili in 3 anni più un corrispettivo aggiuntivo in caso di qualificazione alla Champions). Un milione a realizzazione. Un prezzo troppo alto per il contributo dato alla causa giallorossa, ma che, in termini di punti ha fruttato una media considerevole.
Statistiche
Statistiche Roma: 18 giocatori sono andati in rete
In casa giallorossa è arrivato il momento di fare i
Le statistiche di Roma-Genoa: i rossoblu non espugnano l’Olimpico da vent’anni
Domenica 17 gennaio, alle ore 15,00, lo Stadio Olimpico sarà il teatro della gara tra la Roma di Ranieri ed il Genoa di Gasperini, primo incontro del girone di ritorno di serie A. La formazione ligure non espugna l’impianto che sorge all’interno del Foro Italico da 20 anni: era proprio il 17 gennaio (del 1990) quando Aguilera, al 15esimo minuto del primo tempo, chiuse l’incontro sullo 0-1. Risale allo scorso campionato, invece, l’ultimo successo giallorosso sul terreno amico: l’8 febbraio 2009 Cicinho, Vucinic e Baptista sancirono il risultato di 3-0 con tre reti di rara bellezza. Ma il primo incontro in assoluto tra le due formazioni risale alla stagione 1929/1930, all’esordio del campionato di serie A con il girone unico. Benatti, al decimo del secondo tempo, permise alla Roma del capitano Fulvio Bernardini di aprire le marcature nella prima storica sfida tra i due club. Chini Ludueña, 25 minuti più tardi, chiuse l’incontro sul 2-0. Roma-Genoa è anche una sfida ricca di gol: il 10 gennaio 1932 una doppietta di Fasanelli ed una di Volk – più le reti di Costantino e Bodini II – permisero alla squadra allenata da Herbet Burgess di superare il Genoa per 6-0.
Roma-Chievo affidata a Mazzoleni, la scheda dell’arbitro lombardo
Il fischio d’inizio del match tra Roma e Chievo, previsto per le ore 18,00 di sabato 9 gennaio, sarà affidato a Paolo Silvio Mazzoleni. L’arbitro nato a Bergamo durante i suoi 41 fischietti in serie A ha visto vincere la formazione casalinga in 23 incontri (56,1%), 11 sono le volte finite in parità (26,83%) e 7 le vittorie esterne (17,7%). Ha concesso inoltre 12 rigori (di cui due a favore dei giallorossi) ed in 11 occasioni ha sventolato il cartellino rosso. Con la Roma ha due soli precedenti, favorevoli ai giallorossi: oltre la direzione del l’11 marzo 2007 nell’incontro vinto per 3-1 contro l’Udinese – grazie ad una doppietta di Totti, (di cui uno su rigore), al gol di Perrotta e alla rete friulana di Asamoha – ha arbitrato anche l’incontro del 19 aprile 2009 tra i giallorossi ed il Lecce (3-2 il risultato). L’arbitro lombardo porterà a 11, invece, le sue direzioni con il Chievo
Toni, una media da “Numero Uno”. Totti verso il forfait al Sant’Elia, stadio “nemico” da 16 anni
“Luca Toni sei per me il Numero Uno” cantava Matze Knop in terra tedesca. Il curriculum dell’attaccante nato a Pavullo è di quelli top player: 161 reti divisi tra la “A” e le serie minori, più i 35 siglati in Bundesliga ed i 16 in azzurro. Un cammino iniziato a Modena, passato poi per Empoli e Fiorenzuola ma che è a tratti è stato colorato di romanità. Il bomber azzurro nella periferia di Roma già ha militato: 31 partite disputate e 15 gol realizzati al Flaminio nella categoria di serie C con la maglia della Lodigiani (ora divenuta Cisco), lo stesso stadio che lo ha visto esordire con la maglia giallorossa: quando si dice il destino. Bisognerà aspettare altri due anni per ricucire la sua tela con fili gialli e rossi. Dopo le brevi esperienze di Treviso (15 gol in 35 incontri) e Vicenza (9 realizzazioni in 31 match) la sua carriera cambia improvvisamente, a Brescia, nella squadra allenata da Carlo Mazzone. Saranno 44 le sue gare in Lombardia sotto la direzione del tecnico romano e 15 le sue esultanze, numeri che lo hanno reso appetibile per la piazza di Palermo. Durante il suo primo anno in rosanero realizzò 30 gol in 45 incontri nella serie cadetta, media gol di 0,66 a partita ossia una rete ogni 133,80 minuti al suo primo anno in Sicilia. Cifre che si sono ripetute anche l’anno successivo, in serie A quando esultò 20 volte in 3.129 minuti con il Palermo. Una crescita realizzativa continuata anche nel suo primo anno di Firenze: 38 gare disputate, 31 reti realizzate, 47 marcature in 67 incontri se si sommano i due anni in viola.
