Calciomercato Roma: novità Motta, rinnovo di comproprietà. Ma vendere Doni e Baptista è un’impresa

di Redazione Commenta


 Calciomercato. L’Hilton Hotel, i procuratori che vivono tra un aeroporto e un albergo, le comproprietà, i nomi nuovi, ogni dettaglio dei rinnovi di contratto, le cessioni forzate e quelle volute. Non c’è più da fare l’Italia – spiegatelo a Radio Padania (bravo Daniè, 10 e lode come contro il Paraguay) – ma agli albori di questo scorcio d’estate c’è da definire la Roma 2010/11.
Mica per niente, la giubba rossa di Garibaldi è diventata una t-shirt giallorossa adagiata sulla pelle di Daniele Pradè. Ma i mille – in carne e ossa – sono rimasti mille – dubbi, incertezze, speranze.
Le novità di oggi. In entrata.
 MOTTA. Una, clamorosa se non altro perché va in controtendenza rispetto a quello che fino a oggi si è detto, riguarda Marco Motta. Entro il 25 giugno – venerdì prossimo – andranno risolte tutte le comproprietà: una di esse, interessa nello specifico l’esterno di difesa. Cartellino in condivisione tra Roma e Udinese, il futuro di Marco Motta pareva già definito: riscatto dei friulani che poi ne avrebbero girato la proprietà alla Juventus di Delneri. Ebbene, dall’entourage giallorosso trapela un’intenzione differente: un po’ per la voglia di non servire ai bianconeri di Torino un (magari) regalo su un vassoio d’argento, un po’ perché potrebbe anche tornare utile. I capitolini sarebbero intenzionati a prolungare la comproprietà del terzino – che con Claudio Ranieri non sembra aver legato più di tanto – per almeno un paio di motivi. Il primo: potrebbe davvero continuare a far parte della rosa del prossimo anno. Il secondo: potrebbe rientrare in eventuali scambi da intavolare nel proseguo del calciomercato.
 KNEZEVIC. Ancora la difesa. Stavolta, Dario Knezevic, laterale del Livorno su cui la Roma – in realtà – non ha mai mostrato interesse particolare. Tuttavia. Un pensierino ci scappa per l’incognita rappresentata dal futuro di Philippe Mexes: in caso di permanenza del transalpino, porte chiuse al labronico; in caso di partenza del francese (Spagna, Inghilterra, Italia), il tesserato amaranto potrebbe garantire al reparto di difesa un ricambio utile. Di stamane le dichiarazioni di Aldo Spinelli, secondo cui Knezevic vuole vestire giallorosso ma il silenzio della dirigenza capitolina rispecchia fedelmente il pensiero di Conti & company: né caldo né freddo.
Dovessimo fare un nome ora e scommetterci qualche euro, lo punteremmo su Giampaolo Bellini: a conti fatti, è la pista più concreta (così come l’asse più solida è compresa nell’autostrada che porta da Roma a Bergamo: Valdes, oltre al terzino).
 BEHRAMI. Anche sull’esterno in quota al Portsmouth – ex Lazio – si sono rincorsi roumors di ogni tipo. Arriva, non arriva, costa troppo, non serve: la realtà è che il club inglese lo venderebbe anche ora. 14 milioni. Più di una società interessata al cartellino dello svizzero (soprattutto il Palermo) ma non i giallorossi: a mettere a tacere ogni illazione, dagli ambienti societari fanno sapere che l’interesse – in realtà – non c’è.
Le novità di oggi. In uscita.
PANORAMA. Il mercato della Roma dipende in maniera evidente dalla quantità di cartellini che la dirigenza saprà piazzare altrove. Se non si vende, non si compra. Detto e ridetto: ora, lo confermiamo. Tenendo da parte Mexes – che partirà solo in seguito a offerte clamorose – i calciatori da cedere sono almeno due. Made in Brazil. Alexander Doni, Julio Baptista.
 DONI. Avevamo illustrato nel dettaglio la trattativa – aperta, in piedi fino a qualche giorno fa – tra Roma e Milan per la cessione dell’estremo capitolino. Per i rossoneri, il dialogo andava impostato sulla base di uno scambio di cartellini: in bilancia erano finiti quello di Doni – che sarebbe dovuto approdare alla corte di Allegri – e Jankulovski – in grado di consentire a Riise ampie boccate di ossigeno tra una fatica e l’altra. Per i giallorossi, invece, i colloqui si sarebbero dovuti impostare in maniera differente: dare un valore al portiere brasiliano e ricevere quale contropartita denaro liquido. Base della trattativa – diceva Pradè – 6 milioni di euro. Non sono servite neppure le controproposte di Galliani: Flavio Roma, Kaladze. Perché la realtà è che – oltre alla Roma – vi sono decine di società italiane impossibilitate a spendere: sarà un mercato povero. Per tutti. No money – ha replicato Pradè – no party. Infatti, Doni non è partito. E il Milan, di contro, s’è fiondato su Marco Amelia: in prestito dal Genoa. Come piazzare il carioca? A questo punto, il discorso si fa complesso: non solo per il prezzo del cartellino ma anche per l’ingaggio elevato di Doni. Unica ancora di salvezza, in tal senso, il mercato estero: Portogallo, si diceva qualche giorno fa (Benfica).
 JULIO BAPTISTA. Spaccatura bilaterale. La Roma ha scaricato la Bestia, l’attaccante ha mandato segnali inequivocabili. Lui e Ranieri – manda a dire dal Sud Africa – non hanno feeling. Lui e la Roma – di rimando – neppure. Allora, quella che era già una cessione dichiarata, è diventata null’altro che una cessione necessaria. Per quanto in serata Bruno Conti abbia cercato di stemperare – “Julio Baptista è deluso” -, il brasiliano è l’eccezione che conferma la regola: perché, per lui, tutte le strade portano lontano da Roma. Però. Anche qui, situazione paradossale: c’è da trovare un club che sia disposto – dopo averne acquisito la proprietà – a sostenere l’elevato ingaggio dell’ex Real Madrid. Tradotto: non un compitino, piuttosto un’impresa. Anche perché in Turchia – dove il Galatasaray ha mostrato interesse – Baptista non vuole andare. In ogni caso, la Roma non si accontenterà di spiccioli. Ma – e c’è da metterci due mani sul fuoco – non lo farà nemmeno la Bestia.


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