L’era Sensi: da Mazzone a Ranieri, da Balbo ad Adriano. I numeri di 17 anni di passione giallorossa

di Redazione Commenta


 I Sensi e la Roma. Un matrimonio nato più di ottant’anni fa e scritto nelle pagine della storia della società giallorossa. Già nel 1929, Silvio Sensi, padre di Franco e nonno dell’ultimo presidente giallorosso, progettò lo stadio da 20 mila posti, nato e costruito nel quartiere di Testaccio. L’imprenditore si ispirò al modello degli impianti inglesi dell’epoca – e dell’Everton in particolare – e regalò ai tifosi romanisti una casa tutta per loro. Il campo era in erba, cosa rara per quei tempi, e largo settanta metri. A progettarlo fu un Sensi, sessantaquattro anni prima dell’ingresso del figlio Franco nella dirigenza giallorossa.
INIZIA L’ERA SENSI – Era il maggio del 1993, dopo le acque minerali di Giuseppe Ciarrapico, la presidenza giallorossa passò nella mani del duo Mezzaroma-Sensi. La compartecipazione durò solo qualche mese, dall’8 novembre, infatti, Franco Sensi divenne il 20esimo presidente della A.S. Roma. Per rafforzare la squadra chiamò in panchina il trasteverino Carlo Mazzone, ex centromediano della squadra capitolina sul finire degli anni ’50 e ingaggiò dall’Udinese il capocannoniere del precedente campionato, Abel Balbo, il primo acquisto della gestione Sensi, che segnò quasi 80 reti in cinque anni. La stagione però fu caratterizzata di alti e bassi: l’eliminazione prematura in coppa Italia, un derby perso (con rigore sbagliato da Giannini) ed un recupero di posizioni sul finale di campionato collocarono i giallorossi in settima posizione, senza riuscire a strappare il biglietto per l’Europa. Tra i giocatori della rosa iniziò a farsi notare Francesco Totti, mentre il 30 maggio del 1994 scomparve Agostino Di Bartolomei. Con la stagione 1993/94 si aprì ufficialmente l’era Sensi, ciclo durato 603 partite in serie A.
 I NUMERI DELLA PRESIDENZA – La prima vittoria targata Sensi fu Roma-Juventus del 5 settembre 1993, alla seconda giornata di campionato. Balbo aprì le marcature al 34esimo del primo tempo. Il vantaggio, però, durò poco; Moller pareggiò per i bianconeri, prima della rete di Muzzi allo scadere che fece esultare di gioia i sostenitori romanisti per il successo di 2-1 all’Olimpico. La prima gioia da unico proprietario, dopo la separazione da Mezzaroma, sarà in Lecce-Roma del 21 novembre 1993, 13 giorni dopo il suo “insediamento”, grazie alle reti di Lanna al 35° del secondo tempo e al gol di Balbo. In totale saranno 290 le vittorie, l’ultima delle quali risale a due mesi fa: il 16 maggio scorso Vucinic e De Rossi chiusero la stagione trionfale sotto l’applauso dei 20mila giallorossi del Bentegodi. Dei 179 pareggi conseguiti il primo avvenne nello stadio Friuli ad Udine l’8 settembre 1993: i bianconeri fermarono la squadra dell’ex Balbo sullo 0-0. L’ultima partita finita con il segno “X” in schedina dell’era Sensi si è giocata il 14 marzo scorso al Picchi contro il Livorno: 3-3 il risultato finale grazie ai gol di Perrotta, Toni, Pizarro e alla tripletta di Lucarelli. Il 19 agosto 1993 allo stadio Luigi Ferraris di Genova, Lorenzini e Nappi, alla prima giornata di campionato, sancirono la prima delle 134 sconfitte subite dalla Famiglia a capo della Roma in campionato. Diciassette anni più tardi, il 25 aprile 2010, i giallorossi vennero surclassati dalla Sampdoria per 1-2, abbandonando così i sogni di gloria tricolore. Il secondo posto in campionato, però, ha garantito l’accesso diretto alla Champions League che la Roma ha raggiunto, sotto la presidenza dei Sensi, in 7 occasioni. In campionato sono stati raggiunti 1039 punti (il primo anno di presidenza si assegnavano 2 punti per la vittoria), grazie anche alle 1023 reti segnate, mentre 656 sono i gol al passivo. Da Balbo (primo acquisto) ad Adriano (ultimo arrivato) sono giunte due coppe Italia, due Supercoppa di Lega ed uno Scudetto (il bottino poteva essere maggiorato anche da altre 4 Coppe Italia e da 2 Supercoppa Italiana, perse in finale), conquistato il 17 giugno 2001, il punto più alto raggiunto dalla Famiglia alla guida della Roma.
