Catania-Roma, rebus a centrocampo. La certezza è sempre Totti

 Da Il Romanista:

Un centrocampo da inventare, l’attacco poggiato sulle spalle di Francesco Totti: sono queste le certezze che la Roma si porta dietro da San Siro in vista del campionato. A Catania, domenica nella penultima giornata, il Capitano torna dal primo minuto dopo che ieri sera ha scontato l’ultimo turno di squalifica in Coppa Italia. Le speranze di Champions passano, e non è una novità, dai suoi piedi e dai suoi gol. Nell’infuocato Massimino, deciso a rendere difficile la vita alla Roma nonostante la salvezza del Catania sia già in cassaforte, Totti cerca il gol numero 207 in campionato, che gli consenta di continuare la caccia ad Altafini e Meazza ma che, soprattutto, consenta alla Roma di continuare a sperare di agguantare l’ultimo posto utile per la Champions. Il numero dieci sarà il terminale offensivo del modulo in cui riesce ad esprimersi meglio, quel 4-2-3-1 che Montella conta di utilizzare nonostante le tante assenze nei ruoli chiave. Il centrocampo è un’incognita assoluta: mancheranno sicuramente De Rossi e, con ogni probabilità, Perrotta.

Inter-Roma, gara simbolo della stagione

 Dal Corriere dello Sport:

Il 29 maggio, per il quarto anno consecutivo, la finale di Coppa Italia si giocherà a Roma, per la prima volta senza una squadra romana: due volte erano stati protagonisti i giallorossi, una la Lazio. Ma l’Olimpico, statene certi, non rimarrà vuoto, perchè tutta Palermo è pronta a partire per vivere un sogno. E perchè i tifosi nerazzurri, generosi con una squadra che merita comunque i complimenti, non si tireranno indietro. Dunque l’Inter che sembrava finita a dicembre ha saputo risollevarsi. Certo, una bella mano gliel’ha data Moratti, intervenuto a gennaio come non aveva fatto in estate. Ma la squadra ha saputo ricompattarsi con Leonardo, ha iniziato una rimonta infinita che s’è conclusa amaramente. Ma se c’è una qualità che contraddistingue le grandi squadre è quella di ricordarsi di essere tali, di saper reagire a ogni mazzata. L’Inter ha perso tutto in una settimana infernale ( il derby e l’andata di Champions con lo Schalke), ma non s’è fatta travolgere. Rispetto alla tripletta dell’anno passato, il probabile secondo posto e la finale di Coppa Italia sembrano poca cosa. Ma non vanno dimenticate né la Supercoppa, né il Mondiale: si può parlare di stagione deludente? Cosa dovrebbero dire allora Roma e Juve?

Inter – Roma, tutte le interviste

 Montella alla Rai nel post-gara: “Io penso alla partita non alle proteste. C’è un po’ di rammarico percè ci abbiamo provato fino alla fine, e questo va sottolineato. Menez per come ha interpretato il gioco mi è piaciuto, si è dato da fare ma sotto l’aspetto della qualità e della continuità ci aspettiamo di più. Non credo che lo sprint finale si debba rapportare all’uscita di Menez, nel primo tempo ci è mancato un po’ di coraggio. Mi aspettavo che la squadra uscisse un po’ prima che negli ultimi 20 minuti, non credo meritassimo di uscire, comunque l’Inter è una grande squadra. Ho pensato a mettere Vucinic Menez e Borriello insieme ma non avrei avuto un cambio reale: Caprari non ha nemmeno diciott’anni, De Rossi ha retto tutta la partita, così anche Pizarro e Cassetti. Non potevo partire con tre attaccanti dall’inizio. Io ho fatto delle scelte molto ponderate e quindi vanno bene così.”

Inter-Roma, le formazioni ufficiali. Borriello e Menez in campo dal primo minuto

 La Roma, vincendo questa sera a San Siro con due di scarto, accederebbe alla finale di Coppa Italia, che sappiamo giocarsi all’Olimpico. L’Inter ha la possibilità di giocarsela con tranquillità, vista la rete di vantaggio siglata all’andata daStankovic. La formazione giallorossa deve fare a meno degli squalificati Totti (che oggi sconta le quattro giornate di squalifica dopo il calcio a Balotelli nella finale dell’anno passato) e TaddeiMontella ha un forte dubbio per quanto riguardano le condizioni di Cassetti; il terzino destro con tutta probabilità non verrà rischiato dal 1′ e si candidano a prenderne il posto Rosi Loria, col primo in vantaggio. Totti Taddei dovrebbero essere sostituiti da Borriello Menez.

