Roma-Sampdoria, Montella: “Credo di essere ancora in lizza, non è stato deciso ancora nulla”

 Roma-Sampdoria: Vincenzo Montella ha incontrato i giornalisti per l’ultima conferenza stampa della stagione in vista del match di domani sera all’Olimpico contro la formazione ligure.

FUTUROLa settimana scorsa ero quotato al 90% e non ci credevo, oggi sono al 10% e non ci credo. Credo non sia stato deciso nulla. Credo che nel calcio l’umoralità conti moltissimo, perlomeno pubblicamente, credo di essere stato equilibrato, in questi mesi ho avuto una grande crescita. Dai giocatori, anche quelli a cui ho dato meno spazio, ai dirigenti, mi gratificano gli attestati di stima. Loro mi hanno visto lavorare tutti i giorni, poi quello che sarà sarà. Io non sono deluso, se vengo accostato a nomi così importanti, ai quali aggiungo Pioli anche perchè quando ho affrontato il Chievo ho detto che sapevano affrontare tutte le situazioni, sono onorato se vengo accostato a questi nomi.

Allenatore Roma: l’alternativa a Montella è Wenger

 Allenatore Roma: ancora incerto il nome del futuro tecnico giallorosso. Vincenzo Montella appare la scelta più facile, ma restano comunque alcune piste calde, come quella di Arsene Wenger.
Dal Corriere dello Sport:

La situazione del futuro allenatore della Roma non è an cora chiara. I nuovi dirigenti devono decidere e lo faranno entro la fine del mese. Vincenzo Montella resta in pole position, ma la sua non è l’unica candidatura. La sua posizione è uscita rafforzata dalle due prestazioni della squadra contro Milan e Inter, le due squadre più forti del campionato. Ma l’alternativa è un tecnico che lavora all’estero e che deve liberarsi.

Catania-Roma, rebus a centrocampo. La certezza è sempre Totti

 Da Il Romanista:

Un centrocampo da inventare, l’attacco poggiato sulle spalle di Francesco Totti: sono queste le certezze che la Roma si porta dietro da San Siro in vista del campionato. A Catania, domenica nella penultima giornata, il Capitano torna dal primo minuto dopo che ieri sera ha scontato l’ultimo turno di squalifica in Coppa Italia. Le speranze di Champions passano, e non è una novità, dai suoi piedi e dai suoi gol. Nell’infuocato Massimino, deciso a rendere difficile la vita alla Roma nonostante la salvezza del Catania sia già in cassaforte, Totti cerca il gol numero 207 in campionato, che gli consenta di continuare la caccia ad Altafini e Meazza ma che, soprattutto, consenta alla Roma di continuare a sperare di agguantare l’ultimo posto utile per la Champions. Il numero dieci sarà il terminale offensivo del modulo in cui riesce ad esprimersi meglio, quel 4-2-3-1 che Montella conta di utilizzare nonostante le tante assenze nei ruoli chiave. Il centrocampo è un’incognita assoluta: mancheranno sicuramente De Rossi e, con ogni probabilità, Perrotta.

Inter-Roma, gara simbolo della stagione

 Dal Corriere dello Sport:

Il 29 maggio, per il quarto anno consecutivo, la finale di Coppa Italia si giocherà a Roma, per la prima volta senza una squadra romana: due volte erano stati protagonisti i giallorossi, una la Lazio. Ma l’Olimpico, statene certi, non rimarrà vuoto, perchè tutta Palermo è pronta a partire per vivere un sogno. E perchè i tifosi nerazzurri, generosi con una squadra che merita comunque i complimenti, non si tireranno indietro. Dunque l’Inter che sembrava finita a dicembre ha saputo risollevarsi. Certo, una bella mano gliel’ha data Moratti, intervenuto a gennaio come non aveva fatto in estate. Ma la squadra ha saputo ricompattarsi con Leonardo, ha iniziato una rimonta infinita che s’è conclusa amaramente. Ma se c’è una qualità che contraddistingue le grandi squadre è quella di ricordarsi di essere tali, di saper reagire a ogni mazzata. L’Inter ha perso tutto in una settimana infernale ( il derby e l’andata di Champions con lo Schalke), ma non s’è fatta travolgere. Rispetto alla tripletta dell’anno passato, il probabile secondo posto e la finale di Coppa Italia sembrano poca cosa. Ma non vanno dimenticate né la Supercoppa, né il Mondiale: si può parlare di stagione deludente? Cosa dovrebbero dire allora Roma e Juve?

