Da Il Romanista:
E la prevendita per Inter-Roma fece fiasco. Fino a ieri, per una partita che vale la finale di Coppa Italia, erano stati venduti 25 mila biglietti in uno stadio da 86.000 posti (vabbé, 85.700). Ma soprattutto, di questi 25 mila, (sempre fino a ieri) solo 470 sui 4.500 disponibili sono complessivamente (fidelizzati più non fidelizzati) occupati dai tifosi della Roma. Sarà contento chi sogna un calcio senza ultras, cioè senza passione. Senza i registi di quello spettacolo indescrivibile della Sud che onora De Falchi o delle Gradinate genovesi che lottano a colpi di coreografie e ti fanno pensare che il momento più fico, più fico pure del gol di Boselli, è proprio quello. Ma tant’è, per il ritorno della semifinale è andato semideserto pure, anzi soprattutto, il settore ospiti per i non fidelizzati della Roma. I numeri sono impietosi. Impietosi per il ministero presieduto da Maroni, si intende. Eccoli: sono stati acquistati 120 biglietti del settore ospiti senza tessera del tifoso, quando l’Inter ne offriva 500; mentre la situazione del settore ospiti con tessera del tifoso è: 350 tagliandi comprati contro 4.000 disponibili. L’anima della Curva Sud aveva chiesto ai suoi ragazzi di rinunciare apposta alla trasferta, perché lo slogan degli ultimi giorni, il passaparola, era «o tutti, o nessuno». O tutti, e quindi niente distinzioni tra fidelizzati e non fidelizzati, niente gabbietta da 500 posti per i non fidelizzati e prezzi identici tra le due categorie di romanisti. Oppure nessuno. E nessuno è stato. Nessuno o quasi, perché quei 120 – ripetiamo: 120 su 500 – che hanno preso il biglietto dello spicchietto di San Siro sono un’assoluta minoranza