Il Diavolo e la Lupa. In prima assoluta, stagione 2009/10, stadio Giuseppe Meazza. Si gioca stasera, alle 20.45, il posticipo dell’ottava giornata. Il palcoscenico serale, quello dei grandi appuntamenti, è tutto per loro. Milan e Roma. Eppure, fosse una pellicola, la partita somiglierebbe molto a un dramma che parte nel peggiore dei modi: due squadre in cerca di autore, infatti, stanno vivendo lo scorcio iniziale di campionato nel tentativo di capire a quali traguardi ambire. Entrambi, rossoneri e giallorossi, in grado di garantire sulla carta più di quello che fino ad oggi ha mostrato il campo: talenti e campioni di assoluto livello non hanno ancora convinto. Mentre, tra le due, la Roma ha vinto un po’ di più. I numeri.
PRECEDENTI. Per quanto gli scontri diretti a San Siro parlino nettamente rossonero, va registrata l’inversione di tendenza degli ultimi anni.
Milan-Roma: le formazioni ufficiali, Menez dal primo minuto
Le formazioni ufficiali di Milan-Roma, posticipo della ottava giornata di
“Non escludo l’intervento chirurgico“. Virgolettato di Mariani, il chirurgo che segue Francesco Totti, raccolto da diversi quotidiani sportivi e non. “Escludo il ricorso a nuove operazioni“. Virgolettato di Mariani, raccolto da Forzaroma.info. La precisazione è d’obbligo: non è in dubbio la fedeltà con cui i quotidiani e il sito citato hanno riportato le affermazioni del medico. Piuttosto, al medico, alla Roma e al suo staff sanitario, si chiede di fare chiarezza.
L’indiscrezione di ieri era che Gian Paolo Montali, il cui destino in quota al club partenopeo di cui Aurelio De Laurentiis è Presidente sembrava essere tanto sicuro da venir messo nero su bianco, avesse rifiutato la proposta del Napoli per una serie di motivazioni formali e sostanziali, non ultima quella di aver trovato un contratto assai differente – nelle clausole e nelle modalità – da quanto fin lì discusso con il club.


Due settimane di rebus hanno accompagnato Milan-Roma. Quello legato a Totti su tutti. Quattordici giorni, grazie alla Nazionale, a rincorrere il tempo, fino agli ultimi disperati tentativi sotto forma di corsetta accanto a Vito Scala. Poi la
San Siro, 30 marzo 1993. Semifinale di Coppa Italia. La Roma difende il 2-0 ottenuto all’andata contro il Milan di Capello. Che nel ritorno schiera la miglior formazione possibile per ribaltare il risultato. I rossoneri passano con Eranio nel primo tempo. Poi sbattono. Sbattono contro Giovanni Cervone, che in quella notte si trasforma in un extraterrestre. Para di tutto, il portierone di Latina. Di più: para un rigore a Papin. E trascina la squadra di Vujadin Boskov in finale: “Uno dei pochi ricordi belli della mia carriera“, racconta con un po’ di rammarico ad Asromalive.com. Oggi Cervone è finito nel dimenticatoio. La memoria è spietata selezionatrice, nel calcio. Il calcio con lui non è stato riconoscente: “Perchè non sono mai stato un burattino. E non mi sono mai piegato: mai nella carriera. Mai nella vita“.
Forse Francesco Totti, da solo, vale tutte le assenze del Milan. Ma non fate questo discorso a Leonardo: ognuno ha i suoi grattacapi, risponderebbe il tecnico brasiliano. E di grattacapi, effettivamente, Leonardo ne ha. La lista dei convocati del Milan non comprende sette pedine: Abbiati, Bonera, Kaladze, Onyewu, Gattuso, Di Gennaro e Borriello.
Ha puntato il dito sull’aspetto psicologico, Leonardo, alla vigilia di Milan-Roma: “Il Milan può fare molto, ma molto meglio rispetto a quanto fatto finora – ha affermato il tecnico in conferenza stampa -. Basta lamentarsi, adesso è il momento di fare, è il momento di ripartire. Cambiamo l’etichetta che gira attorno a noi: tutti hanno problemi, non siamo noi ad averne di più. Siamo noi che dobbiamo capire quello che siamo, il nostro riferimento siamo noi stessi e noi possiamo fare meglio, il Milan deve mostrare il suo valore perchè è un momento straordinario: non ci sono occasioni più importanti di quelle dei prossimi giorni, è il momento ideale”.