Crisi Roma: spogliatoio, dirigenza, società. Tutti coinvolti

 Da repubblica.it:

Appena cinque punti in classifica, penultimo posto con un solo gradino di vantaggio sul baratro, undici reti subite e soltanto due vittorie in nove gare ufficiali, con cinque sconfitte in cinque trasferte. I numeri della crisi romanista sono lì, a testimoniare una drammatica involuzione di gioco, di risultati e di rapporti: mai come oggi, all’interno del gruppo romanista, si respira un’aria densa di tensione e divisioni. Due “casi” contro l’Inter, con Totti che contesta il cambio mentre Adriano si rifiuta di entrare. Ieri, la polemica di Borriello con Ranieri: “Non ero stanco, il cambio mi ha stupito”, le parole del centravanti. Già negli spogliatoi del San Paolo, immediatamente dopo lo sfogo, i dirigenti hanno preso da parte l’attaccante: “Dobbiamo evitare uscite come questa, in questo momento è pericoloso”. Pericoloso per l’integrità di equilibri sempre più fragili.

Borriello a Ranieri: “Quelli stanchi erano i difensori del Napoli, mica io”

 Da Il Romanista:

«Dobbiamo responsabilizzarci di più». Ok, la sua è una faccia aggraziata. Ma non è per questo che Borriello ce la mette. Marco non si presenta davanti ai giornalisti per trovare una scusa a nome della squadra. Ma per ammettere, invece, che se la Roma non vince «è solo colpa nostra». Che non basta a giustificare la sconfitta. Però aiuta a digerirla. Perché l’idea che l’ex punta del Milan si è fatto è che la Roma non stia affatto meritando l’attuale classifica, che la vede affannarsi laggiù tra i bassifondi.

Totti non è più intoccabile

 Dal Corriere dello Sport:

Totti o non Tot­ti? Perché inutile fare giri parole, cercare spiegazioni, provare a nascondersi dietro un dito. Tra i problemi c’è anche questo, anche se non possiamo non confessare di fare un po’ fatica a pensare al capitano della Roma, al giocatore che ha riscritto l’intero libro dei record societari, come un problema. Eppure qui a Napoli, Totti ha giocato sembrando l’ombra di se stesso, in capace di evitare gli anticipi dei difensori, non riuscendo quasi mai a difendere un pallone, tirando (male) in porta soltanto su calcio di punizione e lo zero nella casella dei gol stagionali realizzati è lì a testimoniarlo, dan­do la sensazione di essere un corpo estraneo a una squadra che non si riconosce e non riesce più a riconoscere neppure il suo capita­no.

Ranieri tira in ballo la paura

 Dal Corriere dello Sport:

La sconfitta del San Paolo riapre il dibattito sulla Roma di Ranieri. Come può il Napoli correre di più nella ripresa, dopo l’impegno di Bucarest di giovedì? E la scelta di schierare la Roma con lo stesso modulo del Napoli, con un atteggiamento tattico che adotta solo una volta all’anno, era davvero necessaria? Anche i cambi questa volta fanno discutere. La Roma è penultima in classifica, bisogna fare qualcosa. Ranieri si difende così: «Nel secondo tempo ci siamo impauriti per i contropiede del Napoli, non siamo riusciti a ripartire come nel primo. A metà ripresa ho scelto Vucinic per cercare la profondità, avevo visto Borriello stanco. Dobbiamo lottare e crederci, su ogni pallone, come nel primo tempo. Ci parleremo e troveremo la soluzione».

Roma: ritorna la crisi

 Dal Corriere della Sera:

È finita tra gli «olé» di scherno del San Paolo. Come a Cagliari, come a Brescia. La Roma cade a Napoli dopo tredici anni e riprende la strada della mediocrità. I successi contro Inter e Cluj potevano far pensare a una crisi archiviata, ma sono i numeri – oltre a un gioco scadente come negli anni peggiori – a inchiodare Ranieri e la squadra alle proprie, pesanti, responsabilità. L’inizio fallimentare di stagione trova solo parziale spiegazione nelle cinque sconfitte in nove gare ufficiali maturate in altrettante trasferte tra Supercoppa, campionato e Champions League e che ora relegano i giallorossi al penultimo posto in classifica a un solo punto dal fanalino di coda Udinese.

Napoli-Roma: la rabbia di Rosella Sensi

 Dalla Gazzetta dello Sport:

I titoli di coda sono una «via crucis» dal sapore di sberleffo. Uno striscione srotolato al 90’ recita: «Come dice Venditti: “Grazie Roma”». Un tifoso del Napoli aspetta il pullman giallorosso con un manifestino mortuario: «Oggi è defunta l’As Roma, il Napoli ha partecipato alle esequie». Sulla tangenziale, al passaggio della Roma, tutti salutano facendo il segno del «due». Stessa scena alla stazione Centrale. Insomma, se si pensa che neppure Tagliavento è più un amuleto (17ª designazione, primo k.o.), la crisi Roma è aperta ufficialmente dalle parole di Borriello che, polemico per il cambio, giudica la squadra fra le top d’Europa, aggiungendo che la società ha fatto di tutto e la colpa quindi è soltanto loro (vedi prima).

Napoli-Roma, Borriello: “Meravigliato per la sostituzione”

 Da Leggo:

«Non riusciamo a trovarci». Dopo cinque sconfitte in nove partite e con l’ultimo posto a un solo punto di distanza, anche Ranieri abbandona alibi e finto ottimismo. Ma quello che si è perso sembra proprio essere lui, quello che in Inghilterra chiamavano Tinkermann (il pasticcione). Nella sconfitta del San Paolo, infatti, si è visto tutto il repertorio di Tinkermann: prima tira fuori dal cilindro l’ennesimo modulo (il 3-4-1-2) per giocare a specchio con il Napoli (che il modulo lo conosce bene), poi lo cambia in corsa inserendo un altro centrocampista al posto di un Menez ormai rassegnato alla sostituzione fissa (sette su sette).

