Giannini: “Roma, così vai in Champions”

 Da Il Messaggero:

Fine del calcio mercato. Giuseppe Giannini, le piace la Roma appena nata?
«Sì, tantissimo». Addirittura? «Sono arrivati molti giocatori».
E questo è garanzia di successo?
«No. Però è stato fatto quello che era stato annunciato».

Ovvero?
«Un ringiovanimento netto. Sette, otto giocatori con una media età bassissima. A parte Heinze, arrivato a costo zero, gli altri tutti molto giovani. E non solo: sono tutti nel giro delle varie nazionali, da Pjanic a José Angel. A me piace il lavoro che è stato fatto e sono molto ottimista».

Con i Sensi sparisce un modo antico di fare calcio

 Da Repubblica.it:

L’addio dei Sensi chiude una maniera ormai antica di fare calcio, almeno in Italia. Affrontare la gestione di un grande club col patrimonio di una famiglia, sia pure ricca, e con un ricchezza costruita addirittura nelle generazioni, non è più possibile. Pensiamo a uno degli affari più importanti registrati in questi primi giorni di calcio mercato. Pirlo, a 32 anni, non ha rinnovato il contratto col Milan semplicemente perché la Juve gli offriva un triennale da 4 milioni a stagione, che per la società sono più di 20 milioni di euro.Un club come la Roma non avrebbe mai potuto chiudere un affare come questo, i giocatori di qualità è costretta a trovarli quando sono ancora giovani, prima che esplodano o ancora quando hanno fallito da qualche altra parte così che la loro quotazione sia crollata. Si fa quattro volte più fatica a gestire una squadra così e soprattutto non sono ammessi errori perché li paghi carissimi. Già la stessa gestione di Totti – negli anni – è stata un problema finanziario notevole. E nonostante tutto il patrimonio familiare ha retto un club ad alto livello e con uno dei  monti stipendi più alti della serie A (65 milioni). La Roma, soprattutto negli ultimi anni, non ha mai avuto la capacità di ricapitalizzazione di un Moratti, che dispone alle spalle di ben altre coperture finanziarie ben radicate nelle sue aziende.

Totti: “Roma, torniamo subito in alto”

 Francesco Totti, dalle pagine del Corriere dello Sport, racconta la stagione fallimentare della Roma e la sua voglia di ripartire per far tornare la formazione giallorossa fra le grandi del calcio. L’articolo del capitano romanista:

Siamo arrivati al termine della stagione, vissuta senza particolari acuti rispetto a quello precedente, che aveva visto trion­fare l’Inter, sia in Italia che in Europa. E’ stato un campionato da una parte livellato e dall’altra combattuto nelle varie posizio­ni di classifica; in vetta pro­babilmente la differenza l’­ ha fatta la campagna acqui­sti di gennaio, quando il Mi­lan con gli acquisti di Van Bommel, Cassano, Legrotta­glie, Emanuelsson ha avuto la possibilità di preparare lo sprint nel girone di ritorno. L’Inter con Leonardo ha cercato di recuperare il tempo perso, ma nelle due partite decisive, in Champions e nel derby, è uscita sconfitta e lì non è sta­to più possibile dare una svolta alla stagio­ne. L’Udinese è stata la vera sorpresa: do­po un inizio in sordina ha saputo inanella­re una serie di vittorie che l’hanno portata a centrare il quarto posto valido per la zo­na Champions.

Catania-Roma, rebus a centrocampo. La certezza è sempre Totti

 Da Il Romanista:

Un centrocampo da inventare, l’attacco poggiato sulle spalle di Francesco Totti: sono queste le certezze che la Roma si porta dietro da San Siro in vista del campionato. A Catania, domenica nella penultima giornata, il Capitano torna dal primo minuto dopo che ieri sera ha scontato l’ultimo turno di squalifica in Coppa Italia. Le speranze di Champions passano, e non è una novità, dai suoi piedi e dai suoi gol. Nell’infuocato Massimino, deciso a rendere difficile la vita alla Roma nonostante la salvezza del Catania sia già in cassaforte, Totti cerca il gol numero 207 in campionato, che gli consenta di continuare la caccia ad Altafini e Meazza ma che, soprattutto, consenta alla Roma di continuare a sperare di agguantare l’ultimo posto utile per la Champions. Il numero dieci sarà il terminale offensivo del modulo in cui riesce ad esprimersi meglio, quel 4-2-3-1 che Montella conta di utilizzare nonostante le tante assenze nei ruoli chiave. Il centrocampo è un’incognita assoluta: mancheranno sicuramente De Rossi e, con ogni probabilità, Perrotta.

