Inter-Roma, la partita di Borriello

 Dal Corriere dello Sport:

C’era una volta un giocatore che sorrideva, giocava, segnava, esultava, vestiva pure d’azzurro. Era sbarcato a Trigoria il trentuno agosto dello scorso anno tra l’entusiasmo di una tifoseria convinta che fosse l’uomo giusto al posto giusto, l’attaccante che serviva per mettere le mani sullo scudetto. E lui, mentre la squadra anticipava i problemi che ne avrebbero contraddistinto questa stagione, rispondeva in campo, centravanti vero, il gol come vizietto che fa male soltanto alle squadre avversarie.Solo che di quel Marco Borriello, perché è di lui che stiamo parlando, da qualche tempo se ne sono perse le tracce. Colpa, si fa per dire, del ritorno di Totti ai livelli di Totti (sicuri che prima non fosse a certi livelli?), di un inevitabile e fisiologico calo di forma dello stesso Borriello, ma anche, se non soprattutto, dell’arrivo di Vincenzo Montella sulla panchina giallorossa, tanti saluti a Claudio Ranieri, caro aeroplanino facci vedere se sei bravo con i grandi quanto lo sei stato con i ragazzini.

Roma: la crisi di Riise

 Dalla Gazzetta dello Sport:

C’è la crisi di un uomo perbene nella difesa della Roma che ha beccato 38 gol in 27 partite: il calo di John Arne Riise. Il norvegese è il simbolo della metamorfosi in negativo della squadra, dopo gli splendori della scorsa stagione, in cui giocò qualcosa come 52 gare: 36 in campionato (e 5 gol), 4 in Coppa Italia, 12 in Europa League (e altre 3 reti). Era un insostituibile, Riise, costretto a scendere in campo anche con la lingua di fuori. Era diventato un idolo del popolo romanista.

Felicità Roma

 Dal Corriere dello Sport:

Come a Madrid. Cambiando l’ordine dei marcatori. Stavolta prima una perla di Vucinic, poi un’altra di Taddei, per la felicità del loro procuratore, Alessandro Lucci. Il risultato non cambia. Roma in trionfo. Perché inutile provare a smorzare gli entusiasmi, vincere qui, a Torino, in una sfida secca che vale una doppia semifinale di coppa Italia, di fronte ci sarà l’Inter il nemico di sempre di questi ultimi anni, contro la vecchia signora avversaria che più avversaria non c’è da trenta anni, per qualsiasi Roma e qualsiasi romanista, non può che essere una festa di quelle da ricordare. Come quella, spontanea e per questo bellissima, che hanno messo in piedi lì, a bordo campo, i non troppi tifosi giallorossi presenti, dopo che Taddei con quella girata di destro a rischio stiramento aveva chiuso gioco, partita, incontro, un abbraccio generale romanista che sarà difficile cancellare dalla memoria.

Claudio Ranieri, Daniele De Rossi capitano, Edy Reja: grazie a chi?