Inter-Roma, la partita di Borriello

 Dal Corriere dello Sport:

C’era una volta un giocatore che sorrideva, giocava, segnava, esultava, vestiva pure d’azzurro. Era sbarcato a Trigoria il trentuno agosto dello scorso anno tra l’entusiasmo di una tifoseria convinta che fosse l’uomo giusto al posto giusto, l’attaccante che serviva per mettere le mani sullo scudetto. E lui, mentre la squadra anticipava i problemi che ne avrebbero contraddistinto questa stagione, rispondeva in campo, centravanti vero, il gol come vizietto che fa male soltanto alle squadre avversarie.Solo che di quel Marco Borriello, perché è di lui che stiamo parlando, da qualche tempo se ne sono perse le tracce. Colpa, si fa per dire, del ritorno di Totti ai livelli di Totti (sicuri che prima non fosse a certi livelli?), di un inevitabile e fisiologico calo di forma dello stesso Borriello, ma anche, se non soprattutto, dell’arrivo di Vincenzo Montella sulla panchina giallorossa, tanti saluti a Claudio Ranieri, caro aeroplanino facci vedere se sei bravo con i grandi quanto lo sei stato con i ragazzini.

Allenatori Roma: Montella vola verso la conferma

 Allenatori Roma: Vincenzo Montella vola verso la conferma. A meno di venti giorni dalla fine del campionato, l’Aeroplanino è in pole position per il ruolo di allenatore della Roma a stelle e strisce della prossima stagione. Da Leggo:

Poi c’è Ancelotti. Il tecnico del Chelsea si giocherà domenica all’Old Trafford l’ultima occasione di strappare la Premier al Manchester. In caso di successo non è esclusa una sua conferma sulla panchina dei Blues. Se invece dovesse essere esonerato, sposerebbe il progetto-Roma solo in presenza di grandi investimenti. Che, almeno per questa stagione, non ci saranno.

Borriello: “Mi fido di Montella, sento la fiducia e la stima che nutre per me. Rimango a Roma”

 Da Leggo:

«Mi fido di Montella», parola di Marco Borriello. Può sorprendere, ma è così. Nonostante le 10 panchine consecutive raccolte con il nuovo tecnico Borriello spende parole di elogio per Montella. «Con lui parlo spesso – ha aggiunto l’attaccante -. Sento la fiducia e la stima che nutre per me. So che ora è difficile cambiare faccia alla squadra, ma io sono sempre pronto a dare il massimo e se dovesse essere confermato sarei il primo ad essere felice». Nessun broncio per le tante esclusioni quindi da parte dell’attaccante più prolifico del girone d’andata che dichiara anzi di voler restare anche il prossimo anno a Roma: «A Trigoria ho un ottimo rapporto con tutti. Perché dovrei andarmene?». A Roma però Borriello è solo in prestito e a fine stagione dovrà essere riscattato dal Milan per una cifra già stabilita vicina ai 10 milioni. «Nessun problema, verrà riscattato sicuramente», fanno sapere sia da Trigoria sia da Milanello, anche se Napoli e Genoa hanno già bussato alla porta del Milan. Sabato prossimo la Roma affronterà proprio i rossoneri ai quali basterà un punto per vincere in anticipo lo scudetto. «Speriamo lo facciano a San Siro tra due domeniche», ha detto sorridendo Borriello che all’andata contro il Milan siglò il gol-vittoria e che sabato sera spera finalmente di poter tornare a sentire l’Olimpico gridare il suo nome

Mercato Roma, Montella guadagna posizioni

 Da Il Messaggero:

Nemmeno troppo lentamente, come farebbe pensare il faticoso passaggio di consegne a Trigoria dopo la firma del 15 aprile a Boston, la nuova Roma muove i primi passi verso il futuro. Non sono ancora ufficialmente operativi i nuovi dirigenti Baldini e Sabatini, così come non lo possono essere i vecchi Montali e Pradè che non conoscono quali saranno i loro ruoli nella società di DiBenedetto, ma già appare all’orizzonte la strategia per la rifondazione giallorossa. Partendo dall’allenatore e dal sistema di gioco. Che poi sono una cosa sola: tecnico giovane, assetto spregiudicato e sbarazzino. Squadra che abbia un appeal, che sia giovane e divertente. Per riportare la gente allo stadio. Cinque-sei rinforzi, sotto i 25 anni, 40 milioni da investire, senza contare i giocatori in uscita. L’allenatore è la prima pietra, ormai lo sanno tutti. Baldini, da fine ottobre, ha come obiettivo André Villas Boas, 33 anni, tecnico del Porto già campione. Che, pur presentandosi preparatissimo sull’attuale organico romanista all’incontro con il prossimo direttore generale di DiBenedetto, ha congelato la proposta. Un po’ spinto da Mourinho che gli ha consigliato di posticipare l’avventura in Italia (meglio la Premier League, se proprio deve cambiare), un po’ convinto di poter prendersi altre soddisfazioni con il suo Porto che, vinto con largo anticipo il titolo, l’anno prossimo giocherà in Champions. Baldini, anche se le speranze sono poche, aspetterà sino a metà maggio. Diciamo sino alla fine del nostro torneo, domenica 22 maggio. Non di più. (…) Ecco che Vincenzo Montella, 37 anni e quindi giovane come il rivale, ha grandissime chances di essere confermato, a prescindere dal piazzamento finale, utile in ogni caso per aggiudicarsi la volata. Baldini e Sabatini lo stanno studiando. Nelle parole e nei fatti. Sanno che, tanto per fare un esempio, sta usando il 4-2-3-1 solo per aiutare un gruppo logoro. Perché quello non sarà l’assetto della nuova Roma. Si tornerà al 4-3-3. Guarda caso il sistema di gioco di Villas Boas.

