Venditti: “Scudetto Roma? Non sogni, ma realtà”

 Da La Gazzetta dello Sport:

Antonello Venditti, riecco la Roma che fa sognare. «Alt. Non parlo della Roma. Facciamo silenzio. Della Roma non parlo: silenzio stampa». Scaramanzia? «No. Spettatore: vedo, ma non parlo».
Ma allora parliamo del sogno, una costante del tifoso della Roma. «Nel calcio non si sogna più. Faccio mio lo slogan pubblicitario di Immobil Dream: non sogni, ma solide realtà».
E allora?
«Allora solide realtà. Riparliamone ad aprile».
Qual è la solida realtà attuale? «Il curvone di Ranieri. Sentito che cosa ha detto il mister? “Siamo a metà del curvone”. Bene, la penso come lui: vediamo che c’è sul rettilineo».
Le piace Ranieri? «Moltissimo. Ranieri è un inglese a Roma e spero che rimanga sempre su questi binari. È elegante, tranquillo, esperto e, detto alla romana, paraculo nel modo giusto. La gestione di Doni è stata una capolavoro. È riuscito a trattare con rispetto una questione delicata con giocatori, tifosi e Doni».

Roma-Panathinaikos: Pizarro, quasi sì; Menez-Cerci in ballottaggio

 La Roma tra due fuochi: l’Europa League – imminente – e il campionato – riaperto. Dopodomani il Panathinaikos, poi il Napoli. Una delle fasi cruciali della stagione giallorossa continua ad avere quale scenario su cui puntare i riflettori, e prima ancora dello stadio Olimpico o di qualunque altra struttura sportiva, l’infermeria di Trigoria. Dove, a turnazione regolarissima, sono passati più o meno tutti. Calciatori di ogni reparto. Neppure stavolta si sfugge alla consuetudine e la certezza è quella che, neanche giovedì contro i greci, Claudio Ranieri possa contare sull’opportunità di scegliere in armonia l’undici titolare. Le solite assenze pesanti non danno al tecnico testaccino la garanzia di individuare i più in forma ma, e i problemi riguardano soprattutto il reparto offensivo, solo la necessità di schierare chi c’è.
JULIO SERGIO. Alexander Doni tra i pali: sarà il brasiliano a difendere la porta capitolina dagli assalti degli ateniesi – con tanto di 4 mila tifosi al seguito – per il concomitante forfait di Julio Sergio che è in fase di recupero e potrebbe tornare disponibile per la sfida contro il Napoli. In ogni caso, lo staff tecnico e l’estremo difensore non hanno alcuna intenzione di forzare i tempi, al punto che il rientro dell’indiscusso titolare della Roma potrebbe procrastinarsi alla prossima settimana.

Damiano: “Ho conosciuto Ranieri in clandestinità; ecco cosa penso di Menez”

 Christian Damiano, allenatore in seconda della Roma, interviene ai microfoni di Roma Channel e affronta a 360 gradi la situazione della squadra dopo una bella fetta di stagione archiviata. Motivazioni, obiettivi analisi tattiche e qualche parola su Jeremy Menez rilasciata con grande sincerità. Eccone il sunto:
RINASCITA ROMA. “Già ai tempi di Parma la coppia Ranieri-Damiano si è a mio parere distinta. I ragazzi erano ultimi, abbiamo fatto una corsa da Champions League e siamo arrivati a un punto dall’Uefa. Approdatio alla Juve, nessuno se lo aspettava ma siamo arrivati terzi qualificandoci per l’Europa che conta. Lo scorso anno secondi, ancora in Champions, con il rilancio difensivo di Legrottaglie, Molinaro e Chiellini. A Roma siamo arrivati in una squadra che era partita male ma faceva bene dal punto di vista del gioco, tra le migliori d’Europa. Aveva un capitale fantastico. Ci sono tanti campioni, campioni del mondo. Su tuttti, Totti: è fondamentale. Si sono messi a disposizione, sono cresciuti in maniera notevole. Questa rosa ha fatto quattro anni fantastici. Abbiamo lavorato in modo semplice, aiutandoli a ritrovare fiducia”.
LA DIFESA. “I meccanismi difensivi li abbiamo studiati e cercato di modificarli. Abbiamo lavorato molto sulla retroguardia anche perchè all’inizio prendevamo un gol a partita. Ogni tiro un gol. Poi per non so quante partite non ne abbiamo presi. Piano piano i risultati sono arrivati. Cosa abbiamo portato in più lo devono dire i ragazzi, non so cosa facevano prima ma li abbiamo trovati alla grande. Abbiamo introdotto esercizi tecnici. Poi media potenza. Ma la tecnica è il modo per risolvere soluzioni di gioco. Sembra scuola calcio, facciamo venti, venticinque minuti di tecnica al giorno. Dobbiamo imparare a gestire alla perfezione il pallone. Dobbiamo lavorare per migliorare la velocità tecnica. Poi, certo, tutto ciò è legato al fisico. Con Capanna facciamo due blocchi a settimana di fisico a vuoto”.
TOTTI. “Prima del calciatore è un ragazzo fantastico. È un privilegio allenare un campione come lui”.