Cagliari-Roma a Rocchi: la scheda dell’arbitro toscano
La partita tra il Cagliari e la Roma, in programma mercoledì 6 gennaio alle ore 15,00 allo stadio S.Elia, sarà diretta dall’arbitro Gianluca Rocchi, della sezione arbitrale di Firenze. Il fischietto toscano ha già arbitrato 77 incontri nella massima serie (221 in totale): 36 partite si sono concluse con il segno “1″ in schedina (46.75%), 17 sono i pareggi avvenuti (22.08%) e 24 le vittorie della formazione che giocava lontano dalle mura amiche (31.17%). Inoltre, durante la sua carriera in serie A, ha concesso 28 rigori e per 36 volte ha estratto il cartellino rosso. Ha diretto la squadra giallorossa in 17 occasioni: lo score parla di sette vittorie della Roma, sette pareggi e tre sconfitte subite dal club di Trigoria. L’ultima direzione con i giallorossi è avvenuta l’otto novembre scorso, nella gara di San Siro con l’Inter (1-1 il risultato). I precedenti con il Cagliari sono sei, con una vittoria dei rossoblu – risalente proprio ad un incontro giocato nel giorno dell’epifania (6 gennaio 2005) quando la formazione sarda sconfisse il Messina per 2-1 – tre pareggi e due sconfitte. L’arbitro classe ‘73 sarà coadiuvato dagli assistenti Niccolai e Papi, mentre il quarto uomo sarà Baracani.
Okaka, il ragazzino che viene prima di Julio Baptista
Gloria anche per un ragazzini nato a Castiglion del Lago il 9 agosto del 1989. Quell’appena ventenne che è Stefano Okaka Chuka, destinato a farsi le ossa su qualche campetto di serie B e finito per restare alla Roma nel corso di un mercato, quello estivo, che non aveva garantito a Luciano Spalletti alternative concrete agli attaccanti a disposizione. Forte delle sue 51 presenze accumulate in B e dei 9 gol messi a segno (2007/08 a Modena, 2008/09 a Brescia), Okaka ha accettato la sfida con il massimo dell’entusiasmo e ha provato fin da subito a garantire il proprio contributo.
La tarfila è quella di chi ha cominciato con la gavetta trovando ogni modo (le marcature,m soprattutto) per mettersi in mostra: giovanili in giallorosso, nella Roma fu schierato nella squadra Allievi ma, dopo 11 gol in altrettanti incontri di campionato, il tecnico Alberto De Rossi lo inserì nella squadra Primavera, nella quale realizzò altri 20 gol e con la quale vinse meritatamente il campionato di categoria 2004-2005. Per Okaka la stagione 2009710 è cominciata in salita: consapevolezza di essere l’ultima scelta dell’attacco giallorosso, il giovane umbro non s’è dato per vinto e ha saputo mettere in difficoltà Claudio Ranieri a tal punto da scavalcare, nelle preferenze del tecnico testaccino, Julio Baptista. Fino ad ora, 6 presenze per Okaka con 96 minuti in campo, sei sostituzioni fatte e 1 avuta.
Vucinic, 3 reti alla 17esima: se segna, va in gol anche Perrotta
I numeri di Mirko Vucinic alla 17esima di serie A sono quelli di un calciatore che pare aver smarrito il fiuto del gol: tre sole reti messe a segno a fronte delle 16 gare disputate. Tutto insufficiente, tuttavia, solo in apparenza perchè lo score personale del montenegrino classe 1983 non tiene conto di quanta poesia vi sia stata, finora, nelle prestazioni di Mirko, costretto a giocare in condizioni precarie per l’evidente assenza di un sostituto d’attacco capace di non far rimpiangere nè lui nè il Capitano, vittima di uno stop obbligato che ha costretto Vucinic agli straordinari.
Per l’ex salentino, 1206 minuti in campo sul totale dei 1530 utili, due sostituzioni fatte e sei avute, due cartellini gialli. Tre reti tutte su azione e in circostanze nelle quali Vucinic era sceso in campo da titolare, due delle quali infilate con colpo di testa e la capacità di trovare due calci di rigore. Per i giornali, Vucinic ha meritato nel complesso una media di 6.03 in pagella che sono la somma di prestazioni giudicate altamente negative (un quattro deprimente nella nona di serie A contro il Livorno, Roma sconfitta in casa dalla formazione di Serse Cosmi) e di prove pienamente convincenti (impeccabile nella quarta di campionato contro la Fiorentina, nell’undicesima di A contro il Bologna, nella tredicesima contro il Bari all’Olimpico e nella quattordicesima contro l’Atalanta a Bergamo).
