Fiorentina-Roma: Mexes-Juan centrali, Vargas vs. Motta

Fiorentina-Roma con gli ultimissimi dubbi da sciogliere: tra i capitolini, Philippe Mexes e Juan saranno la coppia centrale di difesa mentre a fronteggiare quel satanasso di Juan Manuel Vargas dovrebbe essere Marco Motta. Tra i Viola, panchina per Keirrison mentre Kroldrup pare farcela a riprendere il posto da titolare in retroguardia. Ce ne parla Il Tempo:
Ranieri non può farne a meno, il francese sa che un’occasione del genere non va sprecata. Così, salvo sorprese, stasera sarà lui a far coppia al centro della difesa con Juan. Con Burdisso squalificato, Mexes ha dato la sua disponibilità a giocare «sopra» il dolore alla coscia destra che ieri c’era ancora dopo il colpo subìto giovedì in coppa Italia. In campo non si è visto, nella lista dei convocati sì. E lo stesso Ranieri ha dato garanzie sul suo impiego. Il ballottaggio Motta-Cassetti sembra essersi risolto a favore del primo. Su quella corsia si troverà di fronte Vargas (e Pasqual) e Ranieri ha deciso che il modo migliore per limitare il peruviano è attaccarlo.

Coppa Italia, Roma-Udinese: Ranieri mette in panchina il turn over

 Da Il Messaggero:

Ranieri, gradualmente, sta preparando il rilancio del Capitano, dopo lo stop di un mese abbondante (infortunio con il Parma il 20 dicembre e rientro dallapanchina il 23 gennaio). Totti ripartirà stasera, probabilmente dall’inizio, ma non è certo che finirà l’incontro, anche se la durata del suo impiego dipende solo dalla sua condizione atletica e l’allenatore deciderà nel corso della panchina. Accanto a Francesco, 21 gol tra campionato ed Europa League in questa stagione. Rientra anche Vucinic. Il tandem offensivo migliore della Roma di questi giorni, in attesa del ritorno di Toni che martedì prossimo spera di riprendere a correre. I due attaccanti non saranno gli unici innesti di Ranieri.

Juan come Aldair

 Da Il Messaggero:

Gesti indimenticabili che ritornano alla mente, come se fossero dei veri e propri flashback. Colpi di tacco improvvisi, correre e un po’ ciondolare e inserimenti che fanno emozionare, tornare indietro nel tempo e far venire qualche lacrimuccia.
Siamo intorno alla mezzora e l’Olimpico si sofferma qualche secondo, esclamando un “ohhhh” di meraviglia. Juan è appena uscito dall’area di prepotenza, sdradicando il pallone a Maccarone, avanza e di tacco serve Riise. Per un attimo, solo un attimo ai trentamila tifosi della Roma presenti, è sembrato di vedere Aldair.

Le pagelle di Roma-Siena: Okaka, un “arrivederci” da gigante. Juan, muscoli e giocate: giù il cappello

 Julio Sergio 6,5: Si supera su Jajalo, non riesce nel miracolo su Vergassola. Nel finale evita un gol che sarebbe risultato pesantissimo.
Motta 6: Mette subito una pezza in due circostanze, interpretando bene la diagonale. Aggredisce la fascia di sua competenza e impegna severamente Curci nel primo tempo. Nella ripresa, però, cala vistosamente.
Juan 6,5: La velocità degli attaccanti del Siena lo costringe spesso alle maniere dure. Il brasiliano dimostra di saper usare anche i muscoli, oltre che la classe. Poi, tanto per ricordare di che pasta è fatto, si concede un sombrero e un colpo di tacco.
Burdisso 6,5: “Mura” le incursioni di Maccarone. Legge bene un paio di situazioni a rischio. Poi partecipa all’arrembaggio, sfiorando il gol due volte. Rimedia un giallo a seguito di una scaramuccia in area avversaria. Era diffidato, salterà la trasferta di Firenze.
Riise 7: Sulle ali del gol rifilato alla Juve, John Arne concede il bis. Il sinistro è quello dei tempi del Liverpool, il tributo dello Stadio è di quelli che si riserva ad un beniamino. I compiti difensivi li svolge con la solita diligenza. E con la padronanza di chi si è messo alle spalle una stagione di rodaggio.
De Rossi 6: Corre molto, non molla mai, ma non riesce ad essere incisivo. Di fronte ai dirimpettai del Siena dovrebbe farla da padrone. E invece fatica.

Ranieri ha cambiato la Roma

 Da Il Tempo:

Da Siena al Siena. Un girone dopo è tutta un’altra Roma. Diversa, rinata e col vento in poppa sorridente. Una metamorfosi completa, insomma. E la prima tappa della trasformazione risale proprio alla gara d’andata, la prima con Claudio Ranieri in panchina. Da quel momento, era il 13 settembre, la Roma ha cambiato pelle. Nel frattempo, dal primo vagito dell’era ranieriana alla ormai sana e robusta costituzione attuale, ci sono stati 27 test che hanno confermato la «mutazione». Lo dicono i grandi numeri: 17 vittorie, 6 pareggi e 4 sconfitte.

Juan: “Sono tornato ad alti livelli”

 Da Il Romanista

Nove mesi per tornare Juan. Duecentosettantasette giorni per sentirsi di nuovo in forma e dimostrare di essere il difensore che a Leverkusen guidava tutta la squadra, anche parlando poco. «Sono molto contento per come sto giocando, sono tornato ad alti livelli. Contro il Genoa ho giocato la mia ottava (settima in campionato, ndr) partita consecutiva, sono davvero contento».

