Milan-Roma: Totti, solo un miracolo; Vucinic non è al meglio. Ottimismo per Doni

 Se ieri si parlava di miraggio, oggi sarebbe più opportuno sperare in un miracolo. Francesco Totti a San Siro, più no che sì. Lampante quanto accaduto nell’allenamento mattutino: il Capitano, al fianco di Vito Scala, ha fatto il suo ingresso sul campo alle 11.
Venti minuti scarsi di corsetta, per saggiare la condizione e capire in che maniera avrebbe risposto la gamba. Venti minuti lunghissimi per ciascuno dei venti tifosi accorsi ad assistere: una sgroppata e una preghiera, una sgroppata e un’altra preghiera. Fino allo scoccare del tempo, quando il numero dieci giallorosso è rientrato negli spogliatoi.
Lo staff medico è tutt’altro che ottimista: vederlo nell’undici titolare che al Meazza affronterà il Milan è utopico. Non impossibile ma francamente improbabile. Alla vigilia dell’intervista rilasciata al mensile Rivista Giallorossa (a cui va un in bocca al lupo per la nuova avventura editoriale), che esordisce buttando in prima le parole di Totti, all’antivigilia della gara contro Ronaldinho e compagni, il Pupone potrebbe ammainare la Bandiera, l’unica spendibile alla Scala del calcio.Visto che Paolo Maldini non c’è più.

Mexes: “Spalletti, mi manca tutto; Ranieri va conosciuto meglio”

Il principale responsabile di una difesa ballerina, neanche a dirlo, si è ritrovato a essere proprio colui che i maligni chiamano “La Ballerina”. Perchè è bello ed elegante anche sul terreno di gioco. Inutile fare finta di no: in questo inizio di campionato, la vita calcistica di Philippe Mexes ha virato improvvisamente: da fenomeno a brocco, da indispensabile a panchinaro di lusso.
Nel corso del mercato estivo, si è fatto a gara – tifosi, dirigenti, compagni di squadra – per convincerlo a restare, lui che di offerte e di contratti ne aveva pronti a volontà. Il Milan, il Chelsea, il mercato spagnolo e quello francese. Carlo Ancelotti, suo grande estimatore, avrebbe fatto carte false pur di averlo in Inghilterra. Mexes ha deciso di restare con l’obiettivo di riscattare il fallimento dello scorso anno.
Non solo, certo, ma anche una questione di onore. Di dignità.
Un percorso da vivere insieme all’allenatore preferito, Luciano Spalletti. Mai avrebbe immaginato, Mexes, un avvio tanto disastroso e le dimissioni del tecnico toscano: un incubo. Sei reti prese nelle prime due giornate: l’approdo di Claudio Ranieri determina un lavoro certosino rispetto alla fase difensiva e Philippe Mexes è tra i primi a pagare la scarsa forma con l’esclusione dall’11 titolare. Lui che avrebbe voluto prendere per mano la Roma.
Come fanno Francesco Totti e Daniele De Rossi. Mexes che si era proposto quale riferimento di retroguardia, parte dell’ossatura irrinunciabile. Ranieri ci ha rinunciato eccome. Anzi: ci ha rinunciato e ha inanellato solo risultati utili. Utile, in tal senso, l’intervista rilasciata da calciatore a Il Messaggero in edicola oggi. Le parole del francese aiutano a capire qualcosa in più rispetto al momentaccio del centrale giallorosso. Eccole:

Burdisso: “Milan-Roma, gara della svolta. Il mio futuro è in giallorosso”

Chi vanta una marcia tutt’altro che negativa contro il Milan e che si esalta quando vede rossonero è Nicolas Burdisso. L’ex nerazzurro, fino allo scorso campionato, ha vissuto le sfide con la società di via Turati in maniera ovviamente speciale: la stracittadina per eccellenza è, da sempre, una delle partite più seguite dalle telecamere di tutto il mondo. Per Burdisso i numeri dicono che su sei derby disputati, quattro si sono risulti in maniera favorevole per l’argentino mentre sono due quelli persi.
L’esordio di Burdisso nella stracittadina è un ricordo positivo: accadde nel dicembre 2005, l’allenatore nerazzurro era Roberto Mancini (al Milan continuava il ciclo di Carlo Ancelotti).
Il club di via Durini mise in cassaforte quella partita – nel corso della quale Burdisso subentrò nel secondo tempo – per 3-2 grazie alla rete decisiva di Adriano.
Difficile non pensare che il ritorno a San Siro non consenta al centrale giallorosso di trovare ulteriori stimoli: la voglia di espugnare il Meazza è enorme, quella di proseguire nell’inanellare prestazioni da applausi anche.
La Gazzetta dello Sport in edicola stamane riporta una bella intervista all’argentino, che riprende, uno a uno, i temi appena enunciati. Testuale:

Bruno Conti su Milan-Roma: “Totti ci ha abituato ai miracoli”. Motta non ce la fa

 Col freddo di questi giorni di ottobre, non se ne può venire a capo nemmeno sfogliando la margherita col Totti – gioca, Totti – non – gioca.Ma che il Capitano sia in dubbio pe Milano è purtroppo una certezza.
Come lo è il fatto che stia facendo il possibile e l’impossibile per essere presente contro i rossoneri.
Sa di essere indispensabile, in questo periodo, e che anche un Totti a mezzo servizio farebbe bene alla causa.
Il rischio, semmai, potrebbe essere quello di forzare i tempi e subire ricadute importanti e tali da tenerlo fuori dai campi per parecchio tempo.
Ecco perchè le modalità con cui affrontare la situazione sono delicate.
Il Corriere dello Sport – edizione odierna – racconta le speranze di Bruno Conti, abituato a più di un miracolo del Pupone, il quale fa capire che l’incertezza sulla presenza di Totti durerà fino alla vigilia. Non manca neppure il punto rispetto agli altri giallorossi in dubbio:

Vucinic: “Milan(cio) titolare con Totti”

 Mirko Vucinic sta per tornare. Per la Roma una notizia da festeggiare, soprattutto dopo la dichiarazione d’amore – nei confronti del montenegrino – rilasciata da Claudio Ranieri che lo ha definito uno degli attaccanti migliori sul panorama europeo.

