Roma: 11 giocatori da vendere

 Dal Corriere dello Sport:

Dodici cessioni per costruirsi un bud­get. Burdisso a parte, il mercato prossimo di Daniele Pradè deve prevedere per forza la par­tenza di un buon numero di giocatori da Trigo­ria. Nella lista ci sono tre brasiliani (Julio Bap­tista, Cicinho e Doni), un francese (Faty), un ghanese (Barusso), un porto­ghese (Antunes), quattro ita­liani (Andreolli, Guberti, Mot­ta, Loria, Cerci che non vuole rinnovare il contratto in sca­denza tra dodici mesi), più la variabile Matteo Brighi, di­chiarato più o meno ufficial­mente incedibile dalla società giallorossa, ma che potrebbe invece partire se a Trigoria dovesse arrivare un’offerta ritenuta importante (cinque-sei mi­lioni). Tutto sarà meno che semplice venderli, se non altro per una questione di sti­pendi che, sommati, alla Roma costano quasi quindici milioni di euro lordi a stagione. Bap­tista e Cicinho hanno altri due anni, Doni tre, il totale fa circa trentatrè milioni, una tombo­la. Risparmiarla, per la Roma, vorrebbe dire molto.

L’ira di Pozzo su Isla e il suo agente

 Dal Romanista:

Lui vuole giocare nella Roma, il suo procuratore l’ha ribadito più volte: «Aspetta solo una chiamata». E l’Udinese si infuria. La trattativa per portare in giallorosso il cileno Isla – impegnato oggi pomeriggio contro la Svizzera – ancora prima di entrare nel vivo è già diventata un caso. Come riporta il sito “Ilfriuli.it”, la famiglia Pozzo non avrebbe gradito tutte le dichiarazioni del suo agente, Leo Rodriguez, che ha spiegato in tutte le salse che «Mauricio ha il sogno di giocare la Champions, insieme al suo amico Pizarro».

Italia-Nuova Zelanda, De Rossi: “Ci serve qualità”

 Dal Messaggero:

L’analisi di Daniele De Rossi, premiato dalla giuria internazionale come man of the match, non fa una piega. «Paura di non farcela a passare il turno? Beh, io dico che prima o poi una partita dovremo vincerla, altrimenti si fa dura… Ripeto quanto detto l’altro giorno: se dovessimo uscire al primo turno, sarebbe un fallimento assoluto. Ma io, in questo momento, difendo tutti i miei compagni e il mister che ci ha portato qui. E, ad esser sincero, io non me la sento di criticare l’Italia per come ha giocato le prime due partite: non abbiamo ancora vinto, ma non abbiamo mai perso. Certo, un pari con la Nuova Zelanda non è da Italia… E’ vero che abbiamo subìto gol solo da palle inattive -e sotto questo aspetto dobbiamo interrogarci e migliorare- ma è giusto sottolineare anche che noi abbiamo sempre segnato su azioni da fermo.

Roma, garanzia Simplicio

 Dalla Gazzetta dello Sport:

Per Fabio Simplicio alla Roma si va coi superlativi assoluti. Fortissimo, perfetto, validissimo, meraviglioso, fondamentale. Sulla panchina del Palermo gli allenatori passano ma i commenti sul brasiliano di San Paolo restano. Uguali tra loro. Stessi concetti, stesse espressioni, come se a parlare fosse una sola persona, il messaggio che arriva a Trigoria è uno solo: «Fidatevi di Fabio, è l’uomo giusto». Dopo il biennio di Parma in cui Simplicio si fa apprezzare in tutta Italia per la sua duttilità tocca a Francesco Guidolin allenarlo nel suo primo anno al Palermo. Stagioni intense, piene di successi e vittorie in Italia e in Europa.

Roma-Burdisso-Inter: ballano tre milioni

 Da Tuttosport:

Il primo appuntamento in agenda per Marco Branca è previsto per domani, quando è atteso a Palazzo Saras Fernando Hidalgo per discutere il rinnovo (fino al 2014) con sostanziale adeguamento di ingaggio di Diego Milito e la situazione di Nicolas Burdisso con la Roma spettatrice interessata. Non a caso tra mercoledì e giovedì è in programma l’incontro tra le due società per trattare il passaggio del centrale dell’Argentina in giallorosso. Hidalgo, come spiegato, è atteso a Milano domani, ma già stasera potrebbe arrivare dalla Spagna in città per una prima cena di lavoro magari con Gabriele Oriali, il dirigente che in questi anni ha sempre tenuto i contatti con lui. Difficile, visto il precedente, che l’Inter faccia sconti agli 8 milioni e mezzo fissati per il cartellino del giocatore.

