Scambio Baptista-Sculli?

 Dal Corriere dello Sport:

Qualcosa si muove. Non c’è il cash, ma a Trigoria ci sono diversi gioca­tori che potrebbero fare al caso di io do un giocatore a te, tu dai un giocatore a me. La notizia, in questo senso, arriva da Genova, precisamente dall’ambiente Ge­noa e racconta che Giusep­pe Sculli è pronto a dire sì alla Roma. Notizia, peral­tro, che non è neppure un inedito assoluto, visto che l’estate scorsa il nome del­l’esterno in più di un’occa­sione, a ragione, fu fatto come possibile obiettivo della società giallorossa. Ora pare proprio che ci risiamo.

Ranieri “chiama” Behrami

 Dal Messaggero:

«Proveremo a fare quello che non ci è riuscito in estate». Più chiaro di così, lunedì, Ranieri non poteva essere: la campagna di rafforzamento invernale della Roma passerà dalle cessioni. Sembra un paradosso ma in realtà non lo è. Il tecnico ha a disposizione una rosa extralarge composta da 29 elementi: 4 portieri, 11 difensori, 7 centrocampisti e 7 attaccanti. Questo vuol dire che ogni gara una squadra intera finisce in tribuna. Anche così si spiega il turnover esasperato che ha portato il tecnico a schierare 24 formazioni diverse in altrettanti gare ufficiali dall’inizio della stagione.

Addio Bearzot: con quella pipa fumavi saggezza…

 Da LaSignoraInGiallorosso.it:

Da un poderetto al podio più alto di un Mondiale servito a fare gli italiani ancor più di quanto siano stati capaci politica e tivvù. Emblema di un’esistenza vissuta in costante crescendo, la carta di identità: nascere ad Aiello del Friuli, spegnersi a Milano. Enzo Bearzot lo hanno raccontato, lo raccontano e lo racconteranno ancora pozzi di conoscenze specifiche che hanno avuto piacere e fortuna di condividere, col grande vecio, se non aneddoti e circostanze, quantomeno contesto e generazione. Passato a miglior vita da poche ore, per Bearzot si sono già spesi migliaia di grazie. Prima di notte saranno milioni. Per i modi, per la classe, per lo stile e l’eleganza di chi non ha mai sbagliato tempistiche e modalità. Fugge via la vita di chi ha potuto vivere a lungo e con pienezza: si è spento alla dignitosa età di 83 primavere accumulate. Ferro e temperanza, si dice del Friuli: sta per concretezza, sta per pragmatismo. Terra di confine in cui si impara a crescere con ordine e rispetto: quello di un’umanità con caratteri distinti ma pure – aiuta, aiuta – quella di una delimitazione geografica che suggerisce di assimilare il messaggio. Stare al proprio posto, un piede a oriente sta la Slovenia, un piede più in alto e finisci in Austria. Dall’alto a destra, poi, guardi di sotto: visuale di tutto privilegio per decidere in fretta. Restare, partire. Temprati e fieri, per molti restare è un dovere. Qualcuno, in verità, partì. Ma partì col Friuli nell’epidermide.

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