La mano di Ranieri sulla Roma

 Da La Gazzetta dello Sport:

Aveva la difesa colabrodo, arrancava nella parte destra della classifica, perdeva e non piaceva. Cento giorni dopo, ha la quarta difesa del torneo – in compagnia di Lazio e Napoli -, è seconda, vince, piace, si diverte e, talvolta, diverte. Anche perché, vincere è il divertimento che non passerà mai di moda, nel calcio: i 4-3-3 o i 4-2-3-1 passano, mai successi restano.
La mano di Ranieri Ed è quello che ha in testa Ranieri, il lord inglese con l’accento romano e i natali a San Saba. Bella l’immagine del «curvone», della Roma ancora ametà dell’opera «e chissà che cosa ci riserverà il rettilineo», di questo tecnico che si sta rivelando una scoperta anche sul piano della comunicazione. C’è chi mima le manette e chi, invece, preferisce le battute, accompagnate da una risata.

Scudetto, Sacchi: “La Roma deve crederci”

 Da Il Messaggero:

«L’Inter resta la favorita, Champions permettendo; la vera rivale è la Roma, perché come valori è quella che più si avvicina ai campioni d’Italia; il Milan, se il ritmo di qui alla fine si abbassa, può avere la meglio attraverso la qualità dei singoli». La corsa scudetto vista dagli occhi sempre lucidamente attenti di Arrigo Sacchi che analizza il momento delle tre rivali a tredici giornate dalla conclusione del campionato. L’approfondimento dell’ex cittì azzurro, oggi consulente della preparazione olimpica del Coni, non è solo di carattere tattico, ma globale. Tanti i fattori a incidere nella volata finale: testa e gambe, ambiente e singoli.
Sacchi, partiamo dalla capolista. Perché tanto nervosismo?
«E’ l’appunto da fare a una grande. La calma, in genere, è dei forti. Invece l’Inter ha una sindrome di accerchiamento che di solito appartiene a chi si piazza secondo o terzo, ancora più strana per chi ha avuto uno scudetto a tavolino».
La Roma, nelle ultime 6 giornate, ha ridotto lo svantaggio di 8 punti. Si aspettava la rimonta dei giallorossi?
«Sì, ma li vedevo competitivi già all’inizio. la sorpresa, per me, è stata la brutta partenza. Per i valori tecnici sono i più vicini ai nerazzurri. Il problema è la città fantastica che ti trasmette amore e calore anche in modo eccessivo. E, allo stesso modo, frustrazione quando le cose non vanno. Ti distrae la gente, il clima, tutto. Solo grandi professionisti possono a vincere. Fondamentali sono le motivazioni: hanno l’effetto della benzina. Da lì è partito Ranieri».

Ranieri, che lapsus: “L’importante è arrivare primi”

 Le dichiarazioni di Claudio Ranieri nel dopo gara di Roma-Catania:
La partita – “Abbiamo giocato una gara giudiziosa, sapevamo delle difficoltà che il Catania ci avrebbe creato, restando dietro la metà campo e ripartendo in contropiede. Mi ha fatto piacere che il pubblico ci abbia aiutati. In pochi si sono ricordati che giovedì eravamo ad Atene. Sono contento della reazione della squadra dopo la sconfitta. Gli ultimi cinque minuti di protezione palla? Julio Baptista è bravo a difenderla, l’ha presa lui e non l’ha fatto più vedere a nessuno“.
Lapsus – “Siamo nel mezzo di una curva, pensiamo a fare bene, i cavalli si vedono all’arrivo, l’importante è arrivare primi. Un lapsus? No, intendevo dire nel gioco della curva… Se pensiamo all’aggancio al primo posto? Sganciamoci e pensiamo a giovedì: ci aspetta una partita da dentro o fuori. Onestamente il campionato non è riaperto. Sono contento dei sogni dei tifosi, quando sono arrivato c’erano altri pensieri. L’Inter ieri meritava di vincere, pur in nove. Concentriamoci sulla qualificazione in Champions, sulla Coppa Italia e sull’Europa League. L’arbitraggio di Inter-Sampdoria? Non voglio parlare di questa storia, posso solo dire che Tagliavento ha fatto una grande partita“.

Mourinho “in manette”, panuelada a San Siro mentre Roma godeva

 Inter-Sampdoria raccontata da Il Corriere dello Sport con tanto di attenzione alle fasi cruciali del match: le due espulsioni dell’Inter (Samuel e Cordoba), la “panolada” del Meazza che protesta sventolando carta igienica bianca dopo l’ammonizione per simulazione di Eto’o e Josè Mourinho con tanto di simbolo inequivocabile. Incrocia le braccia a indicare le manette, quasi che qualcuno abbia deciso di frenare i dogni interisti. L’articolo:

Rosso per Samuel. Urla a Trigoria. Rosso per Cordoba. Riurla a Trigoria. Fischio finale a Milano, ancora urla, ma più dimesse perché, a un certo punto, con l’Inter in inferiorità numerica di due gio catori, nelle stanze dei giocatori si era spe rato, sempre che oggi si batta il Catania all’Olimpico, di fare il colpo massimo, re cuperare tre punti tutti in una volta. Sono i tre flash più significativi per darvi l’idea di come ieri sera, a Trigoria, centro tecnico Fulvio Bernardini, casa Roma, in ritiro in vista della partita di oggi, si sia siano vissuti gli intensissimi, e ci pare pure mol to poco, novanta minuti tra Inter e Sampdoria a poco meno di settecento chilome tri di distanza, una partita capace di regalarci anche una pañuelada, fazzoletti bianchi alla spagnola per protestare contro la direzio ne arbitrale di Tagliavento. Nessuno, a Trigoria, sta­volta si era voluto perdere la partita. Lo aveva antici­pato Claudio Ranieri alla fine della sua conferenza stampa intorno alle tredici.

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