Calciomercato Roma: Benayoun obiettivo concreto, piace Burdisso junior

 In casa giallorossa, il calciomercato sembra al momento essere l’ultimo dei pensieri. I motivi sono diversi: ci sono ancora due giornate di campionato da disputare e, nonostante i due punti di ritardo dall’Inter, tutto potrebbe ancora succedere. In secondo luogo, bisognerà vedere come la Sensi e Italpetroli decideranno di risolvere la crisi finanziaria che attanaglia il club giallorosso. Solo dopo si potrà sapere con certezza, come e quanto la società potrà muoversi sul mercato. Qualcuno teme la partenza di nomi di grosso calibro, come per esempio De Rossi e Vucinic, ma al momento siamo ancora a ipotesi da fantamercato. Tornando più strettamente alla realtà, per quanto riguarda gli obiettivi concreti per il prossimo anno, una delle piste più calde seguite dal direttore sportivo Daniele Pradè, porta in Inghilterra in casa del Liverpool.

Roma: la carriera di Juan, colonna giallorossa e del Brasile di Dunga

 E’ una colonna della difesa della Roma e della retroguardia brasiliana: parliamo di Juan Silveira dos Santos, meglio conosciuto come Juan (Rio de Janeiro, 1º febbraio 1979). E’ cresciuto calcisticamente nella squadra brasiliana del Flamengo, dove gioca per sei stagioni di fila, affermandosi sin da subito come uno dei difensori più forti del campionato carioca, vero astro nascente con un futuro luminoso di fronte a sé. Nelle sei stagioni con la casacca del Flamengo, ha messo insieme 57 presenze con 6 gol all’attivo, saltando però per intero la stagione 2001-2002, in seguito a un grave infortunio che non ne ha minato minimamente la carriera. In sei anni in Brasile vince tre Campionati Carioca, una Coppa Mercosur e una Copa de Campeoes. Dopo le sei stagioni in terra verdeoro, arriva  il grande salto nel calcio europeo: Juan viene infatti acquistato dai tedeschi del Bayer Leverkusen, dove rimarrà per 5 stagioni consecutive, disputate ad altissimo livello. In Germania il difensore brasiliano disputa 139 partite, mettendo a segno 9 gol e dimostrandosi così ancora una volta prezioso non solo in difesa, ma anche come valore aggiunto in attacco, specialmente nella capacità di finalizzare i calci piazzati.

Serie A, la Roma ritrova il Cagliari. Il 2-2 dell’andata: beffa d’Epifania nell’esordio di Toni

 Domenica la Roma ospita il Cagliari per la 37/a giornata di Serie A, penultima del campionato. Sono due i punti da recuperare all’Inter di Mourinho ma, dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia proprio contro i nerazzurri mercoledì sera, l’ambiente giallorosso non è di certo dei più sereni. In più, ci si mette di traverso anche il calendario: perché evocare il ricordo del match di andata, non è un qualcosa che i giocatori e i tifosi giallorossi possono fare con il sorriso sulle labbra. Proprio in quel di Cagliari, gli uomini di Claudio Ranieri persero due punti, gli stessi che oggi farebbero parecchio comodo. Siamo alla 18/a giornata di andata, 6 gennaio scorso, al rientro dalla pausa per la sosta natalizia. Alla Roma il successo al Sant’Elia di Cagliari, manca da ben 14 anni.

Roma-Cagliari: Ranieri tra passato, presente e futuro

 Ranieri e il suo passato, Ranieri e il suo presente, Ranieri e il suo futuro. Sulla rotta di Cagliari passa buona parte della carriera del tecnico testaccino. Era l’anno 1989 e Claudio Ranieri, reduce dall’esperienza sulla panchina del Campania Puteolana, passa il mar Tirreno e raccoglie una squadra che militava in terza divisione, ai margini del calcio che conta e lontana anni luce da quella che meno di vent’anni prima aveva vinto lo scudetto. L’inizio è dei più promettenti con la conquista della Coppa Italia di Serie C alla prima partecipazione. Ma il vero capolavoro doveva ancora arrivare, visto che nei due successivi campionati, l’attuale tecnico giallorosso riuscì nell’impresa del doppio salto di categoria catapultando i suoi ragazzi terribili in serie A.

Lettera aperta a Francesco Totti, il mio Capitano

 Ciao Francè,

meglio scriverti. Ora.
Nonostante avessi voluto farlo nella miriade di occasioni in cui mi hai reso orgoglioso di vederti giocare, di saperti romanista e romano. Schizzi e abbozzi ce ne sono a iosa. Lettere cominciate e piantate lì. Per esaltarti, farti grande al mondo, celebrarti per qualità sportive, umane, calcistiche. Parole e capoversi ne ho a migliaia. Da quella volta che hai esordito a quando hai segnato l’ultimo gol. Dalle visite negli ospedali di mezzo mondo per garantire vicinanza a chiunque ne avesse necessità alla beneficenza spesa nel silenzio di una riservatezza che ho sempre apprezzato e condiviso. Dai record polverizzati a furia di consumare scarpini a quel sogno che custodisco con una miriade di tifosi i quali – come me – quel 10 giallorosso lo vorrebbero impresso nell’eternità di una bacheca che esiste “solo” per noi. E quel “solo” sta messo lì perché è motivo di vanto.

Fra vent’anni, quando smetterai. Ovvio.

