Una settimana da Dio. Difficilmente Leandro Greco dimenticherà gli ultimi cinque giorni: da Basilea al derby sola andata, appena il tempo di realizzare di aver segnato il primo gol in Champions ed ecco che Ranieri lo butta dentro per la sua prima stracittadina con la prima squadra. «Sono contento – ha detto alle telecamere di Roma Channel con l’aria ancora leggermente frastornata -, ho lavorato tanto e ora mi sto togliendo qualche soddisfazione. Sono rimasto consapevole del fatto che qui ci sono tantissimi campioni, ma ero tranquillo prima e lo sono ancora. C’è ancora tanto da lavorare e spero di avere un’opportunità in più».
Rassegna stampa
Grande Roma, la Lazio rimane a bocca asciutta
Per se stessa e per gli altri. La Roma rilancia la sua stagione e accorcia la classifica del campionato vincendo un derby che, come sempre, ha lasciato tante polemiche nella coda. Gli episodi sono stati importanti: la Roma ha segnato due volte su rigore, la Lazio ne ha chiesti almeno due non concessi, è stato annullato un gol di Greco per millimetrico fuorigioco di Borriello, Fabio Simplicio e Foggia hanno colpito due traverse a portieri strabattuti.
Derby: Adriano, abbraccio speciale
Si stava scaldando sotto la Curva Sud, col fratino verde, gli scarpini rosa e quello sguardo sempre là, verso il campo. Giocatore sì (che aspettava di entrare) ma anche tifoso. Si è scoperto così, per quei pochi che non lo sapessero, il legame di Adriano con la Roma. Ha giocato poco, complici due infortuni e tanta sfortuna, ma la delicatezza e l´eleganza con cui si è inserito nello spogliatoio giallorosso hanno colpito tutti. I dirigenti, l´allenatore e, soprattutto, i compagni. De Rossi in particolare, ma anche Juan, che lo conosceva da tempo e l´ha aiutato ad ambientarsi, Mexes, Cicinho, Simplicio, Borriello e Totti, nessuno lo lascia solo.
Lazio-Roma, Hernanes: male la prima
Quando Vucinic realizza il secondo rigore a tre dalla fine, la telecamera impietosa va dritta su di lui. Hernanes ha la mano sinistra appoggiata nella parta superiore della panchina e gli occhi lucidi. La Lazio ha perso il derby e lui reagisce come se la responsabilità fosse tutta sua. Ovvio che non è così. Era il giocatore più atteso, questo sì, ma la sconfitta nel derby non è certo colpa sua.
Ranieri: “Derby? Così c’è più soddisfazione”
Dal Corriere dello Sport: Un giornalista gli rimprovera un atteggiamento
E il piccione dove sta?
«E il piccione dove sta?». Quelli della sud si trattengono all’interno dell’Olimpico improvvisando il ritornello. L’aquila laziale, già esposta ma tenuta a terra per motivi di sicurezza, viene declassata al rango di commestibile pennuto. È il bello, o il brutto, a seconda dei punti di vista, del derby. Che la Roma vince 2-0 interrompendo la fuga della Lazio e facendo un bel regalo a se stessa e a un campionato tornato alla portata di tutti. Finisce con le squadre quasi abbracciate al centro del campo e non si tratta di una rissa, anche se mille episodi da moviola e relative polemiche avrebbero potuto suggerire un epilogo meno tranquillo. Meglio così. Rigori & moviola – Derby di rigore, da quelli (netti) trasformati da Borriello e Vucinic all’inizio e alla fine del secondo tempo, a quelli che la Lazio reclama in quantità industriale.
Vucinic: gol con dedica
Una settimana da sogno, iniziata lunedì con la nascita di Aleksandar e terminata domenica con il rigore della sicurezza trasformato sotto la Sud. Mirko Vucinic, al quarto centro nella stracittadina e al settimo contro la Lazio, non poteva chiedere di meglio. La dedica, con tanto di maglietta, è scontata. «È per mio figlio. Dovevamo vincere e l’abbiamo fatto, il resto non conta». Neanche le proteste laziali: «Come diceva Boskov, rigore è quando arbitro fischia». Il futuro, dopo un pomeriggio così, ha tutta un’altra prospettiva.