Eccole le sue parole, in una delle rare volte in cui lo si sente parlare. Le ha dette alla Espn brasiliana: «Stiamo attraversando un periodo di forma fantastico, in queste partite abbiamo giocato benissimo imponendoci dai primi minuti. Siamo molto motivati e ci riesce tutto facile».

Le pagelle di Roma-Genoa: Toni più che mai, Juan di un altro pianeta

 Le pagelle di Roma-Genoa:
Julio Sergio 5,5 – Un po’ spaesato. Respinge un tiro di Suazo, senza fidarsi del rimbalzo. E fa bene. Poi regala un angolo al Genoa con un mezzo svenimento. Prima di prodursi in un altro svarione, mancando la presa su un’uscita alta: fortuna che Riise ci mette una pezza. L’intervento più bello lo compie a gioco fermo.
Cassetti 6 – Sul 2-0, una sua leggerezza per poco non costa un gol. Per il resto gioca con caparbietà. Sfila dai piedi degli avversari diversi palloni. Difende e riparte. Nella misura che piace a Ranieri.
Burdisso 6,5 – Una prova rocciosa, come è nel suo stile. Tiene a bada prima Sculli, poi Fatic. Si integra bene con Juan. La Roma ha ragione di puntare all’acquisizione del suo cartellino.
Juan 7,5 – Una goduria vederlo giocare. Legge il gioco con quei secondi di anticipo, che fanno tutta la differenza del mondo. Si produce in giocate che infiammano al pari del dribbling di un numero dieci. E lì ti accorgi di quanto è grande, il brasiliano.
Riise 6 – Si propone in avanti di rado. Allontana a calcioni qualche palla di troppo. Dal punto di vista della concentrazione, però, è inappuntabile. Al pubblico piace così.
Pizarro 7 – Il cileno è una fabbrica di gioco. Qualche volta eccede nel dribbling, ma nove volte su dieci passargli il pallone equivale a metterlo in banca.Non accusa l’assenza di De Rossi, anche grazie al lavoro di Perrotta.

Juan al Corriere dello Sport: “Roma, vinciamo tutto”

 Alcune anticipazioni dell’intervista rilasciata da Juan al Corriere dello Sport:
LO SCUDETTO – “L’Inter a livello di rosa è la squadra più forte, comprese quelle estere. Ha la possibilità di cambiare molti giocatori senza perdere il suo potenziale. Anche in Italia i nerazzurri hanno acquisito moltissima fiducia, riescono a vincere partite quasi impossibili. Sono tutti grandi campioni: tocca a noi di provare a farli smettere di vincere. Due anni fa c’è mancato poco? E’ vero. Abbiamo perso per strada un punto che è mancato alla fine. Però se riusciamo a giocare al nostro livello, anche noi possiamo fare bella figura. Ora inizia il girone di ritorno, è troppo presto per parlare di possibilità: ce ne sono, ma il problema non è tanto vincere, quanto che loro non perdono. Dobbiamo fare più punti possibile e alla fine faremo i conti”.
IL DERBY – “Giri per le strade e ti chiedono di vincere il derby. Già ci chiedono di vincere quello prossimo. L’approccio al primo derby per me è stato più facile: ancora non avevo assaporato l’atmosfera dello Stadio, la settimana successiva alla vittoria, quella successiva alla sconfitta. Solo dopo ti accorgi che si tratta di una partita veramente speciale. Come Flamengo-Fluminense? No, di più. In Brasile il campionato è diviso in una fase regionale e una nazionale: il derby si gioca anche quattro volte in una stagione. Poi a Rio de Janeiro si sfidano Flamengo, Fluminense, Vasco da Gama e Botafogo: non tutti i tifosi sentono i vari derby nella stessa misura. Se mi ricordo dell’arrabbiatura per il rigore dato alla Lazio dopo il mio intervento su Bianchi? Sì, non ci stava proprio”.

Le pagelle di Roma-Chievo: Juan gigantesco, Toni d’altri tempi

 Doni s.v.: Non ci sono parole per descrivere la sfortuna del portiere brasiliano. Indisturbato fino al dodicesimo, è costretto al miracolo su Bentivoglio, lanciatissimo a rete: peccato che la parata salva-gol sia avvenuta fuori dell’area di rigore. Rosso giusto, ma duro da digerire.
Cassetti 6: Si divora un gol a porta spalancata, in difesa fa il suo.
Burdisso 6,5: Concentratissimo. Si integra a meraviglia con Juan. Talvolta eccede nella foga, travolgendo anche i compagni, ma il muro innalzato da Ranieri passa anche per l’acciaio dell’argentino.
Juan 7,5: Una prestazione perfetta, impreziosita da colpi strabilianti: lascia avversari e pubblico a bocca aperta quando di tacco, in scivolata, contrae un’offensiva del Chievo e fa ripartire l’azione. Lucidità e tempismo disarmante.
Riise 6: Generoso come sempre, le sue giocate, tuttavia, difettano di precisione. I tifosi lo chiamano appena possono alla conclusione, lui non ci pensa due volte: il giorno della gloria, però, è rimandato.
Pizarro 7: Pennella dalla bandierina il cross del vantaggio, sbaglia il rigore del raddoppio: episodi che si compensano. Il resto della partita, invece, è tutto con la freccia in sù. Porta l’acqua e la distribuisce sotto forma di passaggi ai compagni. Congela il gioco quando serve. Ranieri si starà mangiando le mani per la sostituzione di Cagliari.

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