Scarabocchi ed espressioni montate su da una passione figlia di istinto e ragione. Perché sei riuscito a farmi dono anche di questo miscuglio specialissimo che ho vissuto poche altre volte, Francè: farti amare di sensazioni venute fuori all’improvviso – come i grandi amori nati col colpo di fulmine; e lasciarti bere tutto d’un fiato anche attraverso un affetto che si è alimentato giorno dopo giorno. Ora dopo ora. Avvenimento su avvenimento. Facile innamorarsi, Francè.
Ma rimanere legati a vita è un casino. A meno che tu non sia un platonico convinto e io – Francè – sono sempre stato uno che per rimanergli dentro al petto te devo toccà. Te devo vedè. Te devo capì. Quante ne ho cominciate: di missive, mail, messaggini incisi pure sugli scontrini del caffè. Ma poi, rimasti incompiuti. Perché bastava un attimo: partivo a scriverti, e finivo a parlarti. Come se fossi lì. A berti una birra. Mangiarti due bocconi. Fare tre passaggi. Scambiare quattro chiacchiere. Passarti cinque carte.
Dicono che accada quando t’impinzi de roba. Ai pazzi. Ai sognatori e agli adulatori.
In tutta sincerità, non c’ho mai provato a capire se fossi parte di uno degli insiemi – come a Trigoria, quando v’allenate. Pettorina verde, pettorina rossa -, se stessi (malauguratamente per me) con un piede in ciascuna categoria o se potesse rientrare – quel comportamento – in un equilibrio mentale di uno sano, vivo e vegeto. Ovvio che nun me ‘n’impinzo, Francè.
E’ che io, come migliaia di altri come me, so’ cresciuto col poster tuo che mi stava di fronte quando dormivo. Ho cominciato a leggere i giornali quotidianamente, grazie a te. Ho iniziato a comprarli e li sventagliavo meccanicamente alle pagine dello sport. Arrivato lì, cercavo solo notizie sulla Roma. Ma se, tra quel pugno di battute, si parlava de te, io ritagliavo e mettevo da parte. Col tempo, con gli anni, l’abitudine di acquistare un quotidiano m’è rimasta e s’è aggiunta anche l’esigenza di sfogliarlo tutto. La politica, la cronaca, l’economia.
M’hai ‘mparato a legge er giornale, Francè. A pijà coscienza der contesto sociale. E tu manco lo sai.
Forse ora è il momento che te lo racconti.

Chievo-Roma: seimila biglietti già stampati

 Non sì è ancora giocata la penultima di serie A, che il pubblico giallorosso ha deciso di vivere in simultanea Roma-Cagliari e la gara successiva, quella al Bentegodi contro il Chievo. A fronte di un Olimpico riempito da 50 mila persone per la gara di dopodomani c’è anche l’ennesima città – stavolta Verona – che dovrà prepararsi all’invasione capitolina. Gia 6 mila i tagliandi staccati per la trasferta da ultima di campionato. Da Il Romanista:

Inter, Mourinho – Chivu: uno deferito, l’altro sotto inchiesta

 Josè Mourinho e Christian Chivu sono i protagonisti del comunicato emanato dalla Figc:

“Il Procuratore Federale ha deferito alla Commissione Disciplinare Nazionale per violazione dell’art. 5, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva Dos Santos Mourinho Jose Mario, allenatore della Società F.C. Internazionale S.p.A., per avere espresso, mediante un’intervista videoregistrata e le dichiarazioni pubblicate su organi di informazione, giudizi lesivi della reputazione di persone e di società operanti nell’ambito federale ed in particolare dei Dirigenti della Società A.S. ROMA S.p.A., adombrando altresì dubbi sulla regolarità del campionato a causa dell’operato di questi, con riferimento alla gara dell’ultima giornata di campionato SIENA-INTER.

Mondiali 2010 – GRUPPO C: la Slovenia di Kek, orfana di Zlatko Zahovič

 SLOVENIA. Quella in Sudafrica 2010 sarà la seconda partecipazione ai Mondiali, la prima senza la stella slovena di tutti i tempi. Zlatko Zahovič, attaccante classe 1971 che detiene i migliori record con la maglia del proprio Paese. E’ quello con più presenze – 80, collezionate tra il 1992 e il 2004 – e col maggior numero di reti all’attivo – 35, una media di 0,44 a partita. Mondiale atto secondo. Per i biancoverdi allenati da Matjaž Kek il viaggio in Sudafrica per la prossima rassegna significherà soprattutto migliorare l’ingloriosa partecipazione del 2002 in Giappone e Corea del Sud. Il cammino fu di quelli da dimenticare al più presto. Nell’occasione venne eliminata al primo turno con zero punti, in quanto perdette 3-1 contro la Spagna, 1-0 contro il Sudafrica e 3-1 contro il Paraguay. Fu quello il campanello d’allarme per una compagine nata nel 1996 e capace da allora di mancare a tutti gli appuntamenti internazionali (eliminata ai playoff nel 2004, nei gironi di qualificazione del 2006 e 2008). Ma per la preparazione al mondiale africano l’involuzione ha finalmente subito un arresto e la tendenza è stata invertita. In fase di qualificazione ha concluso da seconda il suo girone dietro alla Slovacchia ma davanti a Repubblica Ceca, Irlanda del Nord, Polonia e San Marino.

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