Milan-Roma: il Diavolo (in) veste Pato-Ronaldinho; la Lupa allatta un 4-5-1?

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 Il Diavolo e la Lupa. In prima assoluta, stagione 2009/10, stadio Giuseppe Meazza. Si gioca stasera, alle 20.45, il posticipo dell’ottava giornata. Il palcoscenico serale, quello dei grandi appuntamenti, è tutto per loro. Milan e Roma. Eppure, fosse una pellicola, la partita somiglierebbe molto a un dramma che parte nel peggiore dei modi: due squadre in cerca di autore, infatti, stanno vivendo lo scorcio iniziale di campionato nel tentativo di capire a quali traguardi ambire. Entrambi, rossoneri e giallorossi, in grado di garantire sulla carta più di quello che fino ad oggi ha mostrato il campo: talenti e campioni di assoluto livello non hanno ancora convinto. Mentre, tra le due, la Roma ha vinto un po’ di più. I numeri.
PRECEDENTI.
Per quanto gli scontri diretti a San Siro parlino nettamente rossonero, va registrata l’inversione di tendenza degli ultimi anni. La stessa che porta a dire che il Meazza sia un valido alleato della Roma. Settantaquattro i precedenti tra Milan-Roma con un bilancio di quarantadue vittorie casalinghe, diciassette pareggi e quindici vittorie esterne. Settantacinque le reti realizzate dai giallorossi contro le centotrentaquattro subite. Dieci i rigori a favore del Milan, dodici quelli a favore della Roma. Il dato che incuriosisce maggiormente, tuttavia, è quello relativo agli ultimi scontri diretti: Totti e compagni, infatti, espugnano San Siro da tre anni a questa parte. Vittoria capitolina per 1-2 nella stagione 2006/2007: i giallorossi sbloccarono al 7′ con Totti, il pareggio del Milan portò la firma di Brocchi al 56′ prima che ancora il capitano giallorosso siglasse il definitivo 2-1 (83′). Successo giallorosso anche nella stagione 2007/2008: 1-0 in favore della Roma con il gol di Vucinic al 73′. L’ultimo precedente corrisponde all’ultimo successo della Roma, la gara del 24 maggio 2009 terminò 2-3: vantaggio iniziale di Riise, pareggio rossonero al 75′ con Ambrosini, Roma nuovamente in vantaggio all’80’ con Menez, all’81’ ancora Ambrosini poi capitan Totti all’84’ a chiudere le marcature. Era la gara di addio di Capitan Paolo Maldini, celebrato dai giallorossi e dal calcio italiano (meno uno sparuto gruppo di fantomatici supporters rossoneri assiepati in curva Sud) per la carriera irripetibile di cui s’è reso protagonista. L’incontro si concluse con l’abbraccio tra le due Bandiere del calcio italiano. Una cartolina indelebile, da collezione.
IL MILAN.
La classifica degli uomini di Leonardo parla chiaro: i nove punti fin qui racimolati sono un bottino scarno. Non solo perchè gli obiettivi del club di via Turati, da che ne è presidente Silvio Berlusconi, sono quelli di una grande squadra: il bel gioco, innanzitutto, e le vittorie, quelle che, nel corso degli anni, hanno reso il Milan una delle squadre più vincenti al mondo. Roba che Real Madrid e Manchester United – per non parlare di Inter e Juventus – stanno un gradino sotto. Ma anche per il fatto che gli uomini di Mourinho, in sette turni di serie A, sono già riusciti a doppiare i punti del Milan. Basta ciò a far capire che l’anno sabbatico nel quale sono incappati i rossoneri – che hanno fatto partire Kaka per fare cassa senza individuare valide alternative – regalerà poca gloria nella massima serie. Due vittorie e altrettante sconfitte, finora, con tre pareggi (contro Livorno, Atalanta e Bari) hanno portato altrettanti punti guadagnati. Perchè, a conti fatti, il terreno di gioco ha dato ragione agli avversari, che avrebbero meritato qualcosa in più. Un disastro in attacco: appena quattro le marcature realizzate da Inzaghi e compagni a fronte di sette gol subiti. Quel che era un fortino inviolabile – San Siro – sta diventando, col passare del tempo, un punto di forza avversario: la fatica che fa il Milan a proporre il proprio gioco tra le mura amiche è la stessa di un gruppo a cui manca gioco. Mancano idee e qualità, nonostante la permanenza di Pirlo e gli acuti di Seedorf, nonostante la vena rapace di Inzaghi e la foga di capitan Ambrosini. Non c’è continuità di manovra e il collegamento tra i reparti salta con parecchia facilità. Nelle ultime tre partite, due pareggi (in casa con il Bari e in trasferta con l’Atalanta) e una sconfitta (a Udine). Il contropiede giallorosso, con tali premesse, avrebbe potuto fare fuoco e fiamme. Ma anche la Roma i suoi problemi li ha.
