Italia, Bearzot: “Lippi come me nel 1982? Assurdo”

 Enzo Bearzot cerca di seguire il percorso che porta a eventuali analogie tra i Mondiali dell’Italia 1982 e i 23 del Sud Africa alle dipendenze di Marcello Lippi. In realtà, in più di una occasione si è cercato di riproporre (per lo più in maniera scaramantica) il parallelismo tra quegli e questi Azzurri; tra quei e questi pareggi. Ma Bearzot, intervenuto a La Gazzetta dello Sport, non vede molti elementi di comunanza nè ritiene si possa in realtà proporre alcuna analogia. Testuale:

Conti: “Mondiale? De Rossi e Di Natale le chiavi”

 Dal Messaggero:

Lui c’era, ventotto anni fa, quando in Spagna la Nazionale italiana di Enzo Bearzot si trovava, più o meno, nella stessa situazione in cui si trova oggi quella di Marcello Lippi, qui in Sud Africa. Zero vittorie dopo le prime due partite, due pareggi contro Polonia e Perù; tensioni e polemiche; rischio concreto di tornare subito a casa, alla vigilia dello scontro con il Camerun. Bruno Conti ricorda tutto alla perfezione. «Non riuscivamo a vincere, due pareggi deludenti, c’erano polemiche di ogni tipo, la critica ci dava contro e, non a caso, decidemmo di metterci in silenzio stampa. Giocavamo non male, ma malissimo. Un’Italia inguardabile…», le parole del dittì della Roma.
E, come sta accadendo adesso, grandi rimpianti per gli assenti.
«Esatto. Non si faceva altro che rinfacciare a Bearzot di aver lasciato a casa Pruzzo, che aveva appena vinto il titolo di capocannoniere, per portare Selvaggi.

Italia contro Lippi, Inghilterra vs. Terry & Capello, Francia sottosopra. Altrove non stanno meglio

 E’ il Mondiale delle polemiche. Si rischia di archiviare il Sud Africa come una parentesi amara in almeno tre Paesi europei: Italia, e ne conosciamo abbondantemente i motivi; Inghilterra; Francia. Altre due (oltre alla nostra), tra le Nazionali di spicco, vivono giorni di tensione. Versante britannico: tutto risolvibile con i risultati (anche se la Federazione inglese ha palesemente affermato di attendere le dimissioni di Fabio Capello in caso di mancato passaggio del turno e approdo agli ottavi) nonostante l’ultimissima polemica tra la squadra e l’ex Capitano John Terry reo, a detta di molti tra i calciatori inglesi, di aver parlato in maniera inappropriata a nome della Nazionale. E’ successo in seguito al pari contro l’Algeria: Terry, citando quali artefici delle parole che stava per pronunciare i compagni Steve Gerrard, Frank Lampard, Wayne Rooney, Aaron Lennon, David James, Peter Crouch, Jamie Carragher e Glen Johnson, ha detto:  “Qualsiasi decisione prenda Capello, posso assicurare che siamo tutti con lui. Come gruppo di giocatori di esperienza internazionale lo dobbiamo a noi stessi, alla nostra nazione e anche a lui. Ma se nel corso del prossimo incontro riterremo che qualcosa debba essere cambiato, glielo diremo. Ognuno deve esprimere la propria opinione. E se questa infastidisce lui (Capello) o altri giocatori, che c’è di male?“. Il particolare è che – stando alla versione dei calciatori citati – Terry non aveva alcun titolo per parlare a loro nome, non avendo mai detto nè pensato le parole pronunciate dal Blues.

Mondiali Italia, Abete: “Non c’è ricambio, i talenti dove sono?”

 Giancarlo Abete, in qualità di Presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio, prende la parola ai microfoni di Radio Anch’io lo Sport per analizzare il difficile momento della Nazionale italiana, reduce da prove opace al Mondiale del Sud Africa. La causa del problema, a detta di Abete, sta nel fatto che manca un ricambio: come dire, finito un ciclo generazionale, non si è provveduto (chiaro riferimento ai club) a investire su validi sostituti di nazionalità italiana. L’intervista:
ITALIA-NUOVA ZELANDA.La Nuova Zelanda ha giocato il calcio di una volta, con palle lunghe, mischie e grande fisicità ma è 78esima nel ranking della Fifa e in qualche modo andava battuta. Non è la fine del mondo, ce la possiamo ancora giocare. Non abbiamo avuto molta fortuna in queste prime due partite, ma si sperava di fare meglio anche senza fortuna. Sapevamo che non sarebbe stata una partita così facile come tanti pensavano, ma si aveva la convinzione di poter vincere. La partita di giovedì con la Slovacchia è una finale più da vincere che da pareggiare, siamo ancora in corsa. Ma a questo Mondiale c’è un problema di competitività generale, non solo nostro“.

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