Italia, Cannavaro: “Io ci metto la faccia, ma la colpa è dei club di A”

 Fabio Cannavaro, il Capitano, parla per ultimo: l’Italia sta per abbandonare definitivamente il Sud Africa (partenza alle 22 da Johannesburg con scalo a Roma e arrivo a Milano) e l’ultimo ad esprimersi in conferenza stampa è il Pallone d’Oro del 2006 che ha moo di toccare più di un argomento di interesse. Un dato, tuttavia, emerge con chiarezza: per Cannavaro, i motivi della figuraccia vanno ritrovati in Italia, dove i club di A non garantiscono il ricambio necessario.
PESSIMA FIGURA.E’ stata una delle serata più brutte della mia carriera, nessuno si sarebbe aspettato un mondiale così, di uscire da ultimi nel girone. Nessuno si sarebbe aspettato questa mancanza di gioco, un risultato del genre. Sapevamo che rivincere il mondiale sarebbe stato difficile, ma la speranza era andare più avanti e non uscire subito. C’è mancata una vittoria, ne avessimo vinta una sarebbe stato tutto diverso“.

Nazionale: un Totti così sarebbe servito a Lippi

 Da Il Corriere della Sera

La Roma resta attaccata all’Inter e si regala un piccolo dubbio finale che se non altro ribadisce l’importanza della sua stagione. I rischi che corre l’Inter sono minimi, ha però il peso di dover vincere. Qualunque altro risultato a Siena non basterebbe. È stata la giornata dei perdoni. A Roma Totti è stato trionfalmente accolto dal suo pubblico come un martire colpito al cuore dalla reazione nazionale al dopo Balotelli. A San Siro lo stesso Balotelli ha segnato ed è poi uscito tra gli applausi del pubblico che meno di tre settimane fa aveva offeso. Al di là della mancanza di misura su quasi tutto quello che lo riguarda, Totti stupisce ancora per il suo rendimento. Un gol, un palo e un assist a Parma otto giorni fa, 2 reti al Cagliari ieri.

L’avversaria: Juventus post Calciopoli, nè scudetto nè Champions. Obiettivi di stagione: Coppa Italia, Europa League (!)

L’enigma Juventus imperversa in questo 2010 appena abbozzato. Lontano anni luce dalle favole a lieto fine che ne hanno costruito la storia sportiva – a suon di vittorie e trofei alzati al cielo, cuciti sul petto – il presente del club più glorioso d’Italia è più nero che bianco, quasi a prolungare il purgatorio di una società a cui mancano come il pane successi e traguardi raggiunti. Il dopo Calciopoli della squadra di proprietà della famiglia Agnelli, che ha avuto nel compianto Gianni il massimo esponente dirigenziale, ha offerto ai tifosi della Vecchia Signora una sola gioia – simbolicamente importante ma da cui trarre scarso giovamento – legata all’immediata promozione in serie A (ottenuta sul campo nel 2006/07) dopo la retrocessione in B decretata a tavolino (a seguito di sentenza della Commissione di Appello Federale in merito ai fatti oggetto dello scandalo del calcio italiano del 2006 che declassò la Juventus dal 1º al 20º posto del campionato 2005-06 mandandola in serie B per la prima volta nella storia del club).

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