Roma-Sampdoria, Marco Storari migliore in campo. Tra gli artefici della vittoria blucerchiata nella Capitale, come non citare l’estremo difensore doriano, autentico protagonista e autore di una prestazione da mettere in cornice. Il pisano classe 1977 sta mostrando sottto la Lanterna che la rinuncia frettolosa del Milan – titolare del cartellino del toscano fino al gennaio 2010 – nella sessione di mercato invernale. Alla Samp serviva un sostituto all’altezza dell’infortunato Luca Castellazzi, i rossoneri erano nella necessità di sfoltire una rosa ricca di numeri uno (un ripensamento?). Marco Storari ha sfornato, dallo scorso 15 gennaio (data di esordio con i blucerchiati) partite esaltanti concluse con l’apoteosi dell’Olimpico. Un uomo solo a frapporsi tra la Roma e il gol. Soltanto Totti, dopo 14′, è riuscito a fargli male. Dal minuto successivo, il doriano ha parato il possibile e l’impossibile.
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Vincere. Non per forza. Il botta e risposta di Claudio Lotito e Cristian Ledesma arriva a poche ore di distanza. A parlare per primo della prossima gara è il centrocampista biancoceleste che – forse ancora negli occhi il capovolgimento repentino dell’ulimo derby, i pollici versi di Totti, lo scherzo del tifo giallorosso che ha tempestato Formello di immagini raffiguranti il gesto del Capitano – s’è affidato alle pagine del proprio sito. Lazio-Inter? Per vincere. Ma anche no, dice Ledesma, pungolato da un tifoso che gli scrive per chiedere la sconfitta della squadra per “salvare” una stagione. La replica dell’argentino è ambigua: “Oggi è un grande lunedì” dice a mo’ di saluto, prima di fiondarsi nel giudizio sulla sfida contro i nerazzurri. “Sicuramente sarà una bella partita, noi dobbiamo pensare solo a noi stessi, poi come sempre si può vincere o meno“.
Jeremy Menez e Luca Toni sono i primi a prendere la parola dopo la sconfitta interna della Roma per mano dela Sampdoria. I due punti che separano in classifica i capitolini dall’Inter – con tre giornate alla fine del campionato – sono uno svantaggio evidente ma la convinzione in casa giallorossa è quella di provarci fino alla fine. Perchè la storia recente (il 5 maggio 2002 costò agli interisti, proprio contro la Lazio, un tricolore) insegna che vale la pena lottare finchè la matematica non condanna. Sia il francese che l’italiano hanno evidenziato il rammarico mostrando, al contempo, la volontà di non dare nulla per perduto.
Roma-Sampdoria finita da qualche minuto. Antonio Cassano e Francesco Totti hanno accolto il triplice fischio nella maniera suggerita dal risultato. Braccia alzate per il blucerchiato – che in settimana avevaannunciato l’esultanza sia in caso di gol che di vittoria – e pupilla fissa nel vuoto per il Capitano giallorosso. Ma è durata un attimo: il tempo di adempiere a un dovere dettato dalla circostanza – per la Samp, una vittoria che vale una mezza ipoteca al quarto posto e la conquista di un seggiolino nei preliminari di Champions League – che FantAntonio è corso a stringersi intorno al rammarico evidente di Totti. Mentre questo stava in silenzio e continuava a fissare davanti, quello se l’è preso tra le braccia e lo ha stretto con trasporto. E’ sembrato un gesto sincero, figlio della voglia di Cassano di gettare – una volta per sempre – i malumori con il giallorosso nel dimenticatoio.
Roma, scudetto, Sampdoria, Pazzini: Francesco Totti e Daniele De Rossi sono i due calciatori giallorossi sulle cui spalle, oltre a esserci il peso di una squadra che ne riconosce l’indispensabilità tattica e tecnica, s’è piombata come un macigno insostenibile tutta la pressione psicologica inclusa nella volata scudetto. Non pensarci, poi ricredersi, poi ancora starci dentro. Infine, provare un dolore atroce che non è l’avvicinarsi di una resa quanto piuttosto l’incunearsi di una amarezza inevitabile. Dovevano passare la notte, il Capitano e Capitan Futuro. Avrebbero avuto bisogno di tempo – qualche ora – per metabolizzare la sconfitta, alleggerire la pesantezza, tornare a vedere barlumi di luce. Per adesso è fioca.
Esodo in massa per la trasferta di Parma, dove la Roma giocherà la terzultima di campionato. Tifosi in ressa davanti ai botteghini fin dalla mattina del dopo Samp: la città non vuole arrendersi e decide di sostenere la squadra fino alla fine. “Ci abbiamo creduto insieme, con costanza e sacrifici. Ora, c’è solo spazio per la gratitudine“: riassunto a grandi linee, il pensiero della tifoseria capitolina è proprio questo. Trapela dall’immediato dopo gara della sfida contro i blucerchiati, con la Sud rimasta a lungo a cantare e sventolare bandiere, e lo si evince dalle file che – fin dalla mattinata – si sono formate in prossimità dei punti vendita dei biglietti.
Il sogno scudetto rischia di svanire. Inter capolista con due punti dalla Roma quando mancano tre gare al termine della stagione 2009/10. Ci hanno pensato Giampaolo Pazzini e Antonio Damato, rispettivamente attaccante della Sampdoria e fischietto designato ad arbitrare la partita dei capitolini contro i blucerchiati. La doppietta del Pazzo e le sviste del direttore di gara sono una condanna atroce: l’Olimpico ha celebrato la sconfitta di Totti e compagni con il tributo di una vittoria, ignorando il k.o. e evitando di polemizzare.