Roma-Atalanta, Tiribocchi: “Sono tifoso giallorosso, ma…”

 Da La Gazzetta dello Sport:

Conosci le loro storie e ti viene in mente un film cult «Poveri, ma belli», del maestro Dino Risi, anno 1957, Maurizio Arena e Renato Salvatori attori protagonisti: il mare, la romanità, la voglia di godersi la vita, muscoli da culturista. Cristiano Doni e Simone Tiribocchi non sono sicuramente poveri e forse neppure belli, ma sono due bagnini mancati, sono nati a Roma, hanno la Roma nel cuore e una grande voglia di divertirsi.
Giocano a Bergamo, nell’Atalanta, squadra e mondo agli antipodi di Roma. Quei due, Doni e Tiribocchi, possono guastare i sogni di scudetto dei romanisti. Tiribocchi. Lo chiamano il Tir. Simone è nato a Monteverde, ma a pochi giorni di vita la famiglia si trasferì a Fiumicino. S

Ranieri in ansia per Juan

 Da Il Corriere della Sera:

L’operazione-Atalanta è partita e, per Claudio Ranieri, significa soprattutto una cosa: tenere a bada gli eccessi di ottimismo che, specialmente tra i tifosi, fanno della partita di domenica una pura formalità. E invece  l’Atalanta è in buon momento di forma (tre vittorie nelle ultime quattro partite e la sconfitta contro la Juventus è stata tutt’altro che meritata) e ha le fortissime motivazioni di chi lotta per rimanere in serie A. In questo senso, il perfezionista Ranieri è una garanzia. Difficile che, con lui al comando, le sue squadre sottovalutino un impegno o un avversario. A scanso di equivoci, il tecnico di San Saba ha ricordato ai suoi che, sotto la sua gestione, la Roma ha perduto in casa una sola partita in campionato: contro il Livorno. E chi ha orecchie per intendere, intenda.

Roma-Atalanta: tifosi in 50 mila e se la Fiorentina…

 Da Il Romanista:

E’ inevitabile. Da domani saremo costretti a modificare la titolazione. Basta con Tutti allo stadio per l’Atalanta, da oggi dovremo fare una cosa tipo tutti in tribuna. Per forza. Nel tardo pomeriggio di ieri sono finiti i biglietti di Curva e Distinti Nord. Tutti i biglietti. Restano ancora migliaia di posti in Tevere e in Monte Mario. Ieri, secondo fonti interne alla società, eravamo a circa 50mila romanisti.
La sensazione è che entro domenica toccheremo la vetta, assolutamente impensabile mesi fa per un qualsiasi Roma-Atalanta, dei 60mila spettatori. Se non di più. Perché la verità è che questi sono dati assolutamente parziali. E non perché non siano corrispondenti al vero o perché ci sono ancora due giorni e mezzo a disposizione per acquistare i biglietti. Ma perché fanno i conti solo con la realtà e non con l’immaginazione. Ipotizzate che domani sera il campionato faccia il suo corso (regolare).

Roma-Atalanta: Mutti fa la conta degli assenti

 Da Il Romanista:

Problemi a non finire per mister Lino Mutti, a tre giorni dalla trasferta dell’Olimpico con la Roma. All’allenamento di ieri mattina, presso il quartier generale di Zingonia, non hanno preso parte in cinque: Garics, Talamonti e Bellini, oltre a Ceravolo e Chevanton. Nessuno di loro sarà in grado di recuperare in tempo per domenica pomeriggio. In pratica, contro gli uomini di Ranieri, l’Atalanta avrà grosse difficoltà ad assemblare un quartetto difensivo all’altezza della situazione. In particolar modo nel settore centrale. Nel corso della seduta, che ha visto in programma un test amichevole senza punteggio con una selezione del settore giovanile, il tecnico ha provato Bianco e Pellegrino in mezzo, impiegando anche Capelli nel ruolo di terzino destro e Manfredini sulla sponda mancina.

