Ranieri torna a Parma: il “testaccino” romanista, mai dimenticato dai Ducali

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 Quando sabato pomeriggio Claudio Ranieri solcherà l’erba dello stadio “Tardini” di Parma, per un attimo tornerà con il pensiero all’oramai lontano 2007. Perché il ritorno in Italia del tecnico romano e la sua nuova ascesa nel campionato italiano, ripartì proprio dalla città ducale. Siamo precisamente al 12 febbraio 2007: dopo ben due anni di inattività e a dieci anni dall’ultima esperienza in Italia, Ranieri accetta la proposta del neo presidente gialloblù Tommaso Ghirardi, che lo chiama per sostituire l’allora tecnico ducale, Stefano Pioli (che ora sta facendo grande il piccolo Sassuolo in Serie B). L’obiettivo non è affatto dei più semplici: bisogna tentare una disperata risalita verso la salvezza, impresa che, al suo arrivo, in tanti ritengono impossibile. E difatti la partenza sulla panchina gialloblù non è certamente delle migliori: esordio con sconfitta in Coppa Uefa contro lo Sporting Braga, seguito da altre due sconfitte per 1-0 contro la Sampdoria e nel ritorno di Coppa Uefa. In molti lo danno per arrugginito, non più adatto a sostenere le pressioni del campionato italiano.

Il cammino infatti prosegue a singhiozzo: arrivano quattro pareggi consecutivi, di cui tre in trasferta (con Ascoli, Udinese e Atalanta), dopo i quali giunge la prima attesa vittoria, in casa contro il Siena (1-0, rete di Gasbarroni), che riapre qualche spiraglio per la salvezza. Ma dopo la sconfitta contro l’Inter dei record, ai più pare segnato il destino del Parma e il fallimento della gestione Ranieri. E’ proprio qui che il vento cambia improvvisamente: il suo Parma infila la bellezza di quattro vittorie ed un pareggio in cinque partite, tra cui uno spettacolare e indimenticabile 4-3 in casa del Palermo. Dopo questa serie di risultati decisivi, ritrova la sconfitta a Verona contro il ChievoVerona, ma subito dopo, grazie alla conquista di 4 punti ottenuti nelle ultime due partite (0-0 a Roma contro la Lazio e 3-1 casalingo contro l’Empoli), riesce a raggiungere una miracolosa salvezza. Alla conquista della quale tutta Parma sarà ai suoi piedi, considerandolo il principale artefice dell’impresa. Così come in tanti, in Italia, cambieranno definitivamente opinione sul tecnico romano: dato per bollito e datato, dimostrò di saper essere ancora l’allenatore vincente di Firenze, di poter reggere ancora le pressione della Serie A, ma soprattutto portò in Italia uno stile del tutto british, che conquistò applausi e riconoscimenti da ogni dove. Proprio questo fattore si rivelerà determinante nella scelta presa dalla Juventus nell’estate del 2007, quando gli affidò – un po’ a sorpresa – la panchina della Vecchia Signora. Ma questa è tutta un’altra storia, finita bene solo per Claudio Ranieri.


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