 DAL 1993 AL 1996 – Il primo allenatore (in totale saranno 12) chiamato a dirigere la Roma fu Carlo Mazzone. L’allenatore trasteverino, ex centromediano della Roma sul finire degli anni ’50, si sedette sulla panchina giallorossa per tre anni, guidandola per 102 partite in Italia. 152 sono i punti guadagnati – 162 se le 10 vittorie ottenute nella prima stagione a Roma fossero valse 3 punti a successo – grazie alle 42 vittorie raggiunte e ai 36 pareggi conseguiti. 24, invece, furono le sconfitte subite nel triennio. Le sue squadre hanno totalizzato 132 reti, mentre hanno subito 89 gol al passivo. La media punti annuale è di 60,35 che hanno relegato la formazione giallorossa alla settima posizione durante il primo anno, e quinta nelle due stagioni successive.
DAL 1996 AL 1997 – La guida della Roma passò da Carletto Mazzone a Carlitos Bianchi, tecnico argentino dal curriculum pieno di trofei in patria. E’ lui il tecnico scelto dalla dirigenza per aprire un nuovo ciclo. La stagione partì bene ma con il passare del tempo i risultati furono sempre più disastrosi. Quando lo spettro della B si avvicinò minaccioso, Franco Sensi richiamò il Barone Liedholm, assistito da Ezio Sella per salvare la stagione. A macchiare il ricordo del tecnico argentino anche l’acquisto di Trotta, oggetto misterioso della difesa giallorossa e la volontà di vendere Francesco Totti alla Sampdoria. Sono 41 i punti conquistati grazie alle 10 vittorie ed agli 11 pareggi conseguiti, mente 13 sono le sconfitte subite. I 46 gol segnati e le 47 reti subite relegano la formazione giallorossa al 12esimo posto in classifica, la peggior posizione dell’egemonia Sensi a Roma.
DAL 1997 AL 1999 – Nell’estate del 1997 firmò per la Roma Zdenek Zeman, giunto a Trigoria dall’altra sponda del Tevere. Il “4-3-3“ del boemo regalò ai giallorossi un gioco spumeggiante che portò a siglare 136 reti in due anni. La tattica offensiva portò, per forza di cose, a regalare qualcosa in difesa: 91 le reti al passivo nel biennio Zeman in 68 incontri disputati in campionato e 4 derby persi consecutivamente. Un quarto ed un quinto posto conquistati sono il bottino del tecnico boemo a Roma, merito dei 113 punti guadagnati in serie A grazie alle 31 vittorie e ai 20 pareggi conseguiti. 17 sono le sconfitte subite. La media annuale è di 63,14 punti.
 DAL 1999 AL 2004 – Fabio Capello divenne il nuovo allenatore della Roma. L’ex centrocampista giallorosso nelle stagione 1967/69 (aggiudicandosi la Coppa Italia), dopo aver vinto a Milano e a Madrid è l’uomo giusto per portare la squadra giallorossa a grandi traguardi. Lo stipendio del tecnico friulano è il più altro della serie A e l’acquisto di Nakata, Montella e Antonioli – che saranno tre pezzi importantissimi per il mosaico tricolore – prepareranno il campo al trionfo del secondo anno. Lo scudetto, infatti, tornò sulle maglie giallorosse dopo 18 anni nella stagione 2000/01, il primo anno del nuovo millennio, grazie anche agli ingaggi di Samuel, Emerson e Batistuta, l’acquisto più oneroso della gestione Sensi (70 i miliardi versati nelle casse della Fiorentina), comprato anche con l’ausilio dei soldi provenienti dall’ingresso in Borsa. Nell’estate del 2000, infatti, Franco Sensi guidò la Roma a Piazza Affari. Per 5 stagioni il tecnico di Pieris si sedette sulla panchina giallorossa riuscendo ad ottenere 319 punti, conquistati grazie alle 89 vittorie ed ai 52 pareggi, 29, invece furono le sconfitte subite nel quinquennio a Trigoria. La sua Roma è stata una delle più forti mai avute nelle mani dei Sensi, ma in bacheca si aggiunse solo una Supercoppa Italiana nell’anno del dopo scudetto. I suoi giocatori riuscirono a marcare 306 reti e a subire 156 gol. Dopo 5 anni, una notte di maggio Capello fuggì a Torino, lusingato dalle proposte juventine di Moggi, Giraudo e Bettega lasciando il suo posto vuoto e portandosi con se Emerson e Zebina.