Ranieri l’eclettico, Pizarro e Perrotta gli stakanovisti
Si è cominciato da Siena con il rombo, anche se la Roma nei primi 16 minuti della partita al Franchi aveva adottato un centrocampo robusto con 5 uomini a proteggere la difesa. Poi si è tornati al rombo, il modulo adottato per invertire la rotta di una squadra in crisi, che in realtà era stato già adottato da Spalletti la scorsa stagione.
L’idea risale al 4 novembre del 2008: dopo una serie nera di risultati, con la sfida contro il Chelsea il tecnico di Certaldo decise di mettere da parte il 4-2-3-1. Si affidò, nella circostanza, a De Rossi (vertice basso), Perrotta (interno destro), Brighi (interno sinistro) e Pizarro (vertice alto). I giallorossi surclassarono i londinesi per 3-1 e da allora Spalletti iniziò a disegnare le varianti della sua Roma sul 4-3-1-2. Ovvero sul rombo. Con il nuovo modulo i giallorossi conseguirono in campionato 11 vittorie (di cui cinque consecutive – dalla 12a alla 16a giornata) e 6 pareggi. Solo tre furono i passi falsi (contro Catania, Atalanta e Juventus), per una media di 1,95 punti a partita. Poi la nuova inversione, datata 5 aprile 2009: in casa, nella gara di ritorno contro il Bologna, l’ex allenatore della Roma tornò all’antico. Tornò al 4-2-3-1. Il tecnico di Testaccio, invece, ha cominciato la sua avventura in giallorosso sfruttando i cinque centrocampisti di ruolo in rosa (De Rossi, Pizarro, Brighi, Faty e Perrotta) ed i quattro esterni (Taddei, Guberti, Cerci e Pit) con il rombo.
Ranieri regala alla Roma un cammino da scudetto
Cinquantaquattro giorni. Tanti ne sono passati da quel mercoledì 28 ottobre 2009. Quasi due mesi di tempo che in termini calcistici si traduce in sette giornate. In terra friulana la Roma di Ranieri, con l’ottavo “undici” diretto dal tecnico testaccino, uscì malamente sconfitta da un’Udinese malconcia. Floro Flores fu il mattatore di quell’incontro serale giocato in un turno infrasettimanale; in mezzo all’attaccante bianconero un sospiro di Daniele De Rossi che fece sperare all’ennesima rimonta giallorossa. Ma così non fu, 2-1 il risultato finale. La Roma si ritrovò nei baratri della serie A con sole 2 lunghezze dalla retrocessione (ed uno in più della Lazio). La terza sconfitta consecutiva relegò i ragazzi di Ranieri ad 8 punti dal Milan, quarto, con più di mezza serie A davanti ai giallorossi. La rimonta in quella sera di mercoledì 28 ottobre sembrava solo un miraggio ed invece Claudio da Testaccio è riuscito nell’impresa. Da allora sono giunte 5 vittorie (Bologna, Bari, Atalanta, Lazio, Parma) e due pareggi (Inter, Sampdoria oltretutto raggiunti lontano dalle mura amiche dell’Olimpico). Una striscia positiva lunga sette giornate di campionato in cui l’Olimpico pian piano è tornato a riempirsi e la difesa non subisce gol da tre giornate (Lazio, Sampdoria e Parma). Il quarto posto è stato agganciato, sono state scavalcate nove squadre e si è messo alle spalle il gruppone delle inseguitrici della zona Champions. Un miracolo. Impensabile dopo quella sera del Friuli. Ranieri ha cambiato la Roma. Magari non tanto lo schieramento tattico, ma la tenacia e la concentrazione sono finalmente una caratteristica della formazione di Trigoria. Su ventuno partite giocate da quando Claudio Ranieri ha preso il timone della squadra giallorossa, nove sono le rimonte effettuate.
