Le condizioni di Juan mettono fretta alla Roma

 Concentri sul closing, sul mercato e sulla rivoluzione attuata da Luis Enrique, abbiamo perso di vista un giocatore che per la Roma è fondamentale: Juan. Dall’inizio della preparazione, il difensore brasiliano non si é mai allenato con continuità e spesso il problema al tendine rotuleo l’ha costretto al differenziato.

Problema che il verdeoro si porta avanti dalla scorsa stagione. Problema che si riflette sulle scelte di mercato del duo Sabatini-Luis-Enrique, tanto da costringere il tecnico spagnolo a far giocare nel ruolo di centrale difensivo il giovane Antei, lo spaesato Cassetti e altri giocatori non di ruolo.

La classe e la forza di Juan non sono in discussione, semmai lo è la sua effettiva possibilità di riversarle in campo. Con l’insediamento in panchina di Ranieri nel 2009 e una dieta ad personam, Juan sembrava essere rinato, tanto da diventare determinante nella rincorsa allo scudetto 2010 fallita in casa contro la Sampdoria

Artur: “Roma è bellissima, ma l’ambiente è difficile”

 Dalla Gazzetta dello Sport:

Da quarto portiere della Roma, costretto a vivere sei mesi da clandestino nella stagione 2009-2010, a protagonista nel Braga, trascinato con le sue parate alla finale di Europa League di stasera. In semifinale, Artur ha eliminato quasi da solo il Benfica e il premio è stato un contratto quadriennale con lo stesso Benfica. Domani l’annuncio ufficiale: il brasiliano si trasferisce a Lisbona. Allora Artur non era un brocco. «Roma è bellissima, ma l’ambiente è difficile. Non esistono vie di mezzo: o sei un eroe, o sei un incapace» . Artur invece che cos’è? «Non sono né un fenomeno né uno scarso, ma solo un portiere che doveva giocare con continuità in un ambiente tranquillo» . Roma era un inferno? «Dopo il derby perso con la Lazio 4-2 due anni fa, cominciarono i problemi. Spalletti era al capolinea, le voci della cessione della società ci confusero le idee, fallire la qualificazione in Champions fu un disastro» .Dopo la semifinale di ritorno con il Benfica, Artur ha riproposto una celebre definizione di De Rossi: nella Roma circolano troppi papponi. «Non voglio tornare sull’argomento, ma quando feci quell’affermazione ero pienamente consapevole di quello che stavo dicendo» . Questa finale è una rivincita? «È il momento più importante della mia carriera» .

Roma: la crisi di Riise

 Dalla Gazzetta dello Sport:

C’è la crisi di un uomo perbene nella difesa della Roma che ha beccato 38 gol in 27 partite: il calo di John Arne Riise. Il norvegese è il simbolo della metamorfosi in negativo della squadra, dopo gli splendori della scorsa stagione, in cui giocò qualcosa come 52 gare: 36 in campionato (e 5 gol), 4 in Coppa Italia, 12 in Europa League (e altre 3 reti). Era un insostituibile, Riise, costretto a scendere in campo anche con la lingua di fuori. Era diventato un idolo del popolo romanista.

Chievo-Roma: De Rossi c’è, come sempre

 Da Il Messaggero

E’ un anno che si va dicendo: Daniele De Rossi, unico romanista in azzurro, non è più lui. Poi, ti fai un giro sui tabellini delle partite, sui siti che contengono i dati del campionato e scopri che Daniele, quello che non è più lui, ha segnato dieci gol in stagione, sei in campionato (Juventus, Fiorentina, Catania, Udinese, Chievo e Inter), tre in Europa League (due al Gent e uno al Kosice) e uno in Coppa Italia (al Catania). Non solo, l’ultimissima dal mondo: il Manchester City vuole De Rossi, proprio quello che non è più lui: sarebbe arrivato un fax a Trigoria con tanto di offerta, 45 milioni di euro per il centrocampista di Ostia.

Roma, Riise comanda in Europa

 Da Il Corriere dello Sport:

Comanda Riise. Il norvegese è il giocatore della Roma con il maggior numero di presenze internazionali. Sono 106 in Europa, con le maglie di Monaco, Liverpool e Roma, con 6 gol. Ranieri si affida alla sua esperienza, è il giocatore utilizzato di più, uno di quelli che non fa quasi mail il turn over. Non lo farà neppure ad Atene, dove la Roma vuole preparare il terreno per la qualificazioni agli ottavi di finale di Europa League. L’esperienza di Riise non si ferma solo alle squadre di club: vanta anche 85 presenze con la nazionale norvegese, con 12 gol.
E’ il momento più felice della sua carriera. Forse non si è mai sentito così amato, a Roma è il beniamino dei tifosi,  pur non essendo uno dei campioni più affermati. La curva invoca il suo sinistro, alla gente piace il suo modo di non risparmiarsi quasi mai. Quest’anno è riuscito a mettersi in mostra anche come realizzatore, con sei gol all’attivo. In venti giorni è andato a segno tre volte: il 23 gennaio contro la Juve, il 31 contro il Siena ed il 13 febbraio contro il Palermo. In campionato, la prima rete regalò la vittoria a Ranieri all’esordio. Nel girone di ritorno ha una media da goleador.

Pizarro vuole vincere l’Europa League

David Pizarro, ovvero uno dei punti fermi di questa Roma che è rinata per mano di Claudio Ranieri. Il Pek, metronomo giallorosso in vacanza con la famiglia per le festività natalizie, non ha voluto spegnere del tutto l’interruttore e parla del cammino della Roma anche in questo clima festaiolo. Le parole del cileno sono state affidate alle pagine di un giornale locale:
Il nostro obiettivo è raggiungere la finale di Europa League. Sono a casa, i miei compagni di squadra mi hanno detto che sono matto a fare un viaggio così lungo per così pochi giorni di vacanza ma loro non sanno che l’aria di Valparaiso è unica. Queste sono le cose incredibili della vita: dopo aver giocato lo scorso fine settimana con il Parma, lunedì ero già qui per una partita di beneficenza. In campionato siamo partiti male, ma abbiamo chiuso l’anno raggiungendo il nostro obiettivo e superando il turno di Europa League come leader del nostro girone. Questo ci ha dato molte motivazioni per i turni successivi, che saranno sicuramente più difficili“.
Obiettivo dichiarato di Pizarro, la conquista dell’Europa League prima di tornare – questo il vero traguardo – a respirare l’aria della Champions League:

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