DAL 2004 AL 2005 – La serie A passò a venti squadre ed iniziò un campionato tribolato che si concluderà con la salvezza alla penultima giornata. L’annus horribilis ancora doveva iniziare ma a scuotere i tifosi giallorossi ci pensarono le dimissioni di Cesare Prandelli, scelto come sostituto di Capello da Franco Sensi, e costretto a lasciare Trigoria per vicissitudini personali (e di spogliatoio). Lo sostituirà Rudy Voeller, ma anche lui, dopo una manciata di partite se ne tornò in Germania. Dopo aver perso il primo incontro di Champions a tavolino – colpa una monetina lanciata verso l’arbitro Frisk – la squadra venne affidata a Luigi Delneri. A seguito di una serie di sconfitte consecutive il tecnico friulano venne sostituito dal beniamino della Curva Sud: Bruno Conti. L’ex ala di Nettuno riuscì a salvare la squadra giallorossa dalla serie B ed a chiudere il campionato in ottava posizione con 45 punti all’attivo (11 vittorie, 12 pareggi e 15 sconfitte, 55 gol segnati e 46 subiti). Da quella stagione Rosella Sensi assunse l’incarico di Amministratore Delegato della Roma. Il papà Franco continuò ad essere, di fatto, il Presidente ma fu lei a rappresentare la Roma.
 DAL 2005 AD OGGI – Dopo un anno nelle zone basse della classifica, la Roma torna ad assaporare i piani alti della serie A grazie a Luciano Spalletti, voluto fortemente dalla dirigenza romanista che, dopo l’esperienza di Udine, condusse la squadra giallorossa al record delle 11 vittorie consecutive. La poca liquidità delle casse romaniste, frutto dell’autofinanziamento, portò comunque dal mercato alcuni pezzi importanti: Taddei e Doni nel primo anno, Pizarro, Tonetto, Cassetti e Vucinic il secondo anno, Cicinho e Juan il terzo, Julio Baptista e Menez il quarto, che servirono a strutturare una squadra che sfiorò grosse imprese, conquistando 3 secondi posti in tre anni, due coppe Italia ed una Supercoppa. Nell’estate 2008 Rosella Sensi (dopo la scomparsa di Franco) divenne ufficialmente presidente della A.S. Roma, seconda donna a dirigere le sorti della squadra capitolina: prima di lei Flora Viola, la vedova di Dino. Il primo campionato da Presidente per Rosella non sarà dei più entusiasmanti. Il sesto posto finale, i troppi infortuni, i numerosi gol incassati (61) sbiadirono le poche note positive, come il primo posto nel girone di Champions conquistato per la prima volta nella storia. Durante l’ultima stagione, prima della terza giornata di campionato, Spalletti si dimise da allenatore della Roma: al suo posto venne chiamato Claudio Ranieri. In quattro stagioni (e mezza) Spalletti è riuscito ad ottenere 80 successi, 40 pareggi e 31 sconfitte in campionato raggiungendo quota 289 punti. Il suo quadriennio è stato caratterizzato da un gioco spettacolare, probabilmente uno dei più belli dell’era Sensi, che ha portato 280 reti all’attivo e 180 gol incassati e la sua media annuale è di 72,25 punti.
Ranieri, invece, ha preso le redini della squadra da settembre scorso. Il tecnico testaccino ha guidato la sua Roma in un campionato esaltante: 80 punti conquistati, secondo posto alle spalle dell’Inter e due derby vinti. E’ lui il tecnico scelto da Rosella Sensi per riportare in alto la Roma, lui romano e romanista come Mazzone, il primo allenatore della gestione Sensi. Lui, l’ultimo romano alla guida della Roma nell’era Sensi.
Marco Visco


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