Attenti alle piccole

 Da Il Tempo:

Ranieri non dimentica. Sa bene, come tutti i romanisti, cosa significa perdere uno scudetto per colpa di una «piccola». È già successo. Troppe volte. A un romanista basta dire la parola «Lecce» e non c’è bisogno di aggiungere altro. Domenica all’Olimpico arriva l’Atalanta in versione ultima spiaggia e una lezione di storia ai giocatori può aiutare il tecnico, impegnato in queste ore a tenere alta la concentrazione del gruppo.
Un filo conduttore unisce tutti gli scudetti della Roma svaniti negli ultimi venticinque anni: una battuta d’arresto contro un avversario alla portata, sempre nel bel mezzo di una splendida rimonta. Bella e intensa come quella che la banda di Ranieri sta vivendo nel presente. Tutto è iniziato quel maledetto 20 aprile 1986, giallorossi appaiati in testa al campionato alla Juventus con 41 punti a testa dopo un recupero fenomenale, per la penultima giornata all’Olimpico si presenta un Lecce già condannato alla serie B, ultimo in classifica con soli 15 punti.

Roma-Atalanta: Totti vuole il gol

 Da La Repubblica:

Alla ricerca del gol. Sembra strano pensare che sono praticamente quattro mesi che Francesco Totti non segna. Per la precisione, dal 23 gennaio 2010, dal rigore realizzato alla Juventus a Torino. Complice un´annata che l´ha visto fermarsi per ben tre volte, il capitano ha concentrato le sue reti nella prima parte della stagione, consentendogli, nonostante i tanti guai fisici, di portarsi a 10 gol in campionato.

Roma-Atalanta: ballotaggio Mexes-Juan e Taddei-Perrotta

 Da Il Romanista:

Ranieri deve fare i conti con l’allarme Juan in vista di Roma-Atalanta. Ieri mattina, a tre giorni dalla sfida con i bergamaschi, il capitano della Seleçao è stato costretto a lavorare solo in palestra per un risentimento ai flessori di una coscia, accusato nelle battute finali della seduta di mercoledì. Il problema è di lieve entità, una semplice contrattura, ma considerata l’importanza del numero 4 e il momento delicato della stagione, a Trigoria vogliono andarci con i piedi di piombo. Oggi l’ex Leverkusen sarà sottoposto ad un controllo da parte dello staff medico, poi si deciderà se farlo rientrare subito in gruppo o attendere la rifinitura di domani.

Roma-Atalanta, Ranieri: “Niente distrazioni”

 Da Il Messaggero:

«Niente distrazioni». Il messaggio, diretto e inequivocabile, è di Claudio Ranieri, guardando in faccia i protagonisti della splendida rimonta che sta spaventando l’Inter con un vantaggio ormai minimo, solo 1 punto. Quasi un avvertimento agli interlocutori interessati prima di un weekend che può risultare decisivo nella corsa per il titolo.
Meglio cautelarsi in anticipo, conoscendo alcune sbandate giallorosse, le più recenti e quelle più dolorose del passato. Poche parole, efficaci, rivolte dal tecnico di San Saba ai giocatori della Roma prima di iniziare il lavoro. Intervento mirato: martedì non gli era piaciuto l’atteggiamento della squadra nell’allenamento di martedì.

Menez ha la fiducia di Ranieri

 Da La Gazzetta dello Sport:

L’abbiamo scampata bella. Visto il repertorio di critiche e ironie che gli sono piovute addosso nei primi venti mesi di soggiorno a Roma, se Jeremy Menez fosse stato in qualche modo parente con Nicola Sarkozy e avesse potuto beneficiare delle furie presidenziale in stile Elise, i licenziamenti dei giornalisti non farebbero più nemmeno notizia.
Ma il vento è cambiato e così il talento francese -classe 1987 proprio come Benzema, Nasri, Ben Arfa, le tre speranze del calcio transalpino- adesso ha conquistato la piazza e si trova ad essere l’asso nella manica della Roma a caccia dello Scudetto, tanto più che adesso Claudio Ranieri si è votato al tridente offensivo.