Tra la Roma e la Champions c’è di mezzo Panucci
La Roma si prepara alla sfida di domenica prossima contro il Parma. L’Olimpico si fa bello e si veste con l’abito delle grandi occasioni, quelle che in casa giallorossa non si vedono da più di un anno. Sette stagioni e sei mesi dopo quel Roma-Parma del 17 giugno 2001 che consegnò alla Roma di Fabio Capello e Francesco Totti il terzo tricolore della storia giallorossa. Duemilasettecentoquarantuno giorni di distanza sarà sempre il Parma l’avversaria da superare per conquistare l’obiettivo di una stagione; il prestigio sarà diverso e più modesto, è vero, ma l’attesa per un piazzamento Champions – che a Trigoria manca ormai da due anni – è grande, per quel quarto posto mai raggiunto lo scorso anno e che ora è a soli 3 punti. Per raggiungerlo “basterà” vincere contro la squadra di Giudolin e, soprattutto, di Christian Panucci. L’ex difensore romanista, che in giallorosso ha lottato per 8 stagioni, nella conferenza stampa improvvisata in un hotel parmigiano di qualche giorno fa, ha lanciato la sfida ai suoi ex compagni: “Non mi piace perdere, ora sono del Parma e mi batterò fino alla morte. Lo farei anche se la Roma l’allenasse mio padre”. Tra le parole di sfida, però, l’ex Grinta della Curva Sud si è lasciato scappare anche un attaccamento ai colori giallorossi: «Roma è la città della mia vita, il mio amore, ci ho passato nove anni fantastici e sono legato a tutti. Non avrei, fino a sette mesi fa, mai voluto giocare questa partita». Il difensore di Savona, però, ha già affrontato la Roma da avversaria in 6 occasioni: il suo bottino contro i giallorossi è di 4 vittorie (66,7 %), 1 pareggio (16,7 %) ed 1 sconfitta (16,7 %) datata 13 ottobre 1996, quando Cappioli, Balbo e Totti (con un pallonetto a Sebastiano Rossi) superarono il Milan per 3-0.
La scheda dell’arbitro Tagliavento: in dieci gare con la Roma nessuna sconfitta dei giallorossi
Domenica 20 dicembre allo stadio Olimpico andrà in scena Roma-Parma, sfida fondamentale per la Champions League. Il fischio d’inizio del match è previsto per le 15,00 e sarà affidato a Paolo Tagliavento. L’arbitro di Terni durante i suoi 73 fischietti in serie A ha visto vincere la formazione casalinga in 37 incontri (50,68%), mentre 14 sono le volte finite in parità (19,18 %) e 22 le vittorie esterne (30,14 %). Ha concesso inoltre 35 rigori ed in 27 occasioni ha sventolato il cartellino rosso. La sua designazione è di buon auspicio per i colori giallorossi, infatti nei 10 precedenti con la squadra di Trigoria non ne è scaturita neanche una sconfitta (8 vittorie) con due soli pareggi: il 20 ottobre 2007 diresse la rocambolesca partita contro il Napoli finita 4-4 e due anni dopo, l’8 marzo 2009, vide pareggiare Vucinic il momentaneo vantaggio di Felipe nel match concluso 1-1 contro l’Udinese.
La Roma, il Parma e le gare prima di Natale
La quinta vittoria consecutiva della Roma tra campionato ed Europa League non è arrivata, ma il ritorno degli uomini di Ranieri dal freddo di Marassi è stato comunque dolce. Ottavo risultato utile consecutivo – sei vittorie (Bologna, Fulham, Bari, Atalanta, Basilea e Lazio) e due pareggi (Inter e Sampdoria) – nel campo dove quattro anni fa la Sampdoria vide nascere il 4-2-3-1 di Spalletti, e che quest’anno ha assistito alla rinascita giallorossa ad opera di Ranieri. Il gioco, è vero, non sarà spumeggiante quanto quello del suo predecessore, ma la solidità dimostrata con la seconda gara senza subire reti e la determinazione vista dagli undici giallorossi fa ben sperare per il proseguo del campionato e per la qualificazione all’Europa che conta. Domenica si affronterà il Parma rivelazione che, dietro solo ad Inter, Milan e Juventus, rilancia le ambizioni da grande e si consacra quarta forza della serie A, a soli 2 punti dai bianconeri di Ferrara. La Roma non sfrutta a pieno una giornata di campionato che più rosea era impossibile pensare ma, grazie al punto conquistato a Marassi, si piazza al quinto posto, in concomitanza proprio con la Sampdoria.
Totti e Cassano per la prima volta contro. Mexes, il rientro è per il 2010
“Bisogna pensare alla partita di domenica, non dobbiamo più pensare a quello che è successo nel derby, questo spetta ai nostri tifosi” ha dichiarato Claudio Ranieri a margine del premio per giovani calciatori “Città di Frascati Amedeo Amadei”, organizzato dal Roma Club Frascati. L’euforia da derby appena passato continua ad aleggiare tra le strade di Roma; si sente nelle radio, nei bar e nei pensieri dei tifosi giallorossi. Questa mattina, alla ripresa degli allenamenti dopo due giorni di riposo concessi dal tecnico giallorosso, un gruppo di supporters romanisti ha esposto uno striscione: “Che gioia, grazie! Grazie Rosella, grazie ragazzi, grazie mister, avete spento i gufi! Stranamente passano per romanisti giornalisti marchettari e radio“. Fuori dai cancelli del centro tecnico Fulvio Bernardini di Trigoria si continua a ricordare l’impresa degli undici giallorossi che hanno superarto la Lazio nella stracittadina capitolina di domenica sera, mentre dentro si preparava la sfida agli uomini di Delneri di domenica prossima.