Roma: troppi moduli e confusione tattica

 Il Corriere dello Sport analizza così la falsa partenza della Roma in questa stagione:

Sei partite di campionato, due di Champions League, una di Supercoppa, somma facile facile, fanno nove gare ufficiali già gioca te in questa stagione. Bene, anzi male, siamo a ottobre e se ci domandate con che modulo gioca la Roma, la risposta è un boh piut tosto prolungato. Perché ne sono rimasti davvero pochi da sperimentare. Claudio Ranieri li ha provati tutti o quasi. E la cosa non vuole essere un complimento.

Roma, comanda Ranieri

Da Libero:

Che bello Totti, che bravo Totti, che forte Totti. Forse però lo metto in panchina. Se non sapessimo che Claudio Ranieri ama fare pretattica, bisognerebbe chiamare la neuro. Alla vigilia della trasferta di Napoli, l’allenatore della Roma prova a chiudere tutte le discussioni sui suoi possibili attriti con il capitano giallorosso, spendendosi in lodi sperticate per il Pupone. «Totti è Totti, è il più grande giocatore italiano e il nostro capitano, noi ce lo teniamo stretto. Lui viene prima di tutto il resto», afferma sicuro Ranieri, «le sue condizioni fisiche sono straordinarie. Ha fatto tutta la preparazione e sta in un momento d’oro. Gli manca il gol, ma corre tantissimo, sembra un ragazzino pieno d’entusiasmo. Secondo i dati della Uefa sulla partita con il Cluj, è al terzo posto per chilometri corsi». Il mister testaccino rivela il suo cuore giallorosso, quello da tifoso vero che viene prima di quello dell’allenatore. Totti è Totti, beato chi c’ha France’ e avanti così. La sbandata di sor Claudio, però, dura solo un attimo, prima che mister Ranieri rientri nei suoi panni di allenatore in risalita, ma ancora sotto esame nonostante le vittorie contro la capolista Inter e i romeni del Cluj in Champions League. «Totti giocherà domani? Non lo so, devo ancora decidere», spara a sorpresa il tecnico romano, «se una partita lo richiede, lo metto o non lo metto, o lo tolgo. Sono cose che fanno parte di una strategia tattica di un allenatore che prende delle decisioni».

“Francesco Totti. Poi tutto il resto”

Da Il Messaggero:

Ancora il San Paolo, con i suoi spifferi marini e i suoi mille suoni, sarà tappa cruciale per il futuro della Roma. E’ successo spesso, ultimamente. E in passato: nel giugno 2001, penultima puntata, proprio dal Golfo avvistò il terzo scudetto. Stavolta il viaggio a Napoli arriva presto, ma la scadenza in calendario può già certificare le ambizioni dei giallorossi, dopo sei giornate del torneo, colpa della partenza disastrosa e della classifica angosciante. L’obiettivo è dar continuità ai risultati ottenuti di fila contro l’Inter e il Cluj, le uniche vittorie stagionali su sette impegni ufficiali. Se la Roma vuole risalire e tornare in corsa, dovrà accelerare qui, dove il Napoli cerca il primo successo casalingo in campionato, l’ultimo il 9 maggio, doppietta di Quagliarella che oggi veste alla juventina.

Prima il Napoli poi la firma

 Dalla Gazzetta dello Sport:

 Napoli e poi firmi. Il remake – adattato e addolcito (niente morti, stavolta)- del film di Riccardo Freda di mezzo secolo fa, stavolta potrebbe girarlo Claudio Ranieri, in stretta collaborazione con la Roma e UniCredit. Insomma, se si pensa che sulla tribuna del San Paolo è atteso anche Robert De Niro, il set di De Laurentiis è quello giusto. Ovvero, se i giallorossi daranno seguito al trend positivo avviato con Inter e Cluj, il sospirato rinnovo di contratto del tecnico potrebbe materializzarsi durante la sosta, a patto però che si trovi l´accordo sull´ingaggio. UniCredit – pur gradendo una clausola rescissoria che darebbe mano libera al futuro proprietario – ha dato il via libera alla firma sino al 2013, fissando però un parametro di aumento di circa il 10% rispetto ai 2milioni attuali. Perciò, se i 2,7 milioni richiesti nel primo incontro fra le parti (avvenuto a luglio) saranno limati, magari aumentando la percentuale premi, ci sono due settimane libere per trovare l´accordo.

Napoli-Roma: De Niro sugli spalti e Ranieri come Al Pacino

 Napoli-Roma: tutto esaurito al San Paolo. Cinquantamila tifosi ad assistere al Derby del Sud. E tra il pubblico dello stadio partenopeo dovrebbe esserci anche Robert De Niro; l’attore americano invitato dal presidente De Laurentiis ad assistere alla gara di domani pomeriggio alle ore 15,00. Hollywood sugli spalti e un po’ di magia del cinema negli spogliatoi. Claudio Ranieri, per incoraggiare la sua Roma, potrebbe travestirsi da Al Pacino e interpretare il discorso in “Ogni Maledetta Domenica” per spronare i giallorossi. Alla caccia della seconda vittoria consecutiva in campionato, la terza considerando la Champions League e risalire dall’inferno del penultimo posto in campionato.

“Tutto si decide oggi. Ora, o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta. Siamo all’inferno adesso, signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell’inferno. Un centimetro alla volta. Sapete, la vita è un gioco di centimetri. E così è il football.

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