 Claudio Ranieri sulla panchina giallorossa, Daniele De Rossi capitano, Edy Reja tecnico biancoceleste. Come lo giri giri, il derby degli ultim itempi, se ne evince almeno un dato incontrovertibile. Uno dei tre binomi porta senz’altro bene. Alla Roma. Che inanella il quarto successo consecutivo – a chi lo avesse scordato, ha rinfrescato la memoria capitan Futuro con quel poker di dita sollevate verso il cielo vestito a notte a fine gara – e approda ai quarti di coppa Italia dove sfiderà la Juventus. Si giocherà all’Olimpico solo che, vattelapesca per quale intricata elugubrazione partorita dalle menti degli scienziati che maneggiano i regolamenti, non è quello capitolino, semmai l’altro. In casa di Aquilani, per intendersi. A bomba: per il tecnico testaccino è il quarto successo su quattro incontri, a conti fatti Ranieri vanta il 100 per cento di successi contro la Lazio. A memoria, nessun’altro come lui. Per De Rossi è l’ennesima vittoria in una stracittadina, anche per lui en plein, con la fascia da capitano intorno al braccio. Come dire: capitan Futuro, qualche batosta dalle Aquile, l’ha pure incassata. Ma capitan Presente, finora, mai. Poi, guai a dimenticarlo, Edy Reja: mai vinto un derby, finora. Sarà merito suo? In mancanza di cognizione certificata, sempre meglio ricordare a Lotito quanto di buono il friulano stia facendo in campionato. Sai mai. Ancora: lo dicono i numeri, ed è incontrovertibile, lo ribadisce qualche spavaldo – e messa così diventa fastidioso – che senza Totti in campo, la Roma continua a vantare una striscia utile. Col 10 fuori causa, i giallorossi non hanno mai perso per mano dei rivali acerrimi. Passi ciascuna opinione, ma – buttata lì – potrebbe forse essere dovuto al fatto che un colosso intramontabile come il 10 giallorosso, di stracittadine, ne ha giocate 32 per mancare in soli 8 confronti? Se è vero che i dati e le cifre non mentono mai e altrettanto vero che insegnano – sono le basi della statistica – che un paragone numerico simile non ha alcun fondamento.

Riscone di Brunico: Vucinic vola basso

 Dal Messaggero:

Tridente o no, Mirko Vucinic sta lì e guai a chi lo tocca, alla luce dei suoi 19 gol della passata annata (14 campionato, 3 Europa League e 2 in Coppa Italia). Si sente un calciatore normale, forse proprio questo è il suo limite. Normale non lo è, viste le qualità tecniche. Diciamo che la sua è solo la normalità di un campione. Poche parole, poca voglia parlare. «Perché non mi autoesalto? Almeno se voli basso e cadi, non ti fai male». Dalla paura di volare alla paura di cadere, insomma. Mirko ama starsene sulle sue, giocare e basta. E aspettare ottobre, mese della nascita del figlio, che si chiamerà Alexander.

Julio Sergio: “Roma, sono già al lavoro”

 Dal Romanista:

«Quando torniamo preparati al meglio, riprendiamo la forma più rapidamente». Se non sapete cosa significhi essere dei professionisti di Eupalla, chiedete a Julio Sergio Bertagnoli. Le ferie? «Io lavoro per tornare al meglio. Per la Roma». Il riposo è un optional, quando sai di dover affrontare tre cammini lunghi e faticosi come campionato, Coppa Italia e Coppa Campioni, alias Champions League. I giornali brasiliani lo pizzicano dove meno te l’aspetti: nella palestra di una clinica privata di Ribeirão Preto, la città dove è nato. Julio sta svolgendo degli esercizi di potenziamento muscolare sotto la supervisione di un personal trainer.

Incidenti Roma-Inter, Gugliotta: “Non fuggivo, mi picchiavano”

 Dal Corriere dello Sport

È provato, un fascio di nervi. La prima notte dopo la scarcerazione Stefano Gugliotta l’ha passata pratica­mente sveglio. «Ho dormito poco solo tre ore, ho ripensato a tutto quello che ho vissuto in questa settimana». Sul volto, il giovane di 25 anni arrestato la sera della finale di Coppa Italia Inter- Roma, porta tutti i segni del pestaggio: il dente saltato for­se per colpa del pugno sferrato dal­l’agente ora sotto inchiesta e la ferita alla testa a causa della manganellata ri­cevuta, come spiega il giovane, «prima di salire a bordo del cellulare».

Roma-Totti, domani verrà presentato il ricorso

 Da Il Corriere dello Sport

Sarà ricorso. Domani mattina la Roma e Francesco Totti lo presenteranno alla Corte Federale. Contro la squalifica di quattro giornate che il giudice sportivo ha sanzionato nei confronti del capitano giallorosso per il brutto fallo, e conseguente espulsione in campo, su Mario Balotelli nei minuti conclusivi della finale di Coppa Italia. Fallaccio che ha fatto il giro del pianeta terra, con interventi che sono arrivati dal Presidente della Repubblica in giù. Era probabile, ora è diventata una certezza.

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