Roma: per i Sensi è una questione di famiglia

di Redazione Commenta


 Dal Messaggero:

Rosella Sensi ha più volte pensato a suo padre, ieri. Attorno volavano numeri, ballavano cifre, s’incrociavano sguardi funerei o di finta partecipazione, mentre cercavano di sfilarle la Roma, che per i Sensi è la vita, il punto d’incontro di tre generazioni: il nonno Silvio, il padre Franco e adesso lei, finita in un angolo. Che avrebbe fatto Franco al suo posto? Avrebbe buttato quelle carte in aria? Di sicuro, come Rosella, che ne ha ereditato il carattere, avrebbe cercato di tirarla per le lunghe. Per accarezzare ancora la Roma e per non darla vinta a quanti stanno per brindare a un passato che si chiude senza conoscere il futuro, che personalmente, non sapendo, qualche dubbio ci invita a coltivare. Rosella ha deciso di vendere cara la pelle e di fare resistenza, sommando un no all’altro, tanto da sfinire i contendenti. Prima riunione al caldo, seconda sul calar del sole e rinvio a giovedì, sempre sul tardi e dunque nei pressi di un altro rinvio. Rosella fa melina, tiene la palla, temporeggia. Sa che alla fine dovrà cedere alla forza d’urto delle banche, ma intanto porta la bandiera e sorride ad Adriano, che potrebbe rivelarsi come il suo ultimo acquisto. Il mondo romanista freme, i siti e i forum sono elettrici, i media s’interrogano e Rosella manda baci a papà. Franco aveva un anno quando nacque la Roma, nella quale suo padre aveva portato la Pro Calcio, la Pro Roma, poi divenuta Fortitudo.


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