I Sensi e la Roma. Un matrimonio nato più di ottant’anni fa e scritto nelle pagine della storia della società giallorossa. Già nel 1929, Silvio Sensi, padre di Franco e nonno dell’ultimo presidente giallorosso, progettò lo stadio da 20 mila posti, nato e costruito nel quartiere di Testaccio. L’imprenditore si ispirò al modello degli impianti inglesi dell’epoca – e dell’Everton in particolare – e regalò ai tifosi romanisti una casa tutta per loro. Il campo era in erba, cosa rara per quei tempi, e largo settanta metri. A progettarlo fu un Sensi, sessantaquattro anni prima dell’ingresso del figlio Franco nella dirigenza giallorossa.
Franco Sensi
D’Alema: “Roma a Unicredit? Marcherò Profumo, pronto a boicottare le filiali”. Scherzava
Massimo D’Alema ha inaugurato la festa del Partito Democratico a
Roma-Rosella Sensi: ragione e tanto sentimento
Dal Messaggero:
Sembra una banalità, ma talvolta ci si dimentica di cosa muove il pallone, per non dire delle strumentalizzazioni che non mancano quasi mai in una vetrina ideale per gli esibizionisti. Gli occhi di Rosella Sensi, quando è uscita dalla riunione che, al di là dell’ennesimo rinvio, sanciva il suo prossimo addio alla Roma, esprimevano un sentimento fortissimo, un autentico tumulto emotivo. Il distacco dopo 17 anni è doloroso, certamente non voluto come doloroso e non voluto fu lo strappo cui fu costretta Flora Viola una ventina d’anni fa. Sovrapporre le immagini dei due presidenti che hanno vinto lo scudetto con la Roma, i soli a riuscirci nel dopoguerra, è una suggestione troppo forte anche se si tratta di vicende umane diverse. Dino Viola non aveva la forza economica necessaria per competere con Agnelli, ma seppe mettere in campo una tenacia e un’astuzia politica straordinarie.
Angelini-Roma: quando l’imprenditore manifestò l’interesse
Dal Messaggero:
Gettiamoci nel futuro. Domani, tra un mese, chissà. Ma prima o poi toccherà a qualcuno, prendere il posto dei Sensi, in sella sulla Roma ormai da diciassette anni, tra alti, bassi, successi e contestazioni. Ci sentiamo di escludere che ci vorranno degli anni. Bisogna solo aspettare, quantomeno giovedì, giorno in cui le parti si aggiorneranno. Da Unicredit filtra la sicurezza che all’orizzonte non ci sia alcun compratore. Che tradotto significa nessuno di concreto, nessuno che abbia già pronti i soldi. Qualcuno c’è, ci sarà. Di sicuro.
Roma: per i Sensi è una questione di famiglia
Dal Messaggero:
Rosella Sensi ha più volte pensato a suo padre, ieri. Attorno volavano numeri, ballavano cifre, s’incrociavano sguardi funerei o di finta partecipazione, mentre cercavano di sfilarle la Roma, che per i Sensi è la vita, il punto d’incontro di tre generazioni: il nonno Silvio, il padre Franco e adesso lei, finita in un angolo. Che avrebbe fatto Franco al suo posto? Avrebbe buttato quelle carte in aria? Di sicuro, come Rosella, che ne ha ereditato il carattere, avrebbe cercato di tirarla per le lunghe.
Roma finale Giovanissimi, Montella: “Sto iniziando un nuovo percorso”
Dalla Gazzetta dello Sport:
Nove anni tondi. Non un giorno di più nè uno in meno: 17/6/2001-17/6/2009. Dallo scudetto in un Olimpico in delirio alla finale Giovanissimi, oggi, a Montepulciano. Montella si racconta, chiedendo «...un profilo basso. Niente titoloni, sto solo iniziando un nuovo percorso». A cuore aperto parlando di Adriano e Guardiola, di giubbini sgargianti e quel pregio (che odia) di Capello. Dei colloqui tempestosi con Franco Sensi e dei ragazzini avversari che gli volano sotto il naso in «aeroplanino». Nove anni precisi, cosa c’è in mezzo nella vita di Montella? «Maturità, esperienza, serenità e Londra: mi ha aperto la mente».
Passaggio da calciatore a tecnico. Quando la scintilla? «In panchina, facendo la riserva. Non persi tempo e mi divertii a leggere le mosse degli allenatori. Soprattutto con Spalletti ma anche con Capello, sebbene allora mi…divertissi meno».
Don Fabio le ha insegnato qualcosa? «Ha un pregio: pretende il meglio dal club, anche spingendo a comprare i due migliori per ruolo sapendo di usarne solo uno. Gli altri, invece, preferiscono non scontentare nessuno e lo spogliatoio è salvo».
Quella vigilia del 2001 e quella di oggi? «Nel 2001 pensavamo di vincere prima lo scudetto e subentrò l’ansia. Durarono un mese quei sette giorni. Ci frequentammo molto anche con cene a casa mia.
Chievo-Roma: a casa Sensi vince la scaramanzia
Da Il Romanista:
La Roma tace. Da Rosella Sensi all’ultimo dei magazzinieri, l’ordine di scuderia è una regola benedettina: il silenzio. Ora et labora, prega (tanto, nel caso specifico) e lavora. Nel corso della festa del Roma Club Ministero della Difesa, la signora Maria, la mamma del presidente prima ancora che un consigliere della Roma, ha raccontato dove e come la famiglia Sensi vedrà Chievo-Roma. «Questa settimana stiamo in silenzio e tranquilli. Ormai è tradizione che le partite in trasferte ce le vediamo a casa – ha spiegato – anzi io me la devo vedere da sola, così quando urlo non mi sente nessuno». Maria Sensi è fiduciosa: «Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno e per questo dico che comunque vada abbiamo vinto. E comunque, almeno, gli abbiamo rovinato la festa».