Inter-Roma, la partita di Borriello

 Dal Corriere dello Sport:

C’era una volta un giocatore che sorrideva, giocava, segnava, esultava, vestiva pure d’azzurro. Era sbarcato a Trigoria il trentuno agosto dello scorso anno tra l’entusiasmo di una tifoseria convinta che fosse l’uomo giusto al posto giusto, l’attaccante che serviva per mettere le mani sullo scudetto. E lui, mentre la squadra anticipava i problemi che ne avrebbero contraddistinto questa stagione, rispondeva in campo, centravanti vero, il gol come vizietto che fa male soltanto alle squadre avversarie.Solo che di quel Marco Borriello, perché è di lui che stiamo parlando, da qualche tempo se ne sono perse le tracce. Colpa, si fa per dire, del ritorno di Totti ai livelli di Totti (sicuri che prima non fosse a certi livelli?), di un inevitabile e fisiologico calo di forma dello stesso Borriello, ma anche, se non soprattutto, dell’arrivo di Vincenzo Montella sulla panchina giallorossa, tanti saluti a Claudio Ranieri, caro aeroplanino facci vedere se sei bravo con i grandi quanto lo sei stato con i ragazzini.

Inter-Roma coppa Italia, solo 25mila spettatori e 500 romanisti

 Da Il Romanista:

E la prevendita per Inter-Roma fece fiasco. Fino a ieri, per una partita che vale la finale di Coppa Italia, erano stati venduti 25 mila biglietti in uno stadio da 86.000 posti (vabbé, 85.700). Ma soprattutto, di questi 25 mila, (sempre fino a ieri) solo 470 sui 4.500 disponibili sono complessivamente (fidelizzati più non fidelizzati) occupati dai tifosi della Roma. Sarà contento chi sogna un calcio senza ultras, cioè senza passione. Senza i registi di quello spettacolo indescrivibile della Sud che onora De Falchi o delle Gradinate genovesi che lottano a colpi di coreografie e ti fanno pensare che il momento più fico, più fico pure del gol di Boselli, è proprio quello. Ma tant’è, per il ritorno della semifinale è andato semideserto pure, anzi soprattutto, il settore ospiti per i non fidelizzati della Roma. I numeri sono impietosi. Impietosi per il ministero presieduto da Maroni, si intende. Eccoli: sono stati acquistati 120 biglietti del settore ospiti senza tessera del tifoso, quando l’Inter ne offriva 500; mentre la situazione del settore ospiti con tessera del tifoso è: 350 tagliandi comprati contro 4.000 disponibili. L’anima della Curva Sud aveva chiesto ai suoi ragazzi di rinunciare apposta alla trasferta, perché lo slogan degli ultimi giorni, il passaparola, era «o tutti, o nessuno». O tutti, e quindi niente distinzioni tra fidelizzati e non fidelizzati, niente gabbietta da 500 posti per i non fidelizzati e prezzi identici tra le due categorie di romanisti. Oppure nessuno. E nessuno è stato. Nessuno o quasi, perché quei 120 – ripetiamo: 120 su 500 – che hanno preso il biglietto dello spicchietto di San Siro sono un’assoluta minoranza

“Guerra fredda” in casa Roma

 Da Il Tempo:

Sospesa tra presente e futuro, la Roma continua a spaccarsi. Da una parte gli americani che stanno per ereditare una società da ricostruire ma ancora non possono metterci le mani, dall’altra la Sensi, ormai concentrata soltanto sulle questioni personali, e una banca dal ruolo piuttosto ambiguo: virtuale proprietaria adesso e socia di minoranza nel futuro. A Boston la tensione sta salendo alle stelle. Venerdì scorso è partita una lettera formale di diffida verso Roma 2000, l’attuale «scatola» societaria che controlla il club, divisa tra i Sensi (51%) e Unicredit (49%) ma di fatto guidata dalla banca. DiBenedetto & Co. si sono sentiti esclusi da una serie di decisioni «politiche» prese negli ultimi giorni e sulle quali avrebbero avuto diritto a intervenire come scritto negli accordi siglati a Boston. Ma nessuno li ha interpellati. Rosella Sensi, fiancheggiata dal consulente Enrico Bendoni, sta gestendo la delicata questione dei diritti tv in Lega schierandosi al fianco delle grandi, mentre secondo i calcoli degli americani, alla Roma converrebbe di più spostarsi nel partito delle piccole nel calcolo dei bacini d’utenza. Perché? È vero che perderebbe qualcosa nella distribuzione degli introiti dalle tv ma allo stesso tempo ridurrebbe il gap da Juventus, Milan e Inter. Tradotto: in un campionato più equilibrato la Roma avrebbe più chance di giocare per il vertice. Invece la Sensi va avanti con le sue alleanze, puntando alla poltrona più importante in Lega: è stata lei a chiedere di votare il nuovo presidente nel prossimo Consiglio di domani sperando di essere eletta. Questione personali che si scontrano con le strategie del club.

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