Mercato Roma, piace Ansaldi del Rubin Kazan

 Dal Corriere dello Sport:

Presente gli schemi con cui noi giornalisti ipotizziamo, anticipiamo, azzardiamo le formazioni? Bene, se oggi dovessimo fare quello della Roma che verrà, ci sentiremmo in diritto di occupare solo tre caselle più una. Ovvero: Totti intorno al quale sarà comunque costruita la squadra della prossima stagione, Juan e Burdisso (Nicolas), mentre il più uno deve intendersi Daniele De Rossi. C’è l’intenzione di tenere il centrocampista prolungandogli il contratto. Ma prima di qualsiasi altra cosa, si dovrà parlare con il giocatore. E questa sarà la primissima cosa che il nuovo ds Walter Sabatini farà quando si presenterà a Trigoria ( non prima del dodici maggio). Se sarà riscontrata la voglia del giocatore di rimanere, si farà di tutto per prolungargli il contratto. In caso contrario si faranno altre valutazioni. Intorno all’accordo o meno con De Rossi, ruota buona parte del mercato romanista. Mercato dove, peraltro, ci sono delle esigenze imprescindibili: un portiere, due, meglio tre esterni, un difensore centrale, un attaccante.

Riise: “Abbiamo messo pressione alla Lazio. Il Re di Roma non è ancora finito…”

 John Arne Riise ha esternato le proprie emozioni sulla vittoria di ieri sera della Roma contro il Bari sul proprio blog personale. Questi  i suoi pensieri: “Ieri è stata una partita importante per noi, dato che con una nostra vittoria avremmo messo pressione alla Lazio, per l’ultimo posto utile per la Champions League. Abbiamo affrontato Erik Huseklepp nel Bari. Sapevamo che non sarebbe stata una gara facile. Tre rigori e tre cartellini rossi non si vedono spesso in una partita di calcio. Abbiamo giocato un primo tempo senza velocità e terminato sul risultato di 2-1, in cui Eric ha segnato il secondo gol per il Bari e Totti ha segnato un gran goal su punizione. Io da norvegese sono felice per Erik. Inoltre penso che significhi molto per Eric il goal per la sua autostima. Dopo la pausa la gara si è fatta ancora più difficile per noi quando Daniele De Rossi ha ricevuto un rosso diretto dopo tre minuti di gioco. Lì ho pensato che sarebbe stato difficile per noi tornare in partita, ma abbiamo alzato il ritmo del nostro gioco notevolmente. Nuovo gol di Totti, questa volta su rigore. Poi è stato espulso anche Simone Perrotta.

Totti: “La Roma viene prima di tutto”

 L’articolo del Corriere dello Sport a firma Francesco Totti:

(…) Prima della partita con il Chievo sentivo che ci sarebbe stata da parte mia una buo­na prestazione. Sono sensazioni che avver­ti e non sai spiegare perché. Probabilmen­te mi è mancato il gol, ma sono ugualmen­te contento di essermi messo al servizio della squadra. Ora tutti noi dobbiamo ave­re l’obbligo di cercare di centrare la qua­lificazione alla Champions League e fino all’ultima giornata di campionato tutti noi dobbiamo metterci il massimo impegno per arrivare a questo obiettivo e per par­tecipare alla competizione internazionale che ci compete.

Totti di nuovo re dei bomber

 Dal Corriere della Sera:

Con uno recitava da spalla a Marco Borriello, con l’altro è tornato a fare il centravanti. Con Claudio Ranieri in panchina segnava un gol ogni 361 minuti (4 in 1.446’), con Vincenzo Montella ogni 64 (7 in 451’). La doppia vita di Francesco Totti nel campionato 2010-11 è racchiusa in queste due cifre. Una prolificità che è aumentata per 6, riportando il capitano giallorosso a medie che, negli ultimi anni, gli erano abituali. Con la doppietta di Udine — oltre a rilanciare la Roma in zona Champions League, che è poi la cosa che importa di più ai tifosi e anche a lui— Francesco Totti è arrivato a 11 gol in campionato e alla non stagione consecutiva in doppia cifra. Questo il dettaglio dal campionato 2002-03 all’attuale: 14, 20, 12, 15, 26 (Scarpa d’oro), 14, 13, 14 e 11. Negli anni precedenti, Totti ha segnato più di 10 gol in altre tre occasioni: 13 nel 2000-01 (e fu scudetto), 12 nel 1998-99 e 13 nel 1997-98. Una continuità che ha portato Totti a 203 gol in carriera, al sesto posto nella classifica dei migliori marcatori di sempre in serie A.

