Roma-Cagliari: Taddei castiga i sardi che è un piacere

 Da Il Romanista:

Ranieri dice che la sua Roma non è stanca nonostante sia stata la prima squadra italiana ad iniziare la stagione ai primi di luglio. Chi sicuramente non sembra essere stanco è Rodrigo Taddei. Il brasiliano nelle ultime giornate è tornato ad altissimi livelli e corre su e giù per il campo come un indemoniato. Una forma invidiabile la sua, che potrebbe risultare determinante nelle due giornate che mancano al termine del campionato. A cominciare da oggi, dal Cagliari che a Rodrigo ha già regalato delle belle soddisfazioni. La prima risale all’antivigilia di Natale del 2006, in quella giornata i giallorossi indirizzarono subito nella direzione giusta il match coi sardi: minuto numero 4, Panucci se ne va sulla destra e mette in mezzo un pallone morbido ma leggermente arretrato per la testa di Taddei. Quanto basta per “costringerlo” ad una rovesciata che fa rimanere a bocca aperta la Sud.

Roma-Cagliari: i giallorossi salutano l’Olimpico, teatro di vittorie

 Roma-Cagliari, penultima giornata del campionato italiano di serie A; l’ultima, per l’Olimpico giallorosso. Domani pomeriggio, infatti, i ragazzi di Claudio Ranieri saluteranno l’impiano che sorge all’interno del Foro Italico per l’ultima volta in questa stagione. Uno stadio che, numeri alla mano, ha contribuito a rilanciare le ambizioni tricolore della società di Trigoria.
“Campo Testaccio, c’hai tanta gloria, nessuna squadra ce passerà. Ogni partita è ‘na vittoria…” recita Campo Testaccio, l’inno sulla gloriosa casa romanista fino al 2 giugno 1940. Nei giorni nostri i gladiatori giallorossi combattono sul terreno dell’Olimpico, tornato finalmente fortino (quasi) inespugnabile da quando Claudio Ranieri, testaccino di nascita, ha preso le redini della formazione di Trigoria. Il feeling tra l’impianto e la Roma, in questa stagione, era iniziato tra alti e bassi: in piena estate prima il Gent e poi il Kosice dovettero arrendersi agli uomini di Luciano Spalletti nelle prime gare di Europa League.

La Roma regina del “fuori casa”

 Faceva ancora un caldo torrido quando la Roma è scesa in campo per la sua prima partita ufficiale della stagione 2009-2010, era infatti il 30 luglio 2009 quando la Roma ha affrontato sul verde dell’Olimpico i belgi del Gent vincendo per 3-1, da quella data è successo veramente di tutto: Il buio totale in campionato, l’esonero di Spalletti, l’arrivo di Ranieri (1 settembre), la rinascita e, infine, il sogno scudetto e la stella d’argento mancata.
Il cammino in Europa League è stato breve ma intenso: 12 partite fra preliminari, fase a gironi e playoff di cui 7 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte.
La Coppa Italia svolge ancora un ruolo decisivo nella stagione della Roma ma quest’anno, la “coppetta” ci sfugge e con lei anche il sogno della stella d’argento; in questa competizione la Roma ha collezionato 3 vittorie e 2 sconfitte.

Roma-Cagliari: i numeri del match. Da Greatti allo streaptease di Vucinic

 Dopo il lungo cammino la Roma si è fermata. Prima con la Sampdoria, poi con l’Inter. Sempre all’Olimpico. I giallorossi hanno corso a rotta di collo e sono inciampati sul più bello, da primi in classifica ed in finale di coppa Italia. La stagione della Roma è stata comunque strepitosa, ma adesso è importante rialzarsi per non svegliarsi bruscamente dal sogno iridato. Si riparte dallo stadio di casa per non fermarsi più; due partite alla conclusione della stagione, due gare da vincere per continuare il dolce sogno scudetto, sperando in un qualche passo falso dell’Inter. Per non avere rimpianti i giallorossi dovranno superare il Cagliari, domenica, nell’impianto che sorge all’interno del Foro Italico; stadio che nelle ultime due partite (tre, considerando anche la partita – è giusto definirla così? – tra Lazio ed Inter) ha complicato, e non poco, le mire capitoline. A Roma salirà il Cagliari di Daniele Conti e di Gianluca Festa: il primo all’andata ha siglato il suo terzo gol ai giallorossi, il secondo, alla sua quarta esperienza in panchina da allenatore (in seconda), tenterà il colpaccio contro la sua ex squadra (21 presenze con la maglia della Roma nel campionato 1993/94 ed un gol, contro il Parma).

