Roma e Inter, Ranieri e Mourinho: filosofie a confronto

 Da Il Giornale:

Dice il bravo opinionista che ormai sono gli episodi a decidere il risultato. Riduttivo. Ormai gli episodi decidono tutto: le nostre opinioni, le nostre certezze, la nostra stessa vita. Ancora freschissimo di cronaca, ora troneggia sulla storia italiana il palo dell’Olimpico. Apparentemente è un modestissimo tubo che regge la rete nel campo sportivo di Roma, dall’altra sera è il re assoluto della scena: più di una divinità mitologica, in pochi attimi è riuscito a ribaltare il destino di tanti uomini e la fermezza di tanti dogmi. Come al palo della cuccagna, appeso al palo di Milito c’è veramente di tutto. Ranieri, prima di tutto. Senza quel palo, adesso sarebbe ancora il Fracchia del grande calcio, perennemente vittima dei suoi limiti, l’eterno incompiuto con un glorioso avvenire dietro le spalle. Questo fino all’altra sera era Ranieri: persona per bene, certo, ma intesa come noialtri intendiamo le persone per bene, un po’ così, un po’ banalotte, anonime, senza carattere e senza virilità. Vogliamo dirlo?

Bari-Roma: invasione giallorossa come nel 2001

 Da Il Tempo:

Segni del destino. Il palo di Milito al 95’ e la trasferta di Bari che riporta alla mente l’invasione romanista del 2001 al San Nicola. Era il 20 maggio, la Roma due giornate prima aveva rimontato la Juventus a Torino e viaggiava a vele spiegate verso il suo terzo scudetto: sugli spalti dello stadio pugliese c’erano quasi 30mila tifosi giallorossi sui 33mila paganti.
La storia si ripete. Oltre diecimila i romanisti pronti a partire dalla Capitale sabato prossimo verso Bari, complice la Pasqua alle porte e un entusiasmo alle stelle dopo la notte magica dell’Olimpico.

Roma-Inter: Pizarro super

 Da Il Messaggero:

Il piccolo grande uomo della Roma è un professore cileno che insegna calcio in maniera semplice e diretta, usando mezzi genuini come la classe, la corsa e il cuore. David Pizarro, un giorno scarto dell’Inter, oggi è un punto fermissimo della Roma lanciata alla insperata, disperata conquista di un sogno. La prestazione che il Pek ha offerto l’altra sera all’Olimpico contro i campioni di Italia rappresenta qualcosa che non potrà mai esser cancellato, neppure nei ricordi della sua gente. Una prova piena di tante cose belle, e non tutte tecniche o tattiche.

Totti-Toni per lo sprint scudetto

 Da La Gazzetta dello Sport:

Nel vangelo pedatorio secondo Luca (Toni), in principio fu la suggestione. «Che bello sarebbe rivivere una festa comequella per il Mondiale al Circo Massimo», disse il nuovo arrivato nella mangiatoia giallorossa, in un gennaio dai toni agrodolci. Sorrise allora Maestro Francesco (Totti) e spiegò senza alcuna parabola: «Guarda che non hai visto niente. Se la Roma vince lo scudetto, qui succede un finimondo che non t’immagini». Impressioni? I preparativi sono già cominciati, anche perché i predicatori romanisti hanno già convertito migliaia di (tifosi) scettici in apostoli convinti.

Montali: “Scudetto? La Roma ci crede, ma non ci sono tabelle”

 Gian Paolo Montali è intervenuto alla trasmissione Rai, Radio Anch’io Lo Sport. Ecco le parole del dirigente giallorosso:

Quale è il suo ruolo all’interno della Roma? “La definizione è molto particolare, sono il coordinatore dell’area sportiva. In realtà sono uno dei tre direttori che si occupa dell’organizzazione della società, io mi occupo della gestione della prima squadra, quindi giocatori allenatore e parte organizzativa”.

Il futuro del calcio ha bisogno di manager? “Non spetta a me dirlo, di sicuro la Juventus è stata la prima chiamandomi, poi lo ha fatto la Sensi dandomi questa opportunità. E’ un alibi dire che nel calcio ci vogliono solo persone ‘del calcio’. Mourinho, Capello o Benitez, se li mettessero in una società di basket, farebbero bene lo stesso, sono abituati a comandare e vincere”.
Il risultato della Roma è frutto anche di questo progetto?
“All’inizio il mio arrivo era visto un po’ così, anche per questa definizione strana. Il mio ruolo è quello di manager a tutto tondo, è chiaro che ho un passato di allenatore, ma non sono solo un motivatore. Avevo bisogno di entrare in punta dei piedi, io ho accettato questo lavoro non per apparire, ma per essere.

Roma-Inter: tifosi in delirio

 Da Il Romanista:

In tono col tema sacro, la domenica delle Palme romanista è trascorsa cercando di rispondere a domande escatologiche (cioè sul senso dell’esistenza) non generiche, ma due precise precise: “Che ha fatto l’INTERnet?” E: “Chi ha fatto palo?”. Due scuole di pensiero alla ricerca della verità, una che fa segno al postmoderno, la telefonia, la pubblicità, col macroriferimento del Capitano; l’altra a un classico della nostra tradizione cinematografica, Fantozzi.
Sono queste le risposte che cerca il tifoso romanista adesso, perché a domande tipo dove andiamo? Chi siamo? Perché viviamo? la risposta se l’è data sabato pomeriggio. Per un punto. Un punto soltanto. E non è poetico tutto questo? THE DAY AFTER – Il day afterdi Roma-Inter è un giorno dopo che non finirà fino a Bari.

Collina ha tifato Roma. Contro l’Inter. Per 25′ circa

 Che Edimio Morganti sia stata una scelta azzeccata o meno, è argomento che appartiene al passato. Di certo è stata scelta contestata e discussa. Roma-Inter la si è archiviata da quasi 24 ore e il risultato finale ha evitato qualunque tipo di polemiche. Che, in caso di punteggio differente dalla vittoria giallorossa, sarebbero state veementi, aspre, a tal punto dure da tenere banco per settimane e settimane. Del resto, Morganti è scelta partorita nella mente di Collina. Il tifo più scalmanato avrebbe avuto vita facile a trapassare quell’appellativo – ladri – da chi ne è titolare nell’immaginario collettivo (e non così tanto a torto, insegna la storia più recente) a chi è stata spesso vittima di angherie arbitrali. Dalla Juventus all’Inter. Sarebbero bastati – avanzavano pure – due episodi: il gol di Milito in netto fuorigioco (nel nascere dell’azione) e il contatto tra Julio Cesar e Matteo Brighi in area nerazzurra che Morganti ha giudicato in maniera inequivocabile. Simulazione e giallo per il giallorosso, in realtà toccato per davvero dall’estremo nerazzurro.

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