Menez ha la fiducia di Ranieri

 Da La Gazzetta dello Sport:

L’abbiamo scampata bella. Visto il repertorio di critiche e ironie che gli sono piovute addosso nei primi venti mesi di soggiorno a Roma, se Jeremy Menez fosse stato in qualche modo parente con Nicola Sarkozy e avesse potuto beneficiare delle furie presidenziale in stile Elise, i licenziamenti dei giornalisti non farebbero più nemmeno notizia.
Ma il vento è cambiato e così il talento francese -classe 1987 proprio come Benzema, Nasri, Ben Arfa, le tre speranze del calcio transalpino- adesso ha conquistato la piazza e si trova ad essere l’asso nella manica della Roma a caccia dello Scudetto, tanto più che adesso Claudio Ranieri si è votato al tridente offensivo.

Capello: “Ranieri bravissimo, sarà lo scudetto dei rimpianti”

 Da Il Messaggero:

Partiamo della caduta delle inglesi? «No, meglio di no. Non è un argomento interessante». Svicola Fabio Capello, ct della nazionale d’Inghilterra. E’ a Londra. Non può esporsi oggi, lo farà presto. Meglio spostarci sul nostro campionato. Lo scudetto, roba per tre.
O per due, Capello?
«Tre».
Senza dubbi?
«E’ una lotta punto a punto fino alla fine. E’ il campionato dei rimpianti. L’Inter ha perso molti punti; la Roma ha il pareggio di Livorno sulle spalle; il Milan ha bruciato due set point. Per questo restano tutte e tre in corsa. Basta un piccolo passo falso e si decide tutto».
C’è una favorita?
«No. Certo, la Roma mi sembra la squadra maggiormente in salute».
Che sentimento prova in questo momento: nostalgia, invidia? Vorrebbe essere uno tra Mourinho, Ranieri o Leonardo per godersi in prima persona questo rush finale?
«Assolutamente no. Ho un mondiale a cui pensare».Si dice: l’Inter ha la fatica in più della Champions. «Lo credo bene».
Ma arrivare in fondo a una competizione così importante, non dà una maggiore spinta psicologica?
«Senza dubbio. Però ti toglie parecchio da un punto di vista nervoso, della concentrazione. Si bruciano energie.

Doni in partenza: mezza Europa cerca un portiere

 Le sue ottime prove hanno portato a blindare quello che Spalletti chiamava il miglior terzo portiere del mondo. Julio Sergio si è preso la porta della Roma e non la vuole lasciare più. Da Il Romanista:

Ne ha fatto le spese l’ex titolare, cioè Doni. Che andrà al Mondiale a fare il dodicesimo di Julio Cesar ma che ha ormai perso il posto in giallorosso. Sembra difficile che Doni, che mal sopporta questa situazione, possa rimanere un’altra stagione a Roma a fare il secondo.
Non lo vuole lui, che sta accettando questa situazione solo perché non è questo il momento di fare polemiche, e non lo vuole nemmeno la società, che ha deciso di puntare su Julio Sergio, vuole monetizzare la sua cessione e allo stesso tempo liberarsi dell’ingaggio che è tra i più pesanti della squadra. Doni guadagna circa due milioni netti, più i premi, a stagione: troppo per un dodicesimo.

Vucinic aspetta il Barcellona. Con la Roma nel cuore…

 Mirko Vucinic vede mezza Europa ai propri piedi, ma aspetta la chiamata dall’Olimpo: la cima del monte si chiama Barcellona e attualmente rappresenta l’unico “pensiero” che può distoglierlo dal progetto-Roma. In molti considerano il montenegrino il sostituto ideale di Henry e la possibilità che i blaugrana si facciano avanti è tutt’altro che remota: l’offerta potrebbe arrivare già quest’estate, o al massimo quella successiva. Mirko è innamorato della maglia giallorossa e della Capitale, ma il palcoscenico del Camp Nou lo affascina eccome. Non potrebbe essere diversamente: vale per l’attaccante di Niksic, vale per qualsiasi giocatore del mondo. Con la differenza che Vucinic non è uno qualsiasi e il sogno Barca potrebbe trasformarsi in realtà, scombussolando i piani del club di Trigoria, che almeno per un’altra stagione conta di trattenere il Genio all’ombra del Colosseo.