LA ROMA. Claudio Ranieri si sta mostrando regista abile e valido tessitore di trame. Con lui, i giallorossi non hanno ancora perso una partita in campionato e vivono una striscia positiva che dura dalla terza giornata. Dopo un avvio disastroso, la luce a illuminare un cammino di 11 punti totali, a una vittoria di distanza dalle seconde in classifica. Juventus e Fiorentina. Non è affatto il fallimento che sembrava essere a fine stagione ma il percorso di una squadra ultimamente cinica e brutta. Capace di infiammare la platea solo a tratti. Al tecnico testaccino, per ora, sta bene così: il problemone da sistemare era la retroguardia (sei reti subite nelle prime due gare) e il problemone pare non essere più di tale entità. Va molto meglio. L’attacco, poi, una garanzia puntuale come le cambiali: quattordici reti messe in cascina, il miglior attacco con l’Inter. Quindi, archiviate le difficoltà psicologiche (la Roma ora lotta fino alla fine ed è compatta) e quelle di classifica, resta da trovare una benedetta soluzione per annientare l’eterno malanno che condiziona da qualche anno a questa parte il percorso giallorosso. Gli infortuni. Gli stessi che rendono Trigoria uno dei pronto soccorso più affollati della Capitale.
QUI ROSSONERI. L’ultima settimana è passata all’insegna degli impegni che hanno coinvolto le varie Nazionali in vista della qualificazione mondiale in Sud Africa. Per Leonardo, la notizia peggiore è arrivata in coda alla gara tra Usa-Costa Rica: Oghuchi Onyewu si è infortunato con probabile interessamento al legamento crociato. La peggiore delle ipotesi è uno stop di quattro mesi. Anche Gennaro Gattuso sembra fuori uso: dopo i 90′ collezionati nella gara tra la Nazionale italiana e Cipro, Leonardo pare convinto a mandarlo in panchina. Con ogni probabilità, e anche in seguito alla richiesta avanzata una settimana fa dai senatori rossoneri, il tecnico brasiliano presenterà il classico 4-4-2 con Oddo terzino destro e lo spostamento di Abate a centrocampo. In attacco, sembra in rampa di lancio la coppia tutta carioca composta da Pato e Ronaldinho (che non ha ancora vinto in maniera definitiva la concorrenza con Inzaghi e Huntelaar). La più giovane delle punte brasiliane, a secco di gol dalla prima giornata, pare davvero in palla: “Sto lavorando molto, i gol sono arrivati la prima partita, dopo non sono più andato a segno, anche per sfortuna, come è successo a Bergamo. Sono molto tranquillo, non posso dire che ho sbagliato qualcosa in particolare, se faccio qualche errore è perchè ho molta voglia di fare: il gol arriverà presto”.
QUI GIALLOROSSI. Le solite. O meglio, le comiche: infortuni a parte, tutto bene. Peccato che gli infortunati son si contino mai sulle dita di una mano ma che, nelle migliori delle ipotesi, di mani ne occorrono almeno due. Il carattere mostrato nelle ultime esibizioni dagli uomini di Ranieri porta ad essere ottimisti a prescindere, ma senza Francesco Totti e con Mirko Vucinic a mezzo servizio, un po’ di stizza arriva. E anche di strizza. Il fastidio è quello di chi sa – e la Roma lo sa bene – di essere nella condizione di espugnare il Meazza per il quarto anno a fila (anche per la pochezza del Milan di questi tempi). La paura è quella evidente di pagare a caro prezzo l’assenza pesantissima del Capitano. Che non è solo il re dei goleador, per i compagni, ma giust’appunto il Capitano. Leader sempre e ovunque. Per Ranieri, a questo punto, il dubbio non è più legato allo schieramento di questo o quel giocatore ma al modulo da utilizzare: o 4-4-2 con Vucinic e Okaka a supporto o 4-5-1 con imbottitura di centrocampisti a sostenere l’unica punta, Vucinic. La mossa di Menez potrebbe mettere scompiglio nella difesa rossonera, ma utilizzare il francese è un azzardo che Ranieri sta ponderando fino all’ultimo minuto utile. Alla assenze va aggiunta quella di Juan. Sicura anche la defezione di Marco Motta (trauma distorsivo caviglia destra). Nella seduta odierna, Daniele De Rossi è rientrato negli spogliatoi dopo pochi minuti a causa del riacutizzarsi di un dolore al ginocchio provocato da un colpo ricevuto ieri. Solo precauzione, non dovrebbe essere nulla di allarmante. Sempre più vicino l’esordio di Alexander Doni tra i pali.
Oltre 3000 i tifosi a sostegno dei giallorossi.
PROBABILI FORMAZIONI. Milan (4-4-2): Storari; Oddo, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta; Abate, Ambrosini, Pirlo, Seedorf; Pato, Ronaldinho.
Roma (4-4-1-1): Doni; Cassetti, Burdisso, Juan, Riise; Taddei, De Rossi, Pizarro, Perrotta; Vucinic, Okaka.


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