Ranieri: “Adesso dobbiamo essere martelli”

 Le dichiarazioni di Claudio Ranieri in conferenza stampa, dopo il successo sull’Atalanta:
I TIFOSI “Il pubblico ha capito le difficoltà della squadra e l’ha avvolta. Stavamo giocando bene, poi con il gol dell’Atalanta siamo andati in spavento. I tifosi ci hanno dato il cuore e la determinazione. Quando si dice il dodicesimo in campo… Oggi lo è stato. Avevamo le nostre legioni sugli spalti”.
PADRONI DEL DESTINO“Quello che abbiamo fatto è tanto, ma allo stesso tempo è nulla. Adesso siamo primi, dobbiamo giocare con serenità, voglia e determinazione. Il derby è una partita difficilissima, che va fuori dalle righe. Si azzera tutto, la classifica non c’entra”.
SENSAZIONI “Non sono preoccupato. Siamo d’accordo con le unità coronariche! Quando un allenatore vede che i giocatori lo seguono, è soddisfatto”.
SCELTE “Ero convinto che per come è strutturata l’Atalanta fosse meglio allargarla con Vucinic e Menez”.

Roma-Atalanta, Ranieri: “Arriva il bello. Ora dipende da noi”

 Claudio Ranieri sa che ora – per la prima volta dall’inizio della stagione – dipende solo dalla Roma. Perchè la vetta della classifica e il primato in solitaria è stato raggiunto. La vittoria interna sull’Atalanta ha consentito ai giallorossi di staccare l’Inter di un punto. Ma adesso viene il bello. Il testaccino a Sky Sport:
MISTER BIANCONERO.Venerdì torno juventino? È una partita decisiva per tutti. Noi abbiamo una bella gatta da pelare, il campionato è ancora da giocare e da combattere partita dopo partita“.
CAPOLISTA.In testa dopo due anni e mezzo: mancano cinque partite e dobbiamo giocare con molta umiltà perché vediamo le difficoltà che incontriamo affrontando le altre squadre. Saranno cinque partite difficilissime e noi dobbiamo affrontarle una alla volta, sapendo che adesso dipende da noi, mentre prima dipendeva dagli altri“.
MENEZ DAL 1′. Mi serviva allargare la loro difesa, che era molto ben organizzata, anche se era rinnovata per due defezioni“.

Ranieri: “Ora ci giochiamo un sogno”

 Roma-Atalanta per trasformare il sogno in realtà perchè, con una eventuale vittoria, i giallorossi scavalcherebbero i nerazzurri di un punto e si porterebbero per la prima volta dall’inizio della stagione in testa alla classifica. Claudio Ranieri, preso atto del punteggio del Franchi, lo sa ancora meglio: forse da stasera si potrebbe smettere di chiamarlo sogno. Da Il Messaggero:

«Ci giochiamo un sogno». Claudio Ranieri, preso atto del pari di Firenze, assapora la Grande Chance: andare per la prima volta in testa alla classifica. La Roma, se oggi pomeriggio batte l’Atalanta all’Olimpico (ore 15), può sorpassare l’Inter, sfruttando il verdetto del Franchi. Nerazzurri ancora in vantaggio e di 2 punti,macon una gara in più. E’ dal 18 maggio del 2008 che i giallorossi non riescono a superare i campioni d’Italia, ma quel giorno a Catania, ultimo turno del torneo di due anni fa, il primato durò solo un’ora, sino al primo dei due gol di Ibrahimovic a Parma. «Non ci deve condizionare nulla: pensiamo a vincere». Orgogliosamente l’allenatore di San Saba esalta il suo lavoro in questi sette mesi. Senza tirare fuori la serie dei 22 risultati utili e la splendida rimonta, ma ricordando quanto sia diverso il salto verso l’alto rispetto a quello della squadra di Spalletti: «Due anni fa la Roma si giocò il campionato all’ultima giornata. Noi è da un bel po’ che siamo dietro all’Inter. Adesso hanno il nostro fiato sul collo e dobbiamo azzannarli». Insomma ritiene unica la sua Roma. Già prima di Bari spiegò la differenza con quella «costruita per vincere» di Capello.