Lazio-Roma: la romanità di Greco per Menez. Come a Basilea
La rete di Basilea, alla fine, è valsa eccome per
Ranieri – Reja: scintille
La vigilia di Lazio-Roma attraverso le parole dei due allenatori, Edy Reja e Claudio Ranieri. Da La Repubblica:
Scintille, è il caso di dirlo. “Lazio fuoco di paglia? Di sicuro noi cercheremo di darle fuoco”, attacca Ranieri, che non ha dimenticato l’atteggiamento dei biancocelesti nella famosa partita con l’Inter. “Se vinciamo, facciamo fuori la Roma; sarebbe bello per i nostri tifosi e la classifica“, dice invece Reja. Parole forti e toni accesi, al solito, per il derby della Capitale numero 167 (e fanno 135 in campionato). Poi però dai due allenatori arriva un appello alla serenità, scelta logica visto il clima – incandescente, appunto – che da anni caratterizza la partita più attesa dai romani. Anche stavolta misure di sicurezza rafforzate (700 agenti in servizio): in più, notevoli restrizioni per la tribuna a rischio, la Tevere, e quindi niente tutto esaurito, previsti circa 50mila spettatori.
Lazio-Roma, Balbo: “Poche reti. Uomo derby? Vucinic”
Da Leggo: Abel Balbo, 78 gol e uno scudetto vinto
Totti – Zarate, lo strano derby dei numeri 10
Da Il Tempo:
Un derby vietato ai numeri dieci. Esclusi e arrabbiati. Totti per una squalifica «inventata» da Gervasoni in Roma-Lecce, Zarate per il voltafaccia di Reja che nelle ultime cinque partite l´ha sempre schierato dall´inizio e ora lo mette in panchina nella sfida più importante. Come un pilota di Formula Uno che conduce la gara e viene richiamato ai box all´ultimo giro. Ma se l´argentino può comunque sperare di ribaltare la sua domenica nel corso della partita, Totti la seguirà sconsolato da casa. Stare fuori dal derby per uno come lui è un boccone amarissimo da mandare giù. Nei giorni scorsi ha provato comunque a “infilarsi” nella partita. A modo suo. Con l´ironia che, a quanto pare, ha colpito nel segno.
Lazio-Roma, ballottaggio Pizarro-Simplicio
Da Leggo:
Al di là delle dichiarazioni dei protagonisti, la sfida che si vedrà oggi all´Olimpico sarà soprattutto tattica. Le squadre si schiereranno a specchio, entrambe con il 4-3-1-2. Reja per l´occasione ha ripescato Tommaso Rocchi, uomo-derby per eccellenza con ben cinque reti nelle precedenti stracittadine, e schiererà due punte in una squadra più offensiva rispetto alle ultime esibizioni. L´obiettivo è impegnare al massimo la difesa giallorossa che si presenterà all´appuntamento con tanti cerotti. Zarate, ultimamente utilizzato sulla destra, si siederà in panchina, anche perché in questo momento la Roma non preoccupa Reja per il lavoro sulle fasce, ma più che altro nella zona centrale del campo.
Lazio, Lotito: “Siamo noi la storia di Roma”

Da Il Corriere della Sera:
“L´Aquila non la fanno volare, eh, ma io vorrei piazzarla sotto la Nord, e per novanta minuti. Ci riuscirò, ah ah”. E sorride in un modo, Claudio Lotito, con un´espressione così ingenua che potresti vederla sul viso di un bambino all´Olimpico durante il volo di Olimpia. Magie del rapace che pare abbia cambiato l´atmosfera dello stadio, forse. O forse è vero che è cambiato anche lui, il presidente. Così contestato – “finché vivrò odierò Claudio Lotito”, cantavano i tifosi. Ridotto a macchietta dalle imitazioni televisive. Criticato da alcuni presidenti che però, va ricordato, prima lo irridevano e poi l´hanno copiato (tetto sugli ingaggi, prestiti onerosi con diritto di riscatto…). Forse è cambiato anche lui, adesso: a Palermo, per dire, era allo stadio col figlio Enrico, un bimbo con la sciarpa biancoceleste al collo. A fine partita si sono abbracciati, padre e cucciolo, offrendo a telecamere e fotografi una scena inimmaginabile fino a qualche mese fa.
Lotito, scusi la domanda: ma è vero che lei era romanista come Paolo Di Canio ha raccontato a Chiambretti?
Vucinic – Floccari, ricordate?
Inevitabile tornare con la memoria all’ultimo Lazio-Roma. Era aprile, per Sergio Floccari un incubo, per Mirko Vucinic un sogno. Da La Gazzetta dello Sport:
Che cos´è un incubo, che cos´è un sogno: chiedere a Sergio e a Mirko. Sergio quel 18 aprile masticò un calcio di rigore, Mirko il rigore lo mangiò, poi digerì pure il dessert su punizione. Sergio i compagni lo trovarono solo nello spogliatoio a piangere, Mirko i compagni lo portarono in trionfo, mentre lui continuava ad urlare mondo “Vamos”. Sergio non se ne faceva una ragione: il derby aveva cambiato segno per colpa sua. “È molto bellissimo”, commentò invece Mirko in un italiano sconcertante almeno quanto i suoi momenti di apatia in campo.