Calciopoli – Nuove intercettazioni, Moggi: “Moratti e Inter sono dentro fino al collo”

 L’intervista rilasciata da Luciano Moggi a laRegioneTicino:

Insomma, Moggi non molla. Anzi rilancia.
«Avete visto? Altro che cupola: allora non era soltanto Moggi che chiamava Bergamo… Ci son dentro sino al collo anche il signor Moratti e la sua Inter. Tutti sapevano e tutti… facevano. Al processo del 13 aprile ne vedremo delle belle. Le nuove intercettazioni faranno esplodere una bomba, il nostro obiettivo è quello di far luce a 360 gradi su questa vicenda. Dal 2006 ad oggi non è stato detto e scritto tutto: alcuni aspetti sono stati volutamente taciuti. Qualcuno è riuscito a farla franca».

Calciopoli – Nuove intercettazioni, Abete: “Figc non si fa tirare per la giacchetta…”

 Giancarlo Abete chiarisce la posizione della Figc in riferimento ai nuovi scenari legati alle intercettazioni emerse durante il processo per Calciopoli in corso a Napoli:

La Figc non si fa tirare per la giacchetta da nessuno. La decisione di assegnare lo scudetto all’Inter fu presa dal commissario della Federcalcio, Guido Rossi, ma a monte c’era una sentenza della giustizia sportiva che cambiò la classifica, penalizzando alcune squadre. La base di partenza per un’eventuale decisione, anche in futuro, rimane la giustizia sportiva. Certo, voglio conoscere a fondo la questione e capire i motivi della decisione di Rossi, ma non per discuterla bensì perchè è mio dovere farlo“.

Calciopoli – Nuove intercettazioni, l’avvocato di Moggi: “Sbriciolato pilastro dell’accusa”

 Nell’ambito del processo per Calciopoli a Napoli e delle nuove intercettazioni telefoniche, arrivano le dichiarazioni di uno dei legali di Luciano Moggi, Paolo Trofino, ai microfoni di Rai Sport:

“Le ultime intercettazioni erano già nel fascicolo, bisogna solo lamentarsi che gli investigatori non gli abbiano dato rilievo e che non le abbiano trascritte come hanno fatto con altre che, credo, siano ininfluenti.

Calciopoli – Nuove intercettazioni, Bergamo a Spalletti: “Sei blindato”

 Luciano Spalletti finisce nel vespaio delle nuove intercettazioni emerse durante il Processo per Calciopoli. Ai tempi dell’Udinese, anche l’ex tecnico della Roma si intratteneva al telefono con Paolo Bergamo. L’intercettazione è stata trascritta dai difensori di Luciano Moggi, nell’ambito del Processo che si sta svolgendo a Napoli. La telefonata in questione, risale al 12 maggio 2005, tre giorni prima di Udinese-Sampdoria (1-1):
Convenevoli varie
B.- L’importante è che tu sia bello carico.
S.– No io son bello carico, naturalmente è come hai detto te con la diciamo supervisione della trasparenza cerca di mandarci una..come hai detto prima dai, di stare attento a tutto quello dai, come hai sempre fatto.
B.– Ma guarda io ti posso anticipare che a scanso di diciamo ripensamenti all’ultimo momento gli assistenti li ho già fatti, quindi viene Pisacreta che per noi è il n.1 e Griselli che è quello di Livorno che quest’anno è stato il n.1 quindi sei bello blindato e il sorteggio vediamo ora cosa ti dà tra gli internazionali che abbiamo messo in griglia dai.

Sla, Guariniello: “Incidenza 24 volte superiore nei calciatori”. Borgonovo: “Servono i soldi”

 La Sla e il calcio. Un triste connubio. Il procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello ha svolto un’indagine, prendendo in esame la diffusione della malattia tra 1963 e il 2008 tra i giocatori. E’ emerso che l’incidenza della Sclerosi laterale amiotrofica, nel calcio, è 24 volte superiore alla media della popolazione: “È evidente un eccesso di mortalità per Sla decisamente superiore alla media nazionale che si attesta tra attorno al 2 casi ogni 100 mila abitanti“, ha affermato Guariniello alla trasmissione “Brontolo” di Oliviero Bea (Rai 3). Il procuratore si è rivolto ai club e alla Uefa: “Qualcosa di più andrebbe fatto dalle società e le federazioni sportive. Platini e la Uefa dovrebbero promuovere una ricerca sull’incidenza della Sla nei calciatori europei. Mi stupisce che all’estero non siano partite indagini simili. Studi su larga scala aiuterebbero a capire i fattori che determinano la malattia, sui quali esistono solo ipotesi“. Anche Stefano Borgonovo, l’ex giocatore di Milan e Fiorentina affetto da Sla, si è pronunciato, grazie all’uso del comunicatore:

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