Lazio-Roma: Rosella Sensi, dedica a papà Franco
Da Il Corriere dello Sport:
Questa volta ha voluto esserci, seguendo il consiglio della madre Maria e dell’avvocato Antonio Conte. Rosella Sensi domenica era all’Olimpico per il derby. Al diavolo la scaramanzia, considerato che gli ultimi due in casa della Lazio la Roma li aveva persi. E poi suo padre i derby se li faceva tutti. E non abbandonava mai il suo posto, fino all’ultimo minuto. Mentre i due presidenti laziali che si sono succeduti durante la gestione dei Sensi in caso di sconfitta se ne vanno via prima. Quello di domenica è stato il derby vinto per Franco Sensi. Al fischio finale di Tagliavento, Rosella Sensi si è alzata in piedi e con il braccio rivolto verso il cielo ha urlato: «Papà» .
Roma – Sensi, un applauso alla Presidentessa
Da Il Corriere dello Sport: A cinque giornate dal termine,
Bergamo: “Non ricordo di aver avuto contatti con Sensi”
Paolo Bergamo, ex designatore arbitrale, è intervenuto a Radio Power Station, sul suo coinvolgimento nel processo di Calciopoli. Ecco l’intervista completa:
Come va dopo l’udienza di Martedì? Quali sono le sue sensazioni?
“Sensazioni: finalmente dopo 4 anni è stato riconosciuto quello che dicevo da tempo. Cioè che il mio numero messomi a disposizione dalla Figc era conosciuto da tutte le dirigenze dei Club della serie A. E quindi io parlavo con tutti quelli che avevano necessità di parlare con me. È triste che ci siano voluti 4 anni per riconoscere questo”.
Ieri alla trasmissione di Italia Uno, Le Iene, si è parlato della famosa intercettazione tra lei è Giacinto Facchetti, compianto ex presidente dell’Inter. Ci può dire la verità su questa intercettazione?
“I fatti reali sono molto semplici: nella stagione 2004/2005 il campionato era carico di tensioni come ogni altro campionato del resto. Per l’Inter era una stagione molto difficile e nel girone di andata su 19 gare aveva fatto 13 pareggi. La squadra non aveva ancora un assetto tecnico definitivo. Quindi le telefonate con gli esponenti dell’Inter erano molto frequenti come quelle con altre società che avevano bisogno di tranquillità e chiarimenti. Per giunta non c’era niente di illegale e da nascondere. Erano telefonate soprattutto in prossimità di grandi match”.
Roma, tutto l’amore dei Sensi: Rosella nel nome di Franco
Da La Repubblica:
Hanno difficoltà in parlamento, le donne, figuriamoci allo stadio. Raccomandata, incapace, inadeguata, stupida. Glielo hanno urlato dietro tutto intero, il campionario classico del maschilismo più retrivo. Ma adesso che Rosella è in testa alla classifica, da sola, prima donna nella storia del pallone, con la sua Roma mai così amata e ammirata, a villa Pacelli — quartier generale storico della famiglia Sensi — si sente solo l’eco ipocrita degli applausi. Un rumore di fondo sparato ad altissimo volume che sovrasta il «Roma Roma Roma» di Antonello Venditti e che allontana e scolora i ricordi di quell’epoca recente in cui tutti i giornali, radio e tifosi facevano i conti in tasca a quello che restava dell’impero costruito da Franco Sensi, macerie fumanti di hotel e piattaforme petrolifere circondate da sciacalli, avvoltoi, compratori vari e banche. «Rosella bla bla bla», «Rosella vattene», ripetevano gli striscioni della curva Sud nemmeno sei mesi fa.
Lazio-Roma: domani derby Primavera a Formello
Da Il Romanista: Straordinaria su tutti gli aspetti, la stagione
Ranieri: Rosella Sensi ha vinto la sua scommessa
Da Il Corriere della Sera:
Piaccia o non piaccia – c’è ancora una buona fetta di curva Sud che la contesta e molti sono convinti che, con qualche investimento in estate, la Roma sarebbe primissima- è indubbio che la grande rincorsa dei giallorossi in campionato sia anche una vittoria personale di Rosella Sensi. C’era lei in mezzo alla bufera dopo due giornate, quando Luciano Spalletti diede le dimissioni.
Era la fine burrascosa di un rapporto perfetto per tre stagioni, deteriorato alla quarta, disastroso in quel pezzetto di quinta. Fu un errore, sicuramente, non prendere la decisione di dividere la strada a giugno, quando c’erano già tutti i segnali della tempesta all’orizzonte. Da quell’errore, però, paradossalmente, è nata la nuova Roma.
Roma, una città in attesa di un sogno
Da Il Corriere dello Sport:
Questa è una città lucidamente pazza. Paralizzata dal sogno. Matura per lo scudetto. Basta osservarla. Via Prenestina, via della Serenissima, via Tiburtina. Bandiere? Zero. Sciarpe appese alle ringhiere? Zero. Molte parabole, però. Le uniche due cose giallorosse che si notano percorrendo questo trilatero romano sono un’insegna del macdonal e un telo da mare col disegno di un delfino.
Per il resto, lungo le due file di palazzoni di nove piani che si affacciano sul traffico del mattino si contano due tricolori sfilacciati, una bandiera della pace annerita di smog e una dei pirati, con il classico teschio e le ossa incrociate.