Capello: “Ranieri bravissimo, sarà lo scudetto dei rimpianti”

 Da Il Messaggero:

Partiamo della caduta delle inglesi? «No, meglio di no. Non è un argomento interessante». Svicola Fabio Capello, ct della nazionale d’Inghilterra. E’ a Londra. Non può esporsi oggi, lo farà presto. Meglio spostarci sul nostro campionato. Lo scudetto, roba per tre.
O per due, Capello?
«Tre».
Senza dubbi?
«E’ una lotta punto a punto fino alla fine. E’ il campionato dei rimpianti. L’Inter ha perso molti punti; la Roma ha il pareggio di Livorno sulle spalle; il Milan ha bruciato due set point. Per questo restano tutte e tre in corsa. Basta un piccolo passo falso e si decide tutto».
C’è una favorita?
«No. Certo, la Roma mi sembra la squadra maggiormente in salute».
Che sentimento prova in questo momento: nostalgia, invidia? Vorrebbe essere uno tra Mourinho, Ranieri o Leonardo per godersi in prima persona questo rush finale?
«Assolutamente no. Ho un mondiale a cui pensare».Si dice: l’Inter ha la fatica in più della Champions. «Lo credo bene».
Ma arrivare in fondo a una competizione così importante, non dà una maggiore spinta psicologica?
«Senza dubbio. Però ti toglie parecchio da un punto di vista nervoso, della concentrazione. Si bruciano energie.

Doni in partenza: mezza Europa cerca un portiere

 Le sue ottime prove hanno portato a blindare quello che Spalletti chiamava il miglior terzo portiere del mondo. Julio Sergio si è preso la porta della Roma e non la vuole lasciare più. Da Il Romanista:

Ne ha fatto le spese l’ex titolare, cioè Doni. Che andrà al Mondiale a fare il dodicesimo di Julio Cesar ma che ha ormai perso il posto in giallorosso. Sembra difficile che Doni, che mal sopporta questa situazione, possa rimanere un’altra stagione a Roma a fare il secondo.
Non lo vuole lui, che sta accettando questa situazione solo perché non è questo il momento di fare polemiche, e non lo vuole nemmeno la società, che ha deciso di puntare su Julio Sergio, vuole monetizzare la sua cessione e allo stesso tempo liberarsi dell’ingaggio che è tra i più pesanti della squadra. Doni guadagna circa due milioni netti, più i premi, a stagione: troppo per un dodicesimo.

Totti: “Scudetto? Un sogno, crediamoci sempre”

 L’articolo di Francesco Totti dalle colonne del Corriere dello Sport:

Sabato a Bari abbiamo ottenuto un’importante vittoria che ci ha permesso di passare una bellissima Pasqua e di sognare a occhi aperti. Se solo ci fermiamo a pensare a come eravamo partiti in questo campionato ora ci sembra strano, ma questo sogno lo vogliamo vivere sino alla fine, ci vogliamo credere dando tutto per non avere rimpianti perché si è creata una grandissima occasione.
Sono sicuro che anche domenica l’Olimpico sarà pieno anche per la politica vincente di abbassare il prezzo dei biglietti, che già da qualche domenica la società adotta per precisa volontà della proprietà.

Pizarro: come te nessuno mai

 Da Il Romanista:

Il 30 giugno del 2013, quando scadrà il contratto da poco rinnovato con la Roma e lui avrà quasi 34 anni, farà le valigie insieme alla moglie Carolina e ai figli Bastian e Davca, saluterà tutti e farà ritorno nella splendida Valparaiso in Cile.
E’ legatissimo alla sua terra, duramente colpita dal terremoto poco più di un mese fa (e lui da qui ha fatto il possibile aprendo un conto corrente per gli aiuti umanitari) e ad attenderlo troverà quasi sicuramente una scuola calcio per i bambini, probabilmente una carriera politica come ministro dello sport per mettere a disposizione della sua gente la sua esperienza di sportivo.

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