Roma-Atalanta e i ricordi agrodolci

 Da La Repubblica:

Il sorpasso a un passo. Una vittoria e la Roma vola a più uno sull’Inter. Le occasioni quando capitano vanno prese al volo. E Ranieri, famelico e vorace, sa che quella di oggi è troppo grande per farsela scappare. La mira è stata presa nelle scorse settimane, ora si tratta di centrare l’obiettivo e colpire: «La rincorsa questa volta è diversa da quella di due anni fa, allora le squadre si avvicinarono alle ultime giornate. È da tempo che stiamo col fiato sul collo dell’Inter: ora dobbiamo azzannarli». Senza dimenticarsi di rimanere con i piedi per terra. Questo, Ranieri, non si stancherà mai di ripeterlo: «È giusto che la città sogni e il fatto che lo stia facendo è segno che questa squadra ha già fatto una grande stagione: questo è quello che deve apparire all’esterno, ma noi, tra di noi, pensiamo di non aver fatto ancora nulla. La Roma si sta giocando un sogno e tutti insieme possiamo trasformarlo in realtà». Soprattutto ora che tutte le ipotesi di combine che hanno circondato in questi giorni Fiorentina-Inter si sono polverizzate: «Io non credo a queste cose» ha tagliato corto il tecnico. Di fronte a Ranieri questa volta c’è l’Atalanta. Con i suoi ricordi agrodolci. Perché nella memoria del tecnico della Roma c’è quella notte piena di passione del 18 maggio 1996, quando la sua Fiorentina conquistò a Bergamo la coppa Italia e trovò uno stadio stracolmo in piena notte pronto ad attenderla per festeggiare.

Roma-Atalanta, i numeri del match. Ranieri batte Mutti

 RomaAtalanta: la sfida nei numeri. Domenica pomeriggio (ore 15,00) lo stadio Olimpico sarà il teatro dell’incontro; le due formazioni si affronteranno per la 98esima volta in campionato di serie A a girone unico: 45 sono le vittorie giallorosse, 21 i pareggi e 31 i successi bergamaschi in 72 anni di battaglie. Sono 143 i gol realizzati dalla formazione capitolina nei confronti fra le due squadre contro i 100 dell’Atalanta. Nelle sfide sostenute sotto l’ombra del Colosseo, invece, il conto della sconfitte giallorosse si abbassa notevolmente: 48 sono le gare disputate nell’impianto che sorge all’interno del Foro Italico e 4 le volte in cui la squadra nerazzurra è riuscita a sfatare il tabù Olimpico, l’ultima delle quali è avvenuta il 24 maggio 2003, quando un giovane De Rossi al 30esimo pareggiò momentaneamente per la Roma il gol iniziale di Doni avvenuto al 7′; l’ex Gautieri (3 stagioni con la maglia giallorossa, 43 presenze in campionato e 8 le reti) chiuse definitivamente la partita al 55’ sul punteggio di 1-2. I tifosi giallorossi, in questi anni di sfide, hanno visto concludere gli incontri in parità per 14 volte, l’ultimo datato 23 maggio 1993, quando l’allenatore giallorosso Boskov esultò per il pareggio all’ultimo minuto di Rizzitelli, dopo i gol di Giannini, Alemao e Porrini.

Ranieri: “Il derby può attendere, dobbiamo azzannare il collo dell’Inter”

 La conferenza stampa di Claudio Ranieri alla vigilia di Roma-Atalanta:
JUAN E TOTTI“Defezione importante, però entra un altro titolare. Mexes è un titolare a tutti gli effetti. Non perderemo nulla perché il francese darà un contributo alto. Totti? Ogni giorno si allena sempre di più e non avverte più problemi. Più andiamo avanti e più starà sempre meglio. A me piace vederlo in campo. Capello l’ha messo più vicino alla porta quindi lo vedeva in quel modo. Ranieri lo vede in altra maniera“.
PENSIERO DERBY “Vucinic? Io guardo la partita che ho davanti. Andrà in campo la migliore formazione possibile. Sappiamo che sarà una lotta tra noi, l’Inter e il Milan fino alla fine. Non ci deve condizionare nulla. Dobbiamo pensare solo a noi e fare bene domani contro una squadra difficile. Il derby potrebbe condizionare i giocatori domani? Spero di no. A questo punto dobbiamo giocarcele tutte.

Roma-Atalanta: Mexes, l’indispensabile. Ti ricordi, Philippe?

