Per quanto se ne parli e per quanto già se ne sappia, Francesco Totti è un universo mondo che non si smette mai di conoscere. Il Capitano giallorosso ha rilasciato un’intervista esclusiva a La Repubblica nel quale affronta con la solita schiettezza tematiche che includono ed eludono il mondo del calcio. Il numero 10 a 360 gradi. Testuale:
“Francesco Totti, si sa, è un fenomeno. Si sono studiati i suoi piedi. Mai il resto. L’ha sempre impedito, a costo di apparire vuoto. Eppure ha un’intelligenza che è un misto tra quella selvaggia del ragazzo allevato nella foresta dai lupi e quella degli elettricisti di Paolo Conte. La luce dell’artigiano geniale e furbo. Inoltre ti fa ridere, che non è poco. Ma tutto questo arriva dopo quasi due ore di conversazione. All’inizio c’è un giovane uomo in scarpe da ginnastica e braghette corte, con le ginocchia enormi per i muscoli e solcate di cicatrici arrossate, con una fede e una fedina d’oro bianco all’anulare sinistro. Un ragazzone che sembra avere poco interesse all’impegno e molta fretta di andarsene“. Francesco Totti a cuore aperto è sempre una gran bella esperienza.
SU SE STESSO. “Chi dice che fatico a parlare di argomenti che esulano dal calcio pensa di conoscermi ma in realtà non è così: non sono un filosofo. Forse sono ignorante, ma non stupido. Non riesco a esternare i miei sentimenti con chi non conosco, a chi non sta nei miei affetti. Anzi, non mi interessa proprio farlo. E’ pudore, è carattere. Sono molto fisico, romantico. Mi piace toccare le persone, abbracciare gli amici, mettergli una mano sulle spalle e stringere. So quali sono le cose importanti, a loro cerco di dare tutto me stesso. Lo faccio con i miei figli, con Ilary. Pochi altri”.
Il 2009 è andato via tra alti e bassi: il primo posto nel girone di Europa League, la vittoria nell’ultimo derby, una classifica che piano piano si sta riaggiustando, sono le (poche) note liete dell’anno che è volto al termine. Il mancato raggiungimento del quarto posto nella scorsa stagione, la vendita di Aquilani, i troppi gol subiti ed un mercato acquisti povero di rinforzi fanno pendere l’ago della bilancia verso un’annata deludente. E’ tempo di voti e di considerazione e Roberto Pruzzo – che in maglia giallorossa vinse 3 titoli come capocannoniere nel 1981 (con 18 gol), nel 1982 (con 15 gol) e nel 1986 (con 19 gol), conquistò 4 Coppe Italia (1980, 1981, 1984 e 1986) e vinse uno Scudetto (nel 1983) – ha stilato per AsRomaLive.com le pagelle dei giallorossi nell’anno solare appena concluso. Per il Bomber tra le note positive c’è certamente Julio Sergio: “Gli do un buonissimo voto, ha giocato poco ma ha dimostrato di essere un portiere, anzi un ottimo portiere. E fino a poco tempo fa neanche si sapeva e non si conoscevano le sue qualità. Gli metto 7 a lui e a chi lo ha fatto giocare”.
“Faccio l’attore, non faccio il Libanese“. Francesco Montanari, capo della Banda della Magliana nella serie televisiva “Romanzo Criminale“, si confida ad AsRomaLive.com. Seduto al tavolino di un bar del Colle Oppio, con il Colosseo che gli protegge le spalle, ripercorre un anno denso di soddisfazioni. Di fronte alla sfida con il film di Michele Placido, i ragazzi della fiction hanno tenuto botta: il pubblico si è affezionato ai loro volti, alle loro vicende. Alle battute. Che decretano un successo, quando si rincorrono in città, tra le comitive, assieme al quesito: “Quando esce la seconda stagione?“. “Il prossimo novembre“, risponde Francesco, che nelle nuove puntate apparirà in flashback, dopo la morte del Libanese del 23 febbraio scorso.