Roma, si ricomcia da Menez

 Dal Corriere della Sera:

Consacrazione o addio. La stagione che comincerà fra tre settimane esatte col raduno di Trigoria, sarà comunque uno spartiacque per Jeremy Menez. La permanenza del talentuoso francese «non è in discussione», dicono a Trigoria e, per la verità, nessuno si è concretamente fatto avanti col suo procuratore Bernes e tanto mento con la società per portarlo via dalla Capitale. «Non è in discussione», già, con l’aggiunta della solita postilla ad accompagnare molte perentorie dichiarazioni di incedibilità, soprattutto nella Roma dell’autofinanziamento: se in tempi ragionevoli ci fosse un acquirente ben intenzionato, non troverebbe le porte sbarrate. Dando per scontata la sua conferma in giallorosso, dunque, a ventitrè anni è giunta l’ora di spiccare il salto di qualità ad alti livelli.

Lega Nord: “Italia, la squadra fa schifo. Tifiamo per gli Azzurri ma non De Rossi e Cannavaro”

 Da Ansa:

C’è chi questo pomeriggio tiferà per la nazionale italiana di calcio impegnata in Sudafrica «anche se la squadra non è un gran che», chi afferma di non interessarsi di calcio, chi tiferà, ma non per Cannavaro e De Rossi e chi continuerà a preferire all’azzurro nazionale il verde della Padania. Continua ad essere un rapporto un po’ controverso quello che lega l’undici di Lippi e il popolo della Lega Nord, oggi raccolto a Pontida per il suo tradizionale raduno annuale. Se, ad esempio il ministro Roberto Calderoli afferma di «non interessarsi assolutamente di calcio», Radiopadania, dopo la radiocronaca anti azzurri della prima partita, seguirà anche oggi il match. «Sarò li per la radiocronaca – dice Matteo Salvini, capogruppo del carroccio in consiglio comunale a Milano – ma indosserò una maglietta del Milan. Tifiamo per tutti – ha proseguito – tranne che per De Rossi e per Cannavaro». «A volte si fanno polemiche sciocche – media invece Ferdinando Possi, direttore responsabile della Padania calcio – noi tifiamo per noi e contro nessun altro. Io comunque questo pomeriggio tiferò per l’Italia anche se la squadra fa un pò schifo».

Roma, mercato congelato: mezzo Brasile in vendita, ma chi compra?

 Anche sulle pagine sportive de Il Tempo, la situazione di mercato della Roma viene presentata in maniera poco felice. Stando alle analisi del quotidiano, infatti, tutto è fermo almeno fino alla cessione di Alexander Doni, Julio Baptista e Cicinho. I tre brasiliani che i giallorossi stanno provando a piazzare da parecchi mesi. Ma nessuno pare ingolosito a tal punto da spenderci qualche milione di euro. Testuale:

I nodi tornano al pettine. Vendere Baptista, Doni e Cicinho era una priorità della Roma a gennaio e lo è anche adesso. Facile a dirsi, complicato a farsi. La situazione è rimasta immutata e rischia di congelare il mercato dopo gli arrivi a parametro zero di Adriano (ripartito ieri per il Brasile, sarà a Trigoria dal 1˚luglio) e Simplicio. Venticinque milioni e duecentomila euro è la sommadegli ingaggi lordi per le prossime due stagioni dei tre brasiliani scartati da Ranieri: un macigno sul bilancio giallorosso, senza considerare che Doni ha un’opzione per un altro anno di contratto.
Nello scorso mercato di riparazione la società è riuscita a piazzare soltanto Cicinho in prestito al San Paolo (pagando pure una parte dello stipendio). Stava per vendere Baptista all’Inter per Burdisso ma non ha accettato lo scambio alla pari: col senno di poi forse era meglio dire di sì. Perché mentre la trattativa per il difensore argentino è diventa più complicata, la «Bestia» continua a non avere mercato.

Aleandro Rosi si (ri)presenta: “Roma, è tre anni che non vedo l’ora”

 Il rientro alla base di Aleandro Rosi è imminente: l’ex senese, infatti, dopo il triennio di esperienze accumulate tra Verona, Livorno e Siena torna a Roma. E, nelle parole rilasciate a Il Corriere dello Sport, è evidente la voglia sfrenata di Rosi di riprendere da dove aveva lasciato: dalla sua Roma, dalla maglia giallorossa. Testuale:

Il cerchio si è chiuso. Il cerchio è quello di Aleandro Rosi. Tre anni fa andò via dalla sua Roma, una tappa a Vero­na sponda Chievo, un’altra a Livorno, quindi Siena, sempre sognando di tornare da dove era partito. Accontentato. La Roma lo ha rivoluto per affidargli il presente e il futuro della corsia destra. Ora tocca a lui.
Rosi ormai si può dire, tornerà alla Roma.
«Pare».
Come pare?
«Nel senso che non è ancora ufficiale. Però penso proprio che ci siamo».
Era quello che voleva, no?
«Dire che sono felicissimo è banale, ma è così. Era quello che volevo dal primo giorno che sono andato via».
Un brutto giorno.
«Piansi di brutto salutando tutti».
Ora, però, a distanza di tre anni, quel distacco si può dire sia stato importante.

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