 La via del rifugio per Philippe Mexes passa attraverso un tunnel lungo quanto quello che separa gli spogliatoi dell’Olimpico al terreno di gioco. Potrebbe scoprirsi nell’undici iniziale proprio domenica. Complice l’intenzione di Claudio Ranieri di preservare l’integrità di Juan e consentirgli di rifiatare, il francese potrebbe tornare a vestire una maglia da titolare. Al fianco di Nicolas Burdisso. Significherebbe tornare a sorridere dopo un periodo di tempo nel quale a Mexes e toccato solo d’asssitere. Con il cuore, con la voce, con l’esultanza e l’incitamento figli di tanti anni di vita a Roma. Da spettatore – come i tifosi più fedeli, con tanto di abbonamento… alla panchina – dopo stagioni vissute da baluardo della retroguardia. Qualcosa l’ha mostrata – Mexes – anche nel nascondiglio di una panca fastidiosa, scomoda, troppo fredda d’inverno e bollente con il sole a palla. Attaccamento alla squadra, con quelle esultanze istintive in occasione di ogni rete giallorossa nel corso delle ultime gare; voglia di essere parte di un gruppo che gli si calza addosso da quel lontano agosto del 2004. Quando optò per una scelta apparentemente calcistica. In realtà, di vita. Perchè, in quella circostanza, non fu semplicemente un cambio di casacca. Dall’Auxerre alla Roma. Ma un vero e proprio cambio di residenza. Da Auxerre a Roma.
GUIDO GOZZANO. La insegna il poeta piemontese. La via del rifugio. Un percorso intimista introdotto dall’universo fanciullesco della filastrocca. La pretesa ingenuità, l’ironia e la parodia letteraria, l’abilissimo trattamento dell’artificio poetico, lo stupore della fiaba in un intercedere di ritmica e monologo interiore. La via del rifugio non è una resa ma una marcia combattiva, infaticabile. Non è morte, ma resistenza alla morte. Ovvero, vita agita e non subita.
PHILIPPE MEXES. Socchiusi gli occhi sto, supino nel trifoglio, e vedo un quatrifoglio, che non raccoglierò. C’era una volta Mexes, viene da dire.

Spinelli ad Asromalive.com: “Roma favorita per lo Scudetto, uno come Totti è unico. Ranieri ricorda Bagnoli, un plauso alla Sensi”

 Esordisce in maniera secca, decisa. Aldo Spinelli è stufo, lo si intuisce anche solo per il tono di voce.
Il Verona? Vorrei sapere chi mette in giro queste fesserie, roba da querela. Io del Verona non ne voglio sapere nulla, non mi interessa. Lo dica, per cortesia“.
Presto fatto: anche perchè la notizia, semmai, è un’altra. Il patron del Livorno, dopo 12 anni di sudatissima dirigenza, è stanco. Del calcio.
Non ce la faccio più, ho voglia di uscire dal mondo del pallone, vendo il Livorno a un acquirente degno della gloria di questa società e animato dalle migliori intenzioni e stacco definitivamente la spina da questo contesto. Cosa vuole, arriva un momento in cui la voglia non c’è più e le energie nemmeno“.
Le parole escono nitide dalla bocca di Spinelli ma non riescono a nascondere un senso di pesantezza che si palpa anche così. Attraverso il telefono.
Voglio chiudere nella maniera più decorosa la stagione con il Livorno, dobbiamo provare fno in fondo a conservare la categoria e finchè la matematica non condanna tutto rimane possibile. Gennaro Ruotolo è chiamato al miracolo ma la sua determinazione mi basta: siamo arrivati in questa situazione per colpe che vanno suddivise equamente. Cosmi? Bhè, sappiamo chi è ma non è il solo ad avere responsabilità“.
Nascere a Palmi e finire a Livorno dopo essere passato per Genova. Specializzarsi nel mondo dell’autotrasporto (riferimento indiscusso del contesto genovese con un impero che va dai camion ai containers, dal turismo alla cantieristica) e inventarsi presidente di calcio.

Ranieri, uno scudetto atteso più di 20 anni

 Non è solo una questione corale, diventa anche una faccenda personale. Lo scudetto alla Roma sarebbe un coronamento inaspettato di una stagione travagliata ma bellissima per intensità ed emozioni. Un sogno a coronare le migliori aspettative di squadra, città, società. Ma non solo questo. Lo scudetto alla Roma sarebbe anche un inevitabile riconoscimento conquistato su lcampo per un professionista tra i più stimati del contesto calcistico. Ovvero, Claudio Ranieri che, in più di vent’anni di onoratissima carriera, tanto vicino al tricolore non c’era mai stato. Da Il Corriere dello Sport:

Mettiamola così. Claudio Ranieri si trova a vivere un sogno. Non lo dice, il suo slogan preferito è: «Restiamo con i piedi per terra, dobbiamo fare sognare i tifosi, ma noi dobbiamo continuare a lavorare». Può coronare un sogno meraviglioso. Mai nella sua carriera era stato così vicino allo scudetto. Ora, a sei giornate dalla fine, ha la possibilità di farlo con la squadra della sua città. Il massimo. Dopo più di venti anni sulle panchine di mezza Europa, con la sua Roma è arrivato a un passo/punto dal traguardo più prestigioso. Non gli era mai accaduto, nè con la Fiorentina, nè con il Valencia, neppure con il Chelsea e la Juventus.

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