Rosi, Okaka e Guberti: osservati speciali

 La Gazzetta dello Sport fa il punto su tre giocatori della Roma:

ROSI – Diceva «il pelatòn» Spalletti cinque anni fa, nel ritiro di Castelrotto: «Rosi ha mezzi straordinari. Deve solo maturare». E’ passato un lustro e il ragazzo, si spera, si è fatto uomo. Rosi, romanista nel profondo dell’anima – il 16 maggio scorso sfiorò il gol del pareggio con la maglia del Siena nella partita contro l’Inter, sarebbe stato scudetto per i giallorossi -, è tornato alla base e Ranieri lo considera la prima alternativa a Cassetti, spazzando via la concorrenza del brasiliano Cicinho. Rosi è partito benissimo, aiutato anche dal fisico che entra subito in forma.

Ranieri: nuovo modulo e nuovo Menez

 Da Leggo:

Sarà una Roma alla Mourinho. No, non è previsto alcun ribaltone sulla panchina giallorossa. Ma in questi primi giorni di ritiro Ranieri sta provando e riprovando lo schieramento che lo scorso anno ha fatto le fortune dell’Inter e del tecnico portoghese. Un paradosso se si pensa all’antipatia tra i tue allenatori e alla rivalità tra le due squadre regine delle ultime stagioni. Eppure è così. Il 4-2-1-2-1 provato sia in amichevole sia nelle ultime partitelle in famiglia da Ranieri ricorda sin troppo quello proposto da Josè Mourinho nella scorsa stagione. Emblematico è il ruolo di Jeremy Menez.

Riscone di Brunico, Scaglia: “Stiamo lavorando bene”

 Il team manager giallorosso Salvatore Scaglia dai microfoni di Radio Radio ha parlato del lavoro svolto da Totti e compagni a Riscone di Brunico:

“Stiamo svolgendo un lavoro importante, di alto livello. Sono tutti contenti, le strutture e i campi sono di prim’ordine, le persone sono gentilissime. Un ritiro a cinque stelle. Alle spalle c’è un gran lavoro, c’è da mettersi d’accordo con lo staff per il materiale, organizzare il trasporto di tutto quello che serve, c’è da fare i sopralluoghi per vedere come stanno i campi e le strutture.

Julio Sergio: “A Roma sono felice, avevo anche pensato di smettere”

 Dal Romanista:

«Ho attraversato dei momenti difficili, giocando qua e là. Avevo anche pensato di smettere. Ma adesso, qua a Roma, sono felice». Julio Sergio Bertagnoli, secondo atto. Meglio: seconda stagione. Meglio ancora: la prima che inizia da titolare. Prima di partire per l’Italia, prima di tornare a indossare guanti e tuta sotto il sole di Riscone di Brunico, in un’intervista di 26 minuti a “Esportes Show” il portiere racconta quanti bocconi amari ha dovuto buttare giù. Quanta panchina ha dovuto sopportare prima della resurrezione.

Menez studia da centrocampista

 Dal Tempo:

Saluti, abbracci e pacche sulle spalle. Il bar dell’area vip del ritiro non sarà Teano, ma ospita incontri che non possono lasciare indifferenti gli storiografi romanisti. Bruno Conti si affaccia e ritrova Roberto Pruzzo, il compagno di tante battaglie memorabili che adesso ha un debole (calcistico, ovviamente) per Vucinic, Francesco Totti, oggi atteso in conferenza stampa, sale le scalette che conducono dal campo al bar e raggiunge papà Enzo (Ilary, secondo gli ultimi sussurri, sembra che non salirà a Riscone). Menez non è ancora Totti, Conti o Pruzzo ma potrebbe scrivere pagine importantissime della futura storia giallorossa. Magari, come nel primo test stagionale, anche da centrocampista. Ranieri, dopo aver usato in passato parecchio bastone, è passato alla carota:

Totti-Adriano-Vucinic: prove di coesistenza

 Dal Romanista:

Tridente sì, tridente no. E’ sempre questo il dubbio che ci assale ogni volta che vediamo la Roma al completo, almeno nel reparto offensivo. Lo scorso anno il dubbio era sul To-To-Vu (Toni, Totti, Vucinic), quest’anno tocca togliere il To di Toni e aggiungere l’Ad di Adriano. Per fortuna che Ad-To-Vu suona male, altrimenti saremmo stati costretti a portarcelo dietro per tutta la stagione. Il fatto che suoni male come pronuncia, però, non vuol dire che sia un tridente che non vedremo in campo nella prossima stagione, anzi.

Un tridente per sognare

 Dal Messaggero:

Tridente sì, ma con cautela. A spezzoni, forse. Adriano più Totti e Vucinic è un’ipotesi affascinante, con Menez alle loro spalle poi è quasi una collettiva suggestione. Fatta apposta per sognare. Tre uomini offensivi, tre dalla tecnica sopraffina. La gente sogna, perché questa è (o forse sarebbe) la Roma dei sogni e adesso il momento dei sogni.

Roma, Menez: “Voglio lo scudetto”

 Jeremy Menez a cuore aperto: tra Claudio Ranieri e Christian Damiano, tra la Roma e la Nazionale. Il transalpino ha voglia di mostrare tutte le sue qualità per guadagnare uno spazio importante nello spogliatoio giallorosso e in quello della Nazionale di casa. Il sogno? Vincere lo scudetto con i giallorossi. Da Il Romanista:

«Voglio vincere lo scudetto con la Roma. Penso che siamo pronti per vincere qualcosa di importante». È cresciuto Jeremy Menez, non è più il ragazzo musone e triste che lo scorso anno sempre qui a Riscone parlava a stento con i compagni di squadra. Il ragazzino è diventato uomo, e come tutti gli uomini si prende delle responsabilità sempre maggiori. Punta in alto Menez, sia dal punto di vista personale «voglio la Nazionale e con Blanc è possibile» sia da quello di squadra «siamo pronti per vincere qualcosa di importante».

Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.