Parma-Inter, la Roma “punta” i nerazzurri

 Da Il Romanista:

A prescindere da come si concluderà il posticipo di questa sera al “Tardini” di Parma, da qui alla sfida con la Roma ad attendere l’Inter c’è un calendario che può nascondere più di qualche insidia. Perché i nerazzurri di Mourinho, prima di affrontare Totti e compagni, troveranno lungo il proprio cammino tutte avversarie in lotta per qualche traguardo. Domenica prossima la capolista sarà impegnata a Napoli, dove dovrà guardarsi con attenzione dagli azzurri allenati da Mazzarri. Di seguito l’Inter troverà a San Siro la Sampdoria, formazione più che mai discontinua quanto a rendimento ma non più da quando ha messo fuori rosa Cassano: i blucerchiati sognano addirittura la Champions League, l’Europa sicuramente.

Aldair: “Simplicio? Lo consiglio alla Roma”

 Di Roma ho un bel ricordo, sono stato parecchi anni giocando con tanti grandi campioni. Sono stato bene sia con la società che con la città“. Lo ha detto l’ex difensore della Roma, Aldair a Palermo24.net:

I tifosi giallorossi, al difensore brasiliano hanno attribuito un soprannome alquanto singolare, per loro era Pluto. Come nasce questo soprannome?” Penso derivi dal mio modo di correre – dice un sorridente Aldair al nostro sito – Però bisogna chiedere ai tifosi”.
Sabato si gioca Roma – Palermo. Che partita sarà? “Per come sta giocando il Palermo adesso mi aspetto una bella partita. Sono due squadre che cercheranno di vincere la partita, se i rosa vincono si avvicinano alla Roma che a sua volta se vince distacca le altre. Mancano tante partite però è uno degli scontri diretti per la Champions, entrambe giocano bene e si sono rialzate dopo un periodo negativo. Per Delio Rossi poi, dopo tanti anni alla Lazio, penso sarà una partita più importante rispetto alle altre”.

Rientro Toni, senza fretta

 Da Il Messaggero:

Luca Toni, quattro (una solo per qualche minuto) presenze e due gol con la maglia della Roma. Toni ora non c’è, proprio nel momento in cui Francesco Totti non se la passa benissimo: anche se migliora, è indietro rispetto agli altri, pure lui è reduce da una serie di infortuni muscolari e non. A che punto è il rientro di Toni? Fosse per lui, già ci saremmo. Invece no, un po’ancora ci vuole. E nessuno a Trigoria ha intenzione di forzare la mano, Ranieri in testa.
Strana la vita: Luca non riesce mai ad affrontare la sua Fiorentina (è successo in Champions quando vestiva la maglia del Bayern, è successo domenica scorsa), non riuscirà nemmeno a giocare contro il Palermo, la squadra che di fatto lo ha proposto al grande pubblico, segnando a ripetizione in B e in A. Sono passati diciotto giorni dalla sera dell’infortunio, 23 gennaio, Stadio Olimpico di Torino, quindi è difficile che possa rientrare anche contro il Catania, cioè ventinove giorni da Torino.

Roma-Palermo, Ranieri chiede concentrazione

Da Il Tempo:

«Vedo gente che dorme, sveglia!». Claudio Ranieri vuole battere il ferro finché è caldo e striglia così i giocatori durante il primo allenamento dopo il «colpaccio» di Firenze. Altro che sogni tricolore, il tecnico non si fa contagiare dall’euforia della Roma e tiene sulla corda i giocatori. Ha rivisto attentamente la partita di domenica scorsa e alla squadra ha ricordato le troppe occasioni concesse alla Fiorentina. Un Mazzone moderno, per dirla con Totti, che continua a battere sui tasti di inizio stagione: impegno, sudore e poche chiacchiere.
Il calendario non concede soste. Si giocherà ogni tre giorni per tutto febbraio e a marzo, se la Roma passerà il turno in Europa League, sono previste altre sette partite. Sarà fondamentale recuperare Toni, che ha iniziato la fase di riatletizzazione: a Trigoria (negli ultimi due giorni set di uno spot di un’azienda di poker) i più ottimisti lo aspettano in campo per la partita con il Catania del 21 febbraio, più probabile un rientro il 25 in casa col Panathinaikos. Nel frattempo l’allenatore spera di ritrovare il miglior Totti: il capitano non riesce ad allenarsi con continuità e tiene in ansia Ranieri.

