Luciano Spalletti, Claudio Ranieri, Adriano. Dovessimo azzardare tre nomi attorno ai quali è ruotata l’epopea di Rosella Sensi vestita da proprietaria della Roma (un paio d’anni, dal 2008 al 2010) il trittico verrebbe spontaneo. Perchè la riproposizione del biennio in rosa ai vertici della società capitolina non ha bisogno d’essere spiegato utilizzando centinaia di parole, spremendo migliaia di volte i bottoni della tastiera. Poco meno di ventiquattro mesi (28 agosto 2008, 8 luglio 2010) sono il tempo utile per tentare di portare avanti un progetto, non certo di produrre risultati. Massimo Moratti, in determinati discorsi, sembra entrare come il prezzemolo, e ancora una volta l’esempio è lui: passano i lustri – uno, due, tre, quasi quattro – prima di condurre i nerazzurri al trionfo. Rosella Sensi – tutto quel futuro davanti – non l’ha avuto eppure sulla retta di congiunzione tra le due date – 2008, 2010 – si adagiano un secondo posto in campionato, l’esperienza della Champions League e dell’Europa League, quella in Coppa Italia (in finale contro l’Inter lo scorso 5 maggio).