Nervi tesi in casa Roma, lite Montella-Menez

 Dal Corriere dello Sport:

Il momento è difficile alla Roma. Si attende l’insediamento dei proprietari americani, l’arrivo a Trigoria dei nuovi dirigenti, mentre nel centro sportivo giallorosso c’è un clima di smobilitazione. Molte delle persone che lavorano lì sanno che se ne andran­no tra poco. Compresi molti giocatori. Così il clima, avvelenato anche dai recenti risultati negativi, è pesante. Ieri all’allenamento della squadra, il giorno dopo la sconfitta contro l’Inter, che ha compromesso anche la qualificazione alla finale di Coppa Italia, non c’erano i dirigenti. E’ arrivato Bruno Conti verso la fine. Le sconfitte, il comportamento ( e l’atteggiamento) di alcuni giocatori, la delusione dei tifosi, assenti anche loro ieri in una Trigoria deserta, possono far saltare i nervi. Ieri ci sono stati momenti di tensione tra Montella e Menez. Il francese, che ha cominciato ad allenarsi in ritardo rispetto ai compagni, alla fine è rimasto a correre da solo, mentre gli altri giocatori erano già rientrati negli spogliatoi. Questo è accaduto sul campo C, quando non c’era più nessuno.

Roma, la difesa è un colabrodo

 Da La Gazzetta dello Sport:

La prima decisione, la più chiara, è stata rimettere in porta Marangon Doni. Montella ha deciso subito, appena nominato allenatore, e l’ha comunicato alla stampa: «Nulla contro Julio Sergio, ma per me è più forte Doni e lui deve giocare» . Il povero Julio da allora non ha detto più una parola, seccato pure dal sospetto che Montella sia stato consigliato da almeno un paio di giocatori, si dice Juan e De Rossi, entrambi molto legati a Doni. Convinto o consigliato, poco cambia: ad oggi questa scelta resta davvero inspiegabile, sicuramente si è rivelata improduttiva. Cosa è cambiato in porta da quando è stato fatto fuori Julio Sergio? Nulla: la squadra continua a prendere camion di gol, e non si ricordano prodezze di Doni. Anzi, il brasiliano mostra di aver subito un’involuzione tecnica rispetto ad un paio di stagioni fa. Quasi come il Bari...

Totti di nuovo re dei bomber

 Dal Corriere della Sera:

Con uno recitava da spalla a Marco Borriello, con l’altro è tornato a fare il centravanti. Con Claudio Ranieri in panchina segnava un gol ogni 361 minuti (4 in 1.446’), con Vincenzo Montella ogni 64 (7 in 451’). La doppia vita di Francesco Totti nel campionato 2010-11 è racchiusa in queste due cifre. Una prolificità che è aumentata per 6, riportando il capitano giallorosso a medie che, negli ultimi anni, gli erano abituali. Con la doppietta di Udine — oltre a rilanciare la Roma in zona Champions League, che è poi la cosa che importa di più ai tifosi e anche a lui— Francesco Totti è arrivato a 11 gol in campionato e alla non stagione consecutiva in doppia cifra. Questo il dettaglio dal campionato 2002-03 all’attuale: 14, 20, 12, 15, 26 (Scarpa d’oro), 14, 13, 14 e 11. Negli anni precedenti, Totti ha segnato più di 10 gol in altre tre occasioni: 13 nel 2000-01 (e fu scudetto), 12 nel 1998-99 e 13 nel 1997-98. Una continuità che ha portato Totti a 203 gol in carriera, al sesto posto nella classifica dei migliori marcatori di sempre in serie A.