Dal Romanista:
La media spettatori della Roma allo Stadio Olimpico è passata dai 40.975 dello scorso campionato ai 34.224 della stagione 2010-2011. Un dato in chiaro contrasto con le parole del ministro Maroni che, solo pochi giorni fa, mentre annunciava che in questa settimana avrebbe reso noti i dati della prima stagione della Tessera del Tifoso preannunciando l’idea di introdurla anche in altri sport, aveva sostenuto che le presenze negli stadi non erano scese. «Sono diminuite le partite con incidenti – aveva spiegato il Ministro -, sono diminuiti i feriti, c’è un minore impiego di forze dell’ordine grazie agli steward, tutto ciò senza che siano diminuiti i tifosi». In attesa dei dati ufficiali del Viminale, ci sono quelli elaborati dal sito www.stadiapostcards (che raccoglie le presenze dai tabellini dei giornali), che sembrano dire il contrario di quanto sostenuto da Maroni, per lo meno per ciò che riguarda il numero di spettatori. Che poi è il punto cruciale, quello che fa la differenza. Perché è piuttosto evidente che se la gente non va più allo stadio, non ci saranno più incidenti. Il problema è semmai quello di riempire gli stadi e renderli al tempo stesso sicuri. Bene, i dati forniti da stadiapostcardse riportati dal sito asromaultras.orgdicono che la flessione nelle presenze negli impianti italiani in questa stagione c’è stata, eccome. E per tutte le squadre. Roma ovviamente compresa. Per quanto riguarda i giallorossi i numeri sono impietosi visto che, fatta eccezione per l’anno del Flaminio, quello fatto registrare nel torneo appena terminato è il numero più basso di spettatoridal 1965/66 (in quella occasione furono 28.897).
E’ un dato di fatto: non ci fossero state le partite casalinghe, quest’anno, la Roma avrebbe davvero messo in mostra solo una marcia da retrocessione: tra le mura amiche dell’Olimpico, infatti, i giallorossi hanno collezionato 20 dei 23 punti totali conquistati. Da Il Tempo:
Roma-Udinese senza pubblico: la gara non è a porte chiuse eppure le presenze annunciate all’Olimpico sono irrisorie. Dove sono i romanisti? Da Il Romanista:
Gianni Alemanno, sindaco di Roma, è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport, nel corso della trasmissione “Te la do io Tokyo”, per esternare il proprio pensiero circa il momento delicato vissuto dalla Roma dal punto di vista societario e per estendere il proprio auspicio: quello di uno stadio nuovo che sappia colmare le lacune strutturali di un Olimpico che impedisce una buona visuale delle partite in corso. Testuale:
Rosella Sensi e Claudio Lotito, abbandonando la veste naturale di rivali cittadini, hanno raggiunto – per conto di Roma e Lazio e alla presenza del presidente del Coni, Gianni Petrucci – un accordo di massima circa la gestione delle pulizie dello stadio Olimpico. Da Ansa:
Roma-Cagliari, penultima giornata del campionato italiano di serie A; l’ultima, per l’Olimpico giallorosso. Domani pomeriggio, infatti, i ragazzi di Claudio Ranieri saluteranno l’impiano che sorge all’interno del Foro Italico per l’ultima volta in questa stagione. Uno stadio che, numeri alla mano, ha contribuito a rilanciare le ambizioni tricolore della società di Trigoria.
Associazione medica Mediterranea Onlus: a molti dirà poco o nulla, ma il pronto intervento garantito nel corso delle gare interne della Roma lo si deve proprio alla suddetta organizzazione, che interviene tempestivamente in caso di malore. Presente anche nel corso dell’incontro tra Roma e Inter, il servizio sanitario è dislocato in 16 punti dello stadio Olimpico. Da Il Corriere della Sera:
La Roma, questa sera, si gioca la possibilità di continuare a sognare il tricolore; l’Inter, invece, ha l’opportunità di mettere sette punti di distacco tra sè e la sua principale inseguitrice. Il Messaggero analizza la gara tra i giallorossi ed i nerazzurri:
Quando volti la testa e alle spalle c’hai l’Impero glorioso, ogni attinenza viene facile. Spontanea. Nel momento della sua massima espansione, il Sacro Romano disponeva di 80.000 chilometri viari, suddivisi in 29 strade che si irradiavano da Roma verso l’Italia. Il sistema viabilistico seguiva una logica urbanistica a prova di scemo: le strade erano disegnate in quella maniera per ostacolare le province dall’organizzare una resistenza contro l’Impero. Avere tutto sotto controllo. Prevenire ogni rivolta, prevedere qualunque ostacolo ed essere pronti a fronteggiare il nemico avendone letto in anticipo le mosse. Da allora, è cambiato il mondo.