Udinese-Roma, Carnevale: “Roma è stato il mio sogno realizzato . Totti era timido ma straordinario e Montella non è uno sprovveduto”

 Dal Corriere dello Sport:

“Roma è stato il mio sogno realizzato “. Come si fa a definire “ avversario” Andrea Carnevale? Lui stesso, probabilmente, fatica a vestire quei panni quando dall’altra parte ci sono i colori giallorossi. Ora dirige il settore giovanile dell’Udinese e sabato ritroverà i vec­chi amici di quegli anni ruggenti. Inusuale la definizione di sogno da parte di uno che poco prima aveva vinto lo scudetto col Napoli. « Ma io sono nato vicino Latina: giocavo a pallone e pensavo che un giorno avrei giocato nella Roma. L’ho realizzato il sogno. Anche se in effetti non è che abbia combinato tantissimo».
Forse è arrivato nel periodo sbagliato.
«Sì, forse sì. Mi volle Bianchi, nel ‘90. Morì Viola, arrivò Ciarrapico e dopo Sensi e Mezzaroma. Un gran via vai di presidenti. La situazione era un po’ incasinata».
Qualche somiglianza con quella attuale?
« Sì. Mi auguro che DiBenedetto sia il presidente giusto però mi sembra strano che si sia preso altri venti giorni per chiudere l’affare. E’ evidente che a livello psicologico sono situazioni che finiscono per pesare sui calciatori».
La sconfitta con la Juve è figlia di questi condizionamenti?
«Non ho elementi per entrare nel dettaglio. Ma da ex calciatore so che le incertezze societarie pesano, le avverti».
Perché?
«I motivi mi sembrano evidenti. I giocatori a volte sembrano superficiali, indifferenti. Ma non è così: la mancanza di certezze ti debilita, da un punto di vista psicologico. A Roma da due, tre anni si parla di cambio della guardia in società. Passano le settimane, passano i mesi, passano gli anni e nulla di definitivo è stato scritto. Psicologicamente, tutto questo pesa».

Superchi: “Totti faceva la differenza anche a 13 anni. Buffon è un grande“

 Da Il Romanista:

Franco Superchi: «Il merito del suo successo è della famiglia e di come l’ha seguito a quell’età». «Totti? Era esattamente come adesso: di un’altra categoria ».Oggi il capitano giallorosso festeggia i 18 anni dall’esordio in prima squadra. Il 28 marzo 1998 il mondo ha iniziato a scoprirlo, ma c’è chi lo conosceva bene già molto prima. Franco Superchi, allenatore dei portieri nelle giovanili della Roma, nonché secondo portiere giallorosso nell’anno del secondo scudetto è stato il primo allenatore a mettere nelle mani di Francesco una maglia della Roma. «A 13 anni appena entrava in campo faceva la differenza alla grande».

Già a quella età si vedeva che era di un’altra categoria? Certo. Tanto è vero che dopo pochi mesi, verso Natale, è passato a giocare con i Giovanissimi Nazionali.
Che ragazzino era Totti? Eccezionale. Non rompeva mai, faceva quello che gli si diceva, aveva un’educazione straordinaria.
Merito della famiglia. Sì. Mamma Fiorella lo accompagnava sempre agli allenamenti e lo riportava indietro. Stava lì, guardava e non ha mai detto una parola.
Una rarità a livello giovanile dove i genitori sono spesso invadenti. Vero. Francesco ha avuto la fortuna di avere una madre e dei genitori straordinari.
Ma è vero che in società volevano che lo facesse giocare più avanti? Sì. Ho rischiato di essere licenziato subito perché non lo schieravo prima punta. Ho avuto da ridire con qualcuno in società. Io lo vedevo trequartista, perché da lì lui segnava e faceva segnare.
A distanza di anni, secondo lei quale è il suo ruolo naturale? Per me è un trequartista anche se ora sta facendo cose straordinarie da prima punta.