Roma: la carriera di Juan, colonna giallorossa e del Brasile di Dunga

 E’ una colonna della difesa della Roma e della retroguardia brasiliana: parliamo di Juan Silveira dos Santos, meglio conosciuto come Juan (Rio de Janeiro, 1º febbraio 1979). E’ cresciuto calcisticamente nella squadra brasiliana del Flamengo, dove gioca per sei stagioni di fila, affermandosi sin da subito come uno dei difensori più forti del campionato carioca, vero astro nascente con un futuro luminoso di fronte a sé. Nelle sei stagioni con la casacca del Flamengo, ha messo insieme 57 presenze con 6 gol all’attivo, saltando però per intero la stagione 2001-2002, in seguito a un grave infortunio che non ne ha minato minimamente la carriera. In sei anni in Brasile vince tre Campionati Carioca, una Coppa Mercosur e una Copa de Campeoes. Dopo le sei stagioni in terra verdeoro, arriva  il grande salto nel calcio europeo: Juan viene infatti acquistato dai tedeschi del Bayer Leverkusen, dove rimarrà per 5 stagioni consecutive, disputate ad altissimo livello. In Germania il difensore brasiliano disputa 139 partite, mettendo a segno 9 gol e dimostrandosi così ancora una volta prezioso non solo in difesa, ma anche come valore aggiunto in attacco, specialmente nella capacità di finalizzare i calci piazzati.

Roma-Inter, la statistiche: Pizarro è Re della Coppa Italia

 Da Il Romanista:

Per il geometra cileno non è solo una questione di compassi, goniometri e lanci  calibrati. No, per l’idealista David Pizarro la partita con l’Inter è una questione di principio, una battaglia  morale, una vendetta da consumare sul rettangolo di gioco. Dicono a Trigoria che il giorno dopo la farsa di  Lazio- Inter Pizarro si sentisse un animale in gabbia. Aveva voglia di spaccare il mondo. “Noi siamo soli, contro tutto e tutti”, si sarebbe lasciato sfuggire. Voleva l’Inter. La voleva subito. Gli hanno spiegato che doveva aspettare due giorni. I due giorni sono passati. Inter-Roma è la sua partita.
A Parma non stava al meglio. Accusava un risentimento muscolare, Ranieri ha preferito preservarlo.

Ranieri – Mourinho, Testaccio sovrasta Setubal. Dicono i numeri

 Il profeta di Setubal e quello del Testaccio. La sfida tra Josè Mourinho e Claudio Ranieri, quella tra due filosofie opposte, tra due modelli opposti, tra due mondi opposti, arriva all’ennesimo appuntamento. E la cornice è sempre quella canonica della finale di Coppa Italia, ormai un affare per due negli ultimi cinque anni se si esclude la parentesi della scorsa stagione.
Se si escludono le prime due giornate di campionato, quelle in cui Ranieri non sedeva ancora sulla panchina della Roma, il giallorosso ha fatto più punti del portoghese mettendo così seri dubbi sul predominio dei nerazzurri in Serie A. Anche gli scontri diretti sono a suo favore, con un pareggio a San Siro ed una vittoria all’Olimpico che per qualche domenica ha fatto vacillare il trono di Mou.
Ma lo scontro tra i due non si esaurisce nelle sfide Roma-Inter. Già con il romano in bianconero zebrato gli incontri ravvicinati dentro e fuori dal campo non mancarono e furono condite anche da dichiarazioni che hanno fatto la storia recente delle conferenze stampa (e la ricchezza di tanti giornali) tra cui gli Zeru Tituli, la Prostituzione Intellettuale e i Good Afternoon e Good Morning.

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