Capello: “In Italia comandano gli Ultras”

 «In Italia comandano gli ultras, fanno ciò che vogliono». A dichiararlo è Fabio Capello, ct dell’Inghilterra, intervenuto oggi a Coverciano al seminario ‘Il calcio e chi lo raccontà organizzato dall’Ussi. «In Spagna si vive il calcio con grande rispetto, le famiglie possono andare allo stadio portando i bambini. È un altro mondo», continua Capello facendo riferimento anche ad un’esperienza vissuta in prima persona: «Quando allenavo il Real Madrid, uno spettatore mi tirò una palla di carta. Fu subito individuato e allontanato. In Inghilterra -aggiunge l’ex tecnico di Milan, Roma e Juventus– la gente ha voglia di andare allo stadio.

Udinese-Roma: arbitra Damato

 Sarà Antonio Damato da Barletta a dirigere Udinese-Roma, gara valida per la decima giornata di serie A in programma mercoledì 28 ottobre. Il fischietto sarà coadiuvato dagli assistenti Faverani e Stefani, mentre il quarto uomo sarà Gava.
Ecco tutte le designazioni della decima giornata di campionato:

De Rossi si è perso mentre cercava la Roma

Indice puntato verso Daniele De Rossi. Dalle pagine de Il Romanista, infatti, si snoda una lunga e dettagliata analisi inerente alle prestazioni del centrocampista giallorosso che fatica a garantire prestazioni convincenti come nei tempi migliori. De Rossi avrebbe, secondo il quotidiano, smesso di essere un trascinatore e di garantire quella preveggenza tattica tipica dei migliori. Con la squadra che si è sfaldata, in definitiva, il primo a perdersi è stato proprio il centrale romano. Nonostante i numeri delle prime partite di campionato lo escludano dalla lista dei peggiori, De Rossi viene spronato a dare e fare di più perchè uno come lui – sempre e a prescindere – ha la capacità di essere un trascinatore per ciascun elemento della rosa. Testuale:

Roma, è Totti-dipendenza: Capitano, a che punto siamo?

Francesco Totti è la Roma. Detto a chi non se ne sia ancora accorto. L’assenza del Capitano sta pesando come un macigno e la formazione giallorossa, ancora una volta, ha dimostrato che senza il suo numero 10 in campo c’è da stare sempre sul chi va là.
Non basta nemmeno il carattere e la grinta per sopperire alla mancanza del Pupone: determinazione e tenacia, infatti, sono servite in alcune circostanze per rimediare in corsa rispetto a situazioni di gioco in salita (il pari di Fulham, per esempio) ma non bastano a portare a casa punti importanti e vittorie convincenti.
Totti, quindi, è la Roma tanto in campo quanto lo è fuori: anche per questo, e per l’ennesima volta, se con un occhio si sta attenti a cosa accade alla squadra, con l’altro ci si indirizza verso Trigoria per capire a che punto è il percorso di riabilitazione. Di sicuro, nel turno infrasettimanale – trasferta delicata in terra friulana, contro l’Udinese – il Capitano sarà altrove, non certo al Friuli. Tocca a Il Romanista in edicola oggi fare il punto sullo stato di salute di Totti:

Il Livorno viola l’Olimpico giallorosso dopo 62 anni (per la seconda volta in assoluto)

Giornalisti non certo morbidi nei confronti di una squadra che ha mostrato enormi lacune. Di gioco e di carattere. Il giorno dopo Roma-Livorno, i quotidiani vivono il risultato della gara dell’Olimpico nel modo in cui vengono analizzate le sorprese. La 9a di serie A ne ha avute almeno un paio: tolta la vittoria del Livorno, ha stupito il successo del Napoli in terra gigliata, dato che la Fiorentina al Franchi non aveva ancora perso.
Dopo 62 anni, anche ai labronici riesce di invertire la tendenza nel corso delle sfide nella Capitale e portarsi a casa tre punti che, in questa fase del campionato, consentono ai toscani di respirare e lasciare al Siena l’ultimo posto in graduatoria. La legge dei numeri insegna che, prima o poi, ciascun episodio deve accadersi ma in un pezzo apparso su Il Tempo – edizione odierna – è ben comprensibile almeno un dato. Quello, cioè, secondo cui i giallorossi sono tornati a somigliare alla squadra delle prime gare del 2009. E la preoccupazione non può che salire. Testuale:

Roma-Livorno, i numeri

Brutta sconfitta. Un k.o. interno che fa male non una, ma più e più volte. L’epilogo di Roma-Livorno lascia l’amaro in bocca e, messi uno dietro l’altro, i motivi sono parecchi: la prima sconfitta di Claudio Ranieri in campionato tra le mura amiche, Roma brutta nel primo tempo e tale e quale alla prima frazione anche nella ripresa.
C’è dell’altro, ovviamente: aver ceduto alla squadra che occupava l’ultimo posto in classifica, aver masticato il sapore acidulo del gol dell’ex (quel Ciccio Tavano che a Roma, peraltro, non è stato che un fuoco di paglia), averle buscate nonostante la superiorità numerica di cui i giallorossi hanno potuto beneficiare per 25′ abbondanti della ripresa (rosso a De Lucia per somma di ammonizioni).
Serse Cosmi-co, arriva e vince andando a espugnare l’Olimpico contro la squadra del cuore. E ancora: l’azzardo di Faty (ennesima panchina per Matteo Brighi), Jeremy Menez impalpabile (fuori dopo 45′ di gioco per Guberti), Taddei e Vucinic che sembrano la bruttissima copia dei calciatori cui eravamo abituati.

Ranieri: “Senza Totti è tutto più difficile”

 Ranieri recrimina a fine gara. “Una sconfitta immeritata“, quella maturata all’Olimpico contro il Livorno. Oltre il novantesimo, il tecnico impreca ancora per le occasioni sprecate. Pur senza nascondere i limiti evidenziati dalla propria squadra: “Brutta partita. Abbiamo perso subendo un tiro in porta. Sconfitta immeritata, ma abbiamo giocato male. Siamo stati lenti, prevedibili. Abbiamo giocato più per il Livorno che per noi.

Cosmi: “Una vittoria insperata e fortunata”

 Serse Cosmi, allenatore del Livorno, ha commentato a Sky Sport la vittoria nel giorno del ritorno: “Insperata, volevo tornare e c’era un desiderio enorme, però tutto avevo pensato tranne realizzare quello che sembrava non impossibile, perché nel calcio l’impossibile mille volte si è dimostrato che non esiste, però di particolarmente difficile. Le premesse non erano felici. Sono stato premiato anche da un pizzico di fortuna che magari i miei predecessori non hanno avuto, bisogna riconoscerlo perché se no si parla sempre di quello che si fa di buono e si dimentica invece che ci sono stati dei professionisti che hanno lavorato e che magari per tante cose non hanno ottenuto i risultati”.

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