Contratto Ranieri, Rosella Sensi lo blinda

 Da Il Tempo:

Quando la Roma va sotto vince perché rimonta sempre. Se pareggia fino ai minuti finali stai sicuro che un gol arriva. E se le cose si mettono subito bene? Vince, ovviamente. La «banda» di Ranieri non fa altro da tre mesi e mezzo. In un modo o nell’altro porta a casa il risultato, senza badare al giudizio degli esteti. Una continuità di risultati pazzesca che fa ritrovare la Roma dietro all’Inter con otto punti di distacco (ma una gara in più) e davanti a tutte le altre in campionato, con un piede e mezzo in finale di coppa Italia e in corsa per l’Europa League.
Dopo la vittoria di Firenze sono diventate diciannove le partite senza sconfitta (sedici vittorie e tre pareggi), ne basta un’altra «immacolata» sabato prossimo con il Palermo per eguagliare la striscia di venti gare con Capello nel 2003. Ranieri è riuscito anche in questo: continua a vincere ma vieta qualsiasi discorso che comprenda la parola scudetto e ha convinto una piazza solitamente abituata a volare di fantasia. «L’Inter è di un altro pianeta, noi dobbiamo arrivare tra le prime tre» ha detto a Firenze il tecnico con il consueto pragmatismo che lo contraddistingue in campo e fuori.

Mexes: “Penso solo alla Roma”

 Da Leggo:

Da colabrodo a porta blindata. Dai 22 gol subiti nelle prime 14 giornate (media di 1,57 a partita), alle 4 reti delle ultime 9 (0,44 a gara). Il secondo posto della Roma passa anche e soprattutto per la difesa, un reparto rigenerato dalla cura Ranieri come confermano le prestazioni e le parole dei suoi ministri cardine: Juan e Mexes. Una coppia perfetta che abbina forza fisica a grande tecnica. «Abbiamo trovato una grande solidità – afferma il francese – dovuta anche al grande sacrificio del resto della squadra. Ranieri poi sa  come  motivare i giocatori».
Il riferimento di Mexes è rivolto  anche a se stesso. Il difensore di Tolosa, «troppo certo del posto dal titolare», aveva iniziato la stagione con molte sbavature, tanto da convincere Ranieri a tenerlo fuori per circa un mese. Alla prima occasione Philippe si è fatto trovare pronto dimostrando che quando sta in forma rimane uno dei più forti difensori europei, alla faccia di Domenech. «Alla Nazionale non ci penso. C’è la Roma», dice col sorriso Mexes che smentisce anche le “vocine” che lo volevano vicino alla Juve. L’altro grande protagonista ritrovato è Juan.

Roma, Vucinic: pochi gol ma decisivi

 Da Il Corriere dello Sport:

Qualcuno lo accusa di segnare po­co. Qualcun’altro di non riuscire a fare i gol facili. Altri ancora che gli manca la cattive­ria agonistica per essere un campione nel senso più pieno della parola. Sarà, ma Mir­ko Vucinic quando c’è da lasciare il segno, difficilmente sbaglia. E’ l’uo­mo delle grandi sfide, delle partite importanti, di quelle partite in cui fare la differen­za è il sogno di qualsiasi cal­ciatore al mondo. Lo ha con­fermato pure a Firenze. Do­ve, pure, all’inizio della ripre­sa, ha fallito uno di quei gol che fanno mettere le mani ai capelli pure ai tifosi più buo­ni, un pallone facile facile da mettere in porta ma colpito come se quel pallone fosse sgonfio.

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