Dopo aver messo in cascina minuti preziosi che gli consentissero di archiviare il periodo di stop nel modo migliore, Mirko Vucinic sta per tornare a segnare.

Lo diciamo non per la capacità di leggere il futuro ma perchè Vucinic, quando gioca contro il Milan, si scatena: quattro realizzazioni nelle ultime prestazioni.

Numeri da primato.

Fisicamente, la punta pare ristabilita, come dichiara ai referenti de Il Corriere dello Sport in una intervista pubblicata sul numero odierno:

Milan-Roma tra indiscrezioni e prove di maturità

Prove di maturità. Milan-Roma si presenta come una sfida nella quale entrambe le squadre si trovano a cercare risposte in maniera immediata. Per i giallorossi è senza alcun dubbio la gara che può determinare gli obiettivi di una stagione ancora indecifrabile, nel corsao della quale si potrebbe – perchè no – anche finire a lottare con le prime in classifica. Il campo lo può dire: San Siro, per altro, è un terreno di gioco che da sempre esalta le motivazioni e le caratteristiche della Roma, abituata a incantare il pubblico del Meazza, specie se di fede rossonera. Luciano Spalletti, contro il Milan e su terreno ostile, non ha mai perso. Per il Milan, una prova ancor più importante: inutile nascondere che la formazione di Leonardo è, ad oggi, la grande delusione del campionato e si è vestita più da outsider – ovvero, potrebbe creare fastidio alle big offrendo all’occasione prestazioni da incorniciare – che da protagonista della massima serie. Manca continuità, al Milan, e un’idea corale che l’allenatore brasiliano non è ancora riuscito a imprimere. Poi, naturalmente, stanno latitando i campioni che, da Ronaldinho a Pato, si sono rifugiati da tempo tra le braccia di Morfeo. L’analisi proposta sulle pagine di Leggo va in questa direzione e merita di essere ripresa:

Burdisso, l’argentino d’acciaio che ha fatto innamorare Roma

 Il numero che porta dietro la schiena è il 29 e per ciascun romanista, in questo periodo, è emblema di sacrificio, coraggio, temperamento, tenacia e sicurezza. Pensiamo a Nicolas Burdisso che ha appena messo in cascina la prima parte di stagione con la maglia della Roma, che lo ha acquistato dall’Inter l’ultimo giorno utile per chiudere le trattative di mercato estivo.
In poco più di un mese ha fatto innamorare l’esigente platea capitolina: gli è bastato mettere a disposizione le caratteristiche tecniche e caratteriali che  lo accompagnano da sempre.
Il primo scorcio di campionato ha fatto ricredere anche gli scettici, quelli che temevano l’eccessiva irruenza del difensore, pensando che la stessa si manifestasse in una serie di cartellini gialli (e all’occorrenza rossi) sfornati ad oltranza. Ebbene, fino ad oggi Burdisso ha racimolato la miseria di una sola ammonizione, quella rimediata contro il Catania nell’ultima trasferta della formazione di Claudio Ranieri.

Roma, i numeri dopo la 7^ giornata

184. Sono i gol messi a segno da Francesco Totti in serie A: raggiunto Gabriel Omar Batistuta nella speciale classifica dei cannonieri più prolifici del campionato italiano. 2, ovvero le reti segnate dal Capitano nel corso della gara contro il Napoli, entrambe su azione e fondamentali ai fini della vittoria, arrivata dopo due pareggi consecutivi in terra siciliana 8contro Catania e Palermo). 2 sono anche le doppiette fin qui messe a segno dal Pupone nel corso della stagione 2009/10 di serie A (l’altra, in casa, contro la Fiorentina).

Roma-Napoli, rassegna stampa

 Tifosi soddisfatti, non del gioco ma dal cuore messo in campo dalla Roma, caparbia nel voler ribaltare il risultato e vincere la partita. Già, perchè contro il Napoli si stava mettendo male. Fino a che non si è messo in moto il capitano: il primo pensiero mattutino, in un “giorno dopo” vissuto attraverso le radio romane, è rivolto al capitano Francesco Totti, che dopo aver raggiunto Batistuta nella classifica marcatori e segnato la seconda doppietta stagionale, ha fatto temere a tutto lo stadio Olimpico il peggio (iperestensione del tendine rotuleo del ginocchio destro).

I messaggi via etere e gli sms dei tifosi, sono tutti per lui. Una melodia che fa il paio con quanto offerto dalle prime pagine dei giornali in edicola, che affrontano la gara tra Roma e Napoli con l’evidente intenzione di mettere in risalto la prova di carattere fornita dai giallorossi e l’ennesima prestazione degna di una Bandiera inscenata da Francesco Totti. Prima tra tutte, le pagine de Il Corriere dello Sport:

“Totti sei un Fenomeno. Il capitano segna una doppietta ed aggancia a quota 184 Batistuta, poi si fa male, ma è un infortunio di poco conto”.

La gladiatoria prestazione del Pupone è tema ricorrente e accomuna le impressioni delle maggiori testate nazionali